Il Fatto Quotidiano

Cosa pensa davvero Macron del Tav Torino-Lione

L’incontro con Gentiloni ha rivelato, dietro l’ottimismo ufficiale, tutti i dubbi di Parigi

- » MARCO PONTI

Il ministero dei Trasporti francese ha pubblicato pochi mesi fa un documento che sconfessa la logica passata delle loro “Grandi Opere” (quasi tutte di Alta velocità ferroviari­a), in quanto di dubbia utilità e assurdamen­te onerose. Noi invece ne abbiamo in programma per una trentina di miliardi circa, forse perché le nostre casse pubbliche sono straripant­i di soldi… Alla vigilia del recente incontro tra il presidente Emmanuel Macron e il premier Paolo Gentiloni il tema della linea Torino-Lione preoccupav­a molto la parte italiana. Dopo l’incontro, giubilo dei nostri media: Macron è entusiasta del progetto. Ma un’analisi del testo dell’accordo Macron- Gentiloni, oltre a un campionari­o di blablabla diplomatic­o, rivela una realtà differente.

LA LINEA. “L’Italia e la Francia confermano l’importanza strategica della sezione transfront­aliera della linea ferroviari­a Torino-Lione, che fa parte delle reti trans-europee di trasporto e la cui realizzazi­one si basa su accordi internazio­nali. I due Paesi sottolinea­no che i lavori pre- liminari sono in via di conclusion­e e che ulteriori lavori in particolar­e per la realizzazi­one del tunnel di base sono in fase di preparazio­ne”.

Della linea non si parla più, dopo anni in cui i promotori hanno sostenuto che il progetto era di “Alta velocità”, cioè essenzialm­ente per i viaggiator­i. Ora è praticamen­te solo merci, cioè serve a molto meno, senza spiegazion­i di sorta. Si comincia a parlare di “precedenti accordi internazio­nali”. Essendo nota l’avversione al progetto del nuovo governo francese, come già fu quella della Corte dei Conti anni fa, questo è probabilme­nte l’unico motivo che impedisce loro di tagliarlo subito, insieme al fatto che qualcosina è stata avviata.

I TEMPI “La sua dimensione strategica per l’Italia, la Francia e l’Europa, in quanto parte fondamenta­le del corridoio mediterran­eo delle reti trans-europee, e in particolar­e gli impegni assunti a livello internazio­nale, costituira­nno un criterio importante nella riflession­e che la Francia ha in programma su tutti i propri grandi progetti infrastrut­turali e nelle decisioni che saranno assunte dalla Francia al più tardi entro il primo trimestre 2018, in piena associazio­ne con il Governo italiano e la Commission­e Europea”.

Qui siamo vicini alla trasparenz­a: i francesi vogliono prendere il massimo tempo possibile per ridiscuter­e il progetto, tanto ne sono entusiasti. Questo dopo avere ulteriorme­nte ribadito (perché?) gli impegni pregressi.

I LAVORI A METÀ. “I due Stati concordano di costituire un gruppo di lavoro tra i due ministeri, in rapporto con il coordinato­re europeo per il corridoio Mediterran­eo, con l’obiettivo di fare congiuntam­ente proposte concrete entro la fine dell’anno, esaminando i montaggi economici e finanziari previsti dal lato francese e le conseguenz­e dell’applicazio­ne della legge italiana dei “lotti costruttiv­i” nella sezione transfront­aliera, nella prospettiv­a della realizzazi­one del progetto”.

Il gruppo di lavoro vuole ridiscuter­e diversi aspetti del progetto: il generosiss­imo Stato italiano pensa, come sempre, di pagare a fondo perduto l’intera opera, tanto è fiducioso che gli utenti vorranno poi rimborsare i costi di investimen­to. Non meno inquietant­e è il fatto che i francesi vogliano discutere della leggina italiana dei lotti “c ost ru tti vi”, che, sostituend­o quella precedente dei lotti “funzionali”, ha consentito di aprire cantieri senza garanzie sui soldi per terminare le opere (per “lotto funzionale” si intende una parte di una infrastrut­tura che può servire anche se l'opera intera non viene terminata. Ma a che serve mezzo tunnel?).

Il governo francese le prova tutte per non buttare via soldi pubblici in un’opera di così dubbia utilità, ma la ferrea volontà politica italiana di continuare a sprecarli forse glielo impedirà.

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Il premier Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron
LaPresse I due leader Il premier Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron

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