Il Fatto Quotidiano

“Basta col cinema sul passato: anche Moro dimenticat­o”

L’INTERVISTA MARCO TULLIO GIORDANA “Un film su Aldo Moro? I ragazzi, ma anche i trentenni, non sanno neanche chi era”

- » PAOLO ISOTTA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando, nell’agosto del 1980, uscì Maledetti, vi amerò, un regista grande e originale si rivelò. Con Marco Tullio Giordana siamo diventati amici tre decenni dopo; di quel film mi colpirono l’ironia, il dipinto d’ambiente dal ductus balzachian­o e insieme l’alta pietà verso i vinti, i macinati dalla Storia. Svitol, un para-terrorista di sinistra, va in crisi– non da “pentito”– per la pietà che sente verso Moro rapito e assassinat­o.

“Allora, col festival di Cannes e il successo, in sala e di critica, mi pareva di avere il mondo ai miei piedi. Il film successivo, La caduta degli angeli ribelli, che fu invece fischiato a sangue, mi insegnò che nulla vale per sempre.”

Come incomincia­sti?

Ho fatto il liceo classico, a Milano. La mia era una famiglia borghese … con qualche scampolo di una passata ricchezza …. Mio padre morì quando ero bambino. Subito dopo mi sono trasferito a Roma, facevo il nègre di un aiutante alla sceneggiat­ura di Rodolfo Sonego. A un certo momento il progetto venne accettato …

È un peccato che questo ritratto di una generazion­e oggi sia introvabil­e! E lo stesso “La caduta degli angeli ribelli”...

Habent sua sidera …

Che tu abbia fatto un ottimo liceo, ma ancor più che tu davvero ami il latino e il greco, e la cultura, traspare dalla tua conversazi­one e anche dai tuoi libri. Quello sull’assassinio di Pasolini è agghiaccia­nte.

È il documento, in forma narrativa, del mio minuzioso studio degli atti del processo a Pino Pelosi – ora ch’è morto mi hanno cercato in tanti per intervista­rmi, ma mi sono negato - ; ed è la sceneggiat­ura del film.

Il film è del pari agghiaccia­nte. Ma è molto bello il romanzo “Vita segreta del signore delle macchine”. Mi colpisce il torbido rapporto fra i tre protagonis­ti, un ricco, un magistrato e un brigatista rosso, suo attentator­e …

Il mondo dei terroristi rossi era orrendamen­te astratto, asessuato. In quello dei terroristi neri esisteva un eros omosessual­e patologico, come un simbolo fisico di un altrettant­o orrendo dominio psichico.

In tema di terrorismo, ti ripeto: dovresti fare un film sul caso Moro, su quel che si svolgeva nel mondo della politica, quando si decise di sacrificar­lo …

… mentre Ciro Cirillo, che poteva ricattare tutti, venne salvato. Sul rapimento, le (mancate) trattative e l’assassinio, è difficile aggiungere qualcosa a L’affaire Moro di Sciascia … Ma non per questo non voglio fare il film che mi chiedi – ammesso che si trovasse un produttore. Il fatto è che, se un libro puoi scriverlo per un lettore incognito o sperato, un film dev’essere indirizzat­o al pubblico che c’è. I ragazzi, ma anche i trentenni di oggi, Moro non sanno neanche chi era. E di saperlo, non gl’interessa … Il passato, dice Mefistofel­e in Goethe, è puro nulla … per loro. Basta, per me, film storici. Voglio occuparmi del presente.

È un altro peccato, perché “Romanzo di una strage”, su piazza Fontana, e “Sangue pazzo”, su Osvaldo Valenti e la Repubblica Sociale, sono due meraviglie. Ma non posso darti torto. A ottobre la Rai trasmetter­à “Due soldat i”. È una storia intensa; molto precisa la raffiguraz­ione del mondo della camorra campana …

La vicenda: un soldato della zona di Castel Volturno muore per un attentato in Afghanista­n. Il suo omologo è un ragazzino autista e corriere della camorra … Viene ferito e si rifugia in un complesso di case in costruzion­e, proprio in quella dove, di lì a poche settimane, sarebbe andato a vivere il soldatino colla ragazza che avrebbe sposata … Ed è soccorso dalla giovanissi­ma “vedova”. Da questo rapporto, che non è erotico, incomincia un oscuro suo percorso di rifiuto del crimine nel quale vive – non “pentimento” in senso giuridico ….

In questi giorni stai montando un altro film, sul vuoto che si fa attorno a una donna violentata che denuncia il violentato­re. Ma sei anche un regista teatrale. Un anno fa ci fu la “prima” di un tuo ottimo “Questi fantasmi” di Eduardo, subentrand­o a Luca De Filippo colla sua compagnia. Hai altro teatro nei tuoi progetti?”

L’amico – anche carissimo tuo – Cristiano Chiarot, da poco soprintend­ente al Maggio Musicale Fiorentino, mi ha invitato a fare la regia di due opere di Verdi, La battaglia di LegnanoeUn ballo in maschera. Se son rose fioriranno… Finalmente vedremo due capolavori rispettati nella loro essenza drammatica! E sarai bistrattat­o dai cosiddetti “competenti” e incompreso dal pubblico … Pazienza. Un artista deve possedere anche un’etica, servire il testo e l’autore: non servirsene. Se poi quest’etica coincide col proprio piacere, la vita non è così brutta …

www.paoloisott­a.it

Se son rose... Cristiano Chiarot, da poco soprintend­ente al Maggio Musicale Fiorentino, mi ha invitato a fare la regia di ‘La battaglia di Legnano’ e ‘Un ballo in maschera’

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Ansa Il regista Marco Tullio Giordana; a destra due suoi celebri film, “I cento passi” e “Pasolini”
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