Lite revisori-Raggi, le ragioni e i torti sui conti di Roma
Lo scontroI tecnici dell’Oref chiedono ai consiglieri di bocciare il bilancio, poi approvato comunque
Ma il bilancio consolidato di Roma andava approvato o no? Muove risorse per 5 miliardi, il Movimento Cinque Stelle ha deciso di approvarlo comunque anche se l’Oref, l’Organo di revisione economico-finanziaria del Comune, aveva espresso un “parere non favorevole” perché “non ritiene che le risultanze esposte in bilancio rappresentino in modo veritiero e la reale consistenza economico, patrimoniale e finanziaria” di Roma. Insomma, il bilancio firmato dal sindaco Virginia Raggi e dal nuovo assessore al Bilancio Gianni Lemmetti è falso? O l’Oref, organismo tecnico, ha lanciato un attacco politico?
L’OREF È GUIDATO da Federica Tiezzi, i Cinque Stelle le contestano di essere indagata a Rieti per bancarotta fraudolenta (lei: “Situazioni che verranno chiarite e senza fondamento”) e di comportarsi come un avversario politico. Il 25 agosto, per esempio, in una intervista al Tempo dichiarava: “C’è il rischio commissariamento per il Campidoglio” e ancora “se il Comune, con il concordato preventivo di Atac, dovesse essere costretto a svalutare i crediti che vanta verso la sua partecipata, l’impatto sul bilancio di Roma sarebbe pesantissimo”. Nella maggior parte dei Comuni i revisori non interagiscono nep- pure con il livello politico, ma dialogano solo con la ragioneria, su un piano tecnico, per guidareil processo di formazione del bilancio. Ma a Roma tutto diventa politica.
La capa dell’Oref era contraria alla linea di Raggi e Lemmetti sull’Atac. E proprio il rapporto tra Comune e partecipate è al centro delle critiche sul bilancio. Un passo indietro: dal 2012 il Comune dovrebbe fare un bilancio consolidato, cioè considerare anche debiti e crediti delle principali aziende partecipate (che a Roma sono un disastro) all’interno dei conti del Comune. A fine 2015 la giunta Marino decide di prendere ancora tempo, la legge lo consente, e rimanda la sfida contabile al 2016. La giunta Raggi inizia l’operazione la cui parte più complessa è proprio integrare nel bilancio l’Ama (rifiuti, al 100 per cento del Comune) e l’Atac (trasporti, sempre tutta comunale). A ogni credito del Comune verso una sua controllata dovrebbe corrispondere un debito di questa verso il Campidoglio, e viceversa, alla fine invece restano 290 milioni di euro classificati come “rettifiche di consolidamento”, frutto di “una mancata riconciliazione dei componenti positivi e dei componenti negativi”. Cioè crediti e debiti che non si elidono.
Sono tanti soldi, ma vanno rapportati a un volume di crediti consolidati di 4,8 miliardi. Nella sua relazione l’Oref riconosce che “con le operazioni di consolidamento si è proceduto a rettificare complessivamente i crediti, i debiti, i costi e i ricavi”, questo ha “consentito sì, di delimitare l’incertezza derivante dalla storica mancanza di riconciliazione dei saldi tra le società intragruppo, ma costituisce solo la base di partenza dalla quale sviluppare (...) la quadratura dei saldi e ottenere un consolidato maggiormente rispondente alla realtà”. Tradotto: la giunta è andata nella direzione giusta, ma il lavoro non è finito. Eppure, sulla base di quello scostamento di 290 milioni l’Oref arriva addirittura a chiedere alla Assemblea capitolina di bocciare l’intero bilancio.
Una richiesta che, secondo l’assessore Lemmetti, è illegale. L’articolo 239 del testo unico degli enti locali, infatti, stabilisce che i revisori debbano presentare una relazione sul bilancio consolidato che “contiene l’attestazione sulla corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione nonché rilievi, considerazioni e proposte tendenti a conseguire efficienza, produttività ed economicità della gestione”. Ma non attribuisce il compito di dire all’assemblea come votare.