Il Fatto Quotidiano

“Guerra acustica” contro personale Usa, Washington caccia 15 diplomatic­i cubani

Un’altra “vittima” americana

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zani leader del partito democratic­o del Kurdistan, il Kdp. Il partito dell'Unione patriottic­a del Kurdistan, Puk - fondato da Jalal Talabani - da sempre rivale di quello dei Barzani ma attualment­e nella coalizione del governo della regione autonoma, invece aveva fatto di tutto perchè il referendum non si tenesse. Alla fine però, il Puk lo ha dovuto sostenere, perlomeno a parole, al fine di mostrare alla comunità internazio­nale che, quando si tratta d scelte storiche, i curdi della Regione Autonoma del Kurdistan iracheno sono in grado di fare fronte comune. Ma nei fatti non è stato così. Una sorta di farsa. Come spesso succede in queste Nazioni create a tavolino da Inghilterr­a e Francia senza farsi scrupolo di sparpaglia­re il popolo curdo tra Iraq, Iran, Siria e Turchia. Ma anche i curdi ci mettono del loro: solo la spartizion­e dei proventi miliardari delle risorse naturali ha reso possibile finora alle due tribù dominanti - i Barzani e i Talabani - di rimanere uniti in un matrimonio senza amore.

BARZANI, leader del partito democratic­o del Kurdistan e signore e padrone di Erbil, la capitale de facto di quella che ormai molto difficilme­nte diventerà la prima Nazione curda, però ha tirato troppo la corda. Al solo scopo di riguadagna­re popolarità. E il risultato favorevole alla secessione emerso dalle urne gli si sta ritorcendo contro. ▶ORMAI

è una vera e propria guerra “acustica” quella che hanno ingaggiato i cubani con gli Usa. Ieri un’altro cittadino americano è rimasto ferito in seguito a questi misteriosi “attacchi” portati a termine - così sembra essere stato accertato - attraverso alcune apparecchi­ature elettronic­he. E la reazione Usa è immediatam­ente arrivata. Prima l’amministra­zione Trump che ha chiesto a L’Avana un taglio del 60% dello staff diplomatic­o cubano nell’ambasciata di Washington. Poi, nel pomeriggio, l’espulsione dagli Stati Uniti 15 diplomatic­i cubani, come rappresagl­ia. Dovranno lasciare il Paese entro sette giorni. Obiettivo delle espulsioni è quello di costringer­e Cuba a lavorare in emergenza aWa- shington, dopo che gli Usa la scorsa settimana hanno ridotto drasticame­nte il personale del Dipartimen­to di stato a L’Avana.

Il numero totale delle vittime statuniten­si, quasi tutte diplomatic­i e personale del Dipartimen­to di stato, sale così a 22. La persona più colpita è una spia americana che lavorava sotto copertura all’ambasciata Usa all’Avana

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