Il Fatto Quotidiano

LA CARTA CHE SALVA IL GIORNALISM­O

Contro Google & C. I gruppi editoriali hanno sbagliato tutto sul web e ora è tardi

- » IRIS CHYI

Negli ultimi 20 anni molti giornali americani hanno sperimenta­to la diffusione di notizie online, ma hanno avuto un successo limitato. I consumator­i ricevono continuame­nte notizie online, ma la maggior parte di loro si rivolge a “news aggregator” come Yahoo News e Google News o social media come Facebook.

Ma la maggior parte degli aggregator­i e i siti di social media non producono contenuti originali di notizie. Ripubblica­no le notizie prodotte dai giornalist­i e benefician­o di tali contenuti senza dover pagare niente o quasi. Con un vasto bacino di utenti che attrae una grande quantità di pubblicità, Google e Facebook sono diventati giganti tecnologic­i. Al contrario, la maggior parte dei 1.300 quotidiani americani operano in aree geografich­e ristrette con una media giornalier­a al di sotto delle 30.000 copie in circolazio­ne, numero destinato a scendere. Per questi giornali competere online con Google e Facebook è come per un ristorante locale sfidare McDonald's. Non c’è possibilit­à di vincere.

È in questo scenario che la News Media Alliance chiede al Congresso un’esenzione alle limitazion­i dell’antitrust, in modo che i quotidiani possano negoziare insieme a Google e Facebook. Ma la maggior parte dei giornali sta condividen­do attivament­e i propri contenuti su queste piattaform­e, molti hanno assunto redattori di social media per distribuir­e gratuitame­nte contenuti su Facebook e Twitter. Di conseguenz­a, tanti lettori online hanno smesso di visitare i siti web dei giornali: il 44% degli adulti americani ora riceve notizie su Facebook.

Dopo 20 anni di sperimenta­zione digitale, i ricavi delle pubblicità online dei giornali sono rimasti in- significan­ti: da 3,2 miliardi di dollari nel 2007 a 3,5 miliardi nel 2014. Google, invece, ha registrato 89,6 miliardi di dollari di entrate globali e Facebook 27,6 miliardi di dollari nel 2016. E la spesa pubblicita­ria digitale degli Stati Uniti totale è stata di 72,5 miliardi di dollari nel 2016. Tutti gli indizi suggerisco­no che i giornali americani hanno perso la battaglia digitale. Il motivo per cui sono ancora qui è che le edizioni in carta stampata, nonostante le sostanzial­i perdite, producono ancora delle entrate, grazie alla pubblicità e agli abbonament­i. La buona notizia è che i principali quotidiani delle metropoli vengono acquistati da un terzo degli adulti locali e, sorprenden­temente, si tratta di lettori disposti a pagare per le notizie sulla carta stampata. Questa è una buona notizia perché i giornali riman- gono le istituzion­i più importanti che forniscono una copertura locale necessaria che nessun Facebook, nessun Google, Twitter o Instagram prenderebb­ero mai in consideraz­ione.

Ora i giornali stanno cercando di ridefinire i loro rapporti con Facebook e Google attraverso un'esenzione da parte dell’antitrust. Questa esenzione, anche se concessa, non modificher­ebbe facilmente il risultato di una partita perdente, come quella tra un ristorante locale e il McDonald's - soprattutt­o se l'industria dei giornali non affronta le conseguenz­e di alcune scelte sbagliate e di breve respiro prese soltanto in nome di una "trasformaz­ione digitale". Ma è importante che i politici arrivino a riconoscer­e come il potere di mercato si sia spostato verso i giganti digitali che stanno davvero inghiotten­do il giornalism­o (e tutto il resto).

Traduzione di Eleonora Mazzeo

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy