Il Fatto Quotidiano

Il Nobel agli scienziati che criticano la Fedeli

Il premio agli scopritori delle onde gravitazio­nali

- » LAURA MARGOTTINI » TOMMASO RODANO

■Lo studio è stato finanziato da noi con 350 milioni e falcidiato dai tagli all’università. Gli Usa ci hanno investito 2 miliardi di dollari dal 1978. Due dei tre premiati avevano contestato il nostro sistema della ricerca

Il premio Nobel per la fisica va a Rainer Weiss e Kip Thorne, due degli scienziati coinvolti nel progetto di ricerca sulle onde gravitazio­nali che nei giorni scorsi hanno firmato una lettera al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli per denunciare come i parametri di valutazion­e della ricerca in Italia stronchino la carriera a chi si occupa di progetti applicati che durano decenni. Proprio come quello che ha permesso di scoprire le onde gravitazio­nali e che ieri ha ricevuto il riconoscim­ento più ambito.

“WE DID IT”, ci siamo riusciti. Così i ricercator­i della collaboraz­ione scientific­a Ligo-Virgo - tra Usa, Italia e Francia - aveva annunciato a febbraio 2016 la rilevazion­e delle onde gravitazio­nali previste da Albert Einstein un secolo fa, catturate per la prima volta dai due rilevatori del progetto Ligo (negli Usa) nel settembre 2015. Ieri, la scoperta è valsa a tre membri della collaboraz­ione Ligo-Virgo (un migliaio di ricercator­i) l’a s se gn a zi on e del premio Nobel per la Fisica 2017: Rainer Weiss — fisico del Massachuse­tts Institute of Technology (Mit); Kip S. Thorne, fisico teorico emerito del California Institute of Technology; Barry C. Barish , fisico delle particelle, anche lui al Caltech. Insieme a Ronald Drever deceduto a marzo, Weiss e Thorne sono i fondatori del laboratori­o statuniten­se Ligo. Barish lo ha diretto dal 1997 al 2005.

Oltre a confermare le previsioni della Teoria della Relatività Generale di Einstein, la scoperta “apre un nuovo campo della fisica: l’astronomia gravitazio­nale,” spiega Helios Vocca, fisico dell’Università di Perugia, tra i responsabi­li di Virgo. Quella che permetterà, per la prima volta, di studiare il 95% della materia invisibile di cui si suppone sia costituito l’universo. Ad agosto, alla rilevazion­e delle onde gravitazio­nali da parte dei due interferom­etri statuniten­si si è aggiunta quella del rilevatore Virgo a Cascina, Pisa, partner di Ligo dal 2007. Ha confermato i risultati di Ligo e permesso di individuar­e la posizione della sorgente che le ha emesse. Ma a settembre 2015, quando le due antenne Ligo le ha intercetta­te per la prima volta, quella di Virgo era spenta, per consentirn­e l’aggiorname­nto. Anche quelle di Ligo sono state spente dal Si

chiama Rommel Trail. Dove per Rommel si intende proprio lui: “la volpe del deserto”, il più famoso stratega militare dell’esercito nazista nella seconda guerra mondiale. Il preferito di Adolf Hitler. La Rommel Trail – il sentiero di Rommel – è una maratona che si corre tra le Alpi friulane, in provincia di Pordenone. Non è una manifestaz­ione per nostalgici neonazisti, ma per amanti del trekking sportivo. Non c’è politica, ma “solo” un richiamo imbarazzan­te a una pagina atroce della storia contempora­nea. Si corre tra nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, a scanso d’equivoci il sottotitol­o della manifestaz­ione è “the night of the desert fox”, la notte della volpe del deserto. Quella di quest’anno è la seconda edizione. Possibile che nessuno si sia accorto di una gara che porta il

IL 29 settembre il Fatto ha rivelato la lettera firmata, tra gli altri, dai due fisici che hanno vinto ieri il Nobel. In Italia, dicono gli scienziati, chi si occupa di ricerca applicata in progetti di lunga durata non può fare carriera accademica nome di Rommel? Qualcuno se n’è accorto eccome: la maratona è sostenuta da una lunga lista di sponsor privati e pubblici. Tra di loro, c’è il marchio di Turismo FVG, l’agenzia della Regione Friuli Venezia Giulia. Quella di cui è presidente Debora Serracchia­ni, tra i volti più noti del Partito democratic­o.

Mentre in Parlamento, con la legge Fiano, il Pd vuole ina- 2010 al 2015 per lo stesso motivo. “Ma hanno fatto prima di noi a riaccender­le,” spiega Fernando Ferroni direttore d el l’ I s ti t ut o Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), ente che finanzia, insieme a partner francesi, il progetto Virgo. “Abbiamo sofferto della mancanza di personale che avrebbe velocizzat­o i tempi necessari a riaccender­e Virgo,” ha spiegato, riferendos­i alle politiche adottate dai governi dell’ultimo decennio - anni cruciali per Ligo-Virgo - che hanno ridotto il numero di docenti del 20 per cento e il Fondo Finanziame­nto Ordinario per l’università di oltre un miliardo. Ferroni aggiunge che Virgo è stato capace di celebrare il successo insieme a Ligo con un finanziame­nto totale di 350 milioni di euro contro i 2 miliardi investiti dagli Usa dal 1978.

I RICERCATOR­I DI VIRGO oggi raccolgono gli onori internazio­nali. Ma molti di loro negli ultimi 20 anni hanno sofferto di una situazione di carriera molto precaria. Simile a quella che oggi vive la comunità di ricercator­i italiani che partecipa alla costruzion­e di un interferom­etro milioni di chilometri più grande di Ligo- Virgo, che l’Agenzia Spaziale Europea conta di lanciare tra 15 anni. Nel 2016, dopo 16 mesi di test nello spazio, l’esperiment­o Lisa Pathifnder diretto da Stefano Vitale, fisico dell’Università di Trento, ha mostrato che è possibile realizzare un rilevatore di onde gravitazio­nali spaziale, ottenendo un riconoscim­ento mondiale. Ma come riportato dal Fatto nei giorni scorsi, i più importanti fisici internazio­nali, molti dei quali impegnati sulle onde gravitazio­nali, hanno scritto una lettera al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli per denunciare come l’Italia stia tagliando fuori d a ll ’ accademia, e quindi dalla ricerca, proprio il gruppo di ricercator­i di Lisa Pathfinder. Oltre a Takaaki Kajita, vincitore del Nobel per la fisica nel 2015, tra i firmatari ci sono anche Rainer Weiss e Kip Thorne, premiati ieri a Stoccolma.

IL PROBLEMA de n un c i at o dalla lettera è che le regole fissate dal ministero per abilitare i ricercator­i al ruolo di professore dopo la riforma Gelmini del 2010 li bocciano in automatico: non colgono la differenza tra chi è poco produttivo perché non si impegna nella ricerca e chi invece si occupa di progetti fondamenta­li ma che richiedono decenni per produrre risultati, proprio come è accaduto per Ligo-Virgo.

Diventare professori Rainer Weiss e Kip Thorne sono tra gli scienziati che chiedono la riforma dei concorsi

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LaPresse I tre vincitori Kip S. Thorne, Rainer Weiss e Barry Barish
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In notturna La Rommel Trail
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