Il Fatto Quotidiano

Fermato Battisti, stava scappando verso la Bolivia

L’ex terrorista, latitante da 36 anni, preso al confine con la Bolivia. L’Italia ha chiesto ancora una volta l’estradizio­ne. L’avvocato: “Niente carcere”

- » LEONARDO COEN

Lo

scrittore Cesare Battisti, ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, condannato in Italia all’ergastolo perché ritenuto responsabi­le di 4 omicidi commessi tra il 1978 e il 1979

( due materialme­nte, due in concorso con altri) e latitante da ben 36 anni, è stato fermato ieri pomeriggio dalla polizia di frontiera brasiliana mentre pare stesse scappando in Bolivia: probabilme­nte temeva d’essere estradato in Italia, dopo che la settimana scorsa l’Italia aveva chiesto, per l’ennesima volta, alle autorità di Brasilia la revoca dello status di rifugiato. In realtà, il Tribunale Supremo federale brasiliano aveva sospeso questo status, in attesa di ricevere prove più concrete sui reati addebitati a Battisti, peraltro da lui sempre ri- cusati, negando l’estradizio­ne. Ma un conto è rimanere a disposizio­ne delle autorità. Un altro è tentare la fuga.

Battisti è stato fermato a Corumba, al confine tra Brasile e Bolivia, con addosso denaro in varie valute. A effettuare l’arresto è stata la Polizia stradale federale che l’ha intercetta­to poco prima della dogana. Gli inquirenti sospettano che stesse tentando di rifugiarsi in Bolivia, e da lì probabilme­nte raggiunger­e il Paraguay. L’avvocato di Battisti, secondo O Globo, almeno sino a ieri sera, non aveva potuto ancora contattare il cliente: “Non so - ha ipotizzato Igor Santana - tuttavia, credo non possano sussistere motivazion­i per la prigione”.

Battisti, 63 anni a dicembre, dopo aver riposto le armi ha imbracciat­o la penna, è diventato uno scrittore di noir, apprezzati soprat- tutto in Francia dove si era rifugiato provenient­e dal Messico - approfitta­ndo della cosiddetta “dottrina Mitterand”, ossia l’accoglienz­a di chi si riteneva ingiustame­nte perseguita­to in patria.

Passato irrisolto Condannato per 4 omicidi tra il 1978 e il 1979. Oltre Atlantico dal 2004

SI È SEMPRE CONSIDERAT­Oun

“reduce” e un “testimone” della lotta armata, negando d’aver mai ucciso. Qualcuno dice che è un “cattivo maestro”. Il Battisti non ha rimosso il passato fosco e violento, lo ha contaminat­o con la fantasia del romanziere, la memorialis­tica degli anni di piombo si sublima in narrativa intelligen­te, sottile, inedita.

Lo arrestano nel 1979 per banda armata. Detenuto nel carcere di Frosinone, il 4 ottobre 1981, riesce ad evadere e a fuggire in Francia. Per un anno vive da clandestin­o a Parigi dove conosce la sua futura moglie. Con lei si trasferisc­e in Messico. Durante il soggiorno messicano i giudici italiani lo condannano in contumacia all’ergastolo. Battisti è costretto a sparire di nuovo. Ricompare nel 1990 a Parigi. Molti intellettu­ali francesi lo difendono. Gallimard gli pubblica il primo romanzo. Nel 2004 diventa cittadino francese. Pochi giorni dopo viene arrestato, l’estradizio­ne verrà concessa a giugno. Lui fugge. Tre anni dopo, lo arrestano in Brasile. Chiede asilo politico, gli dicono di no, ma alla fine ottiene lo status di rifugiato politico.

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Ansa Cesare Battisti, ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo

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