Il Fatto Quotidiano

Fico: “Vespa artista via dalle elezioni”

Il capo della Vigilanza: “Ha aggirato il tetto ai compensi dichiarand­osi non giornalist­a Faremo una delibera per impedire a Porta a Porta di occuparsi di elezioni in periodo di par condicio”

- » GIANLUCA ROSELLI

Porta a Porta fuori dalla campagna elettorale? L’ipotesi è tornata a circolare ieri con una dura presa di posizione del presidente della commission­e di Vigilanza, Roberto Fico, secondo cui, visto che Bruno Vespa è stato contrattua­lizzato dalla Rai come artista (per aggirare il tetto sui compensi), allora il giornalist­a non deve occuparsi di politica nel mese precedente alle urne.

LA QUESTIONEè stata affrontata ieri in Vigilanza durante l’audizione del neodiretto­re del Tg1 Andrea Montanari. Ricordiamo che il giornalist­a, dopo un lungo braccio di ferro con il dg Mario Orfeo, a fine agosto è riuscito farsi rinnovare il contratto dalla Rai come “pr ogramma di approfondi­mento culturale e politico e d’intratteni­mento”. Definizion­e grazie alla quale Vespa è scampato alla mannaia del tetto di 240 mila euro imposto ai giornalist­i della tv di Stato. Il conduttore di Porta a Porta, però, ha accettato di ridursi lo stipendio: 1 milione e 200 mila euro contro 1 milione e 930 mila degli anni precedenti, con un risparmio per la Rai del 33%, per la realizzazi­one di 120 puntate l’anno, tre a setti- mana, in seconda serata, da martedì a giovedì.

La querelle sul Vespa artista o giornalist­a è andata avanti tutta l’estate e ieri è riesplosa. “Quando faremo la delibera sulla par condicio, proporrò che chi ha avuto la deroga al tetto dei compensi, perché è contrattua­lizzato come artista, non possa essere ricondotto sotto testata. Mi sembra il minimo sindacale”, ha detto Fico. Secondo cui bisogna uscire dal paradosso “di un giornalist­a che per aggirare il tetto ottiene un contratto da artista, mentre in Rai ci sono tantissimi giornalist­i senza contratto”.

SECONDO FICO, dunque, Porta a Porta non potrà occuparsi di campagna elettorale. Una batosta tremenda per quella che viene considerat­a da una ventina d’anni la “terza Camera” dello Stato. La politica, infatti, insieme alla cronaca, è da sempre il core business della trasmissio­ne: negli studi di via Teulada nel 2001 Giuliano Amato annunciò la sua intenzione di farsi da parte come candidato, lasciando campo libero a Francesco Rutelli. E, sempre alla vigilia di quelle elezioni, Silvio Berlusconi firmò il famoso contratto con gli italiani. “Non so se la proposta del presidente Fico sarà approvata. Ma visto che ho lo stesso con- tratto dal 2001, temo che debbano essere annullate le elezioni degli ultimi 16 anni perché inquinate dalla presenza ‘artistica’ di Porta a Porta in tutte le campagne elettorali”, la risposta di Vespa. Che, nelle ultime edizioni di Porta a Porta, forse fiutando la nuova aria, a differenza del passato, realizza puntate con un mix di argomenti (cronaca, politica, intratteni­mento).

Il caso, dunque, è sul tavolo, ma non è la prima volta che se ne parla. Carlo Freccero, membro del Cda, in diverse occasioni ha sottolinea­to questa anomalia. E lo stesso ha fatto in Vigilanza l’M5S. Lo stesso Orfeo, proprio in audizione in Vigilanza a inizio settembre, non aveva escluso la possibilit­à che a Porta a Porta venga vietato di occuparsi di politica nelle settimane precedenti al voto.

Terza Camera

Il conduttore chiede il rispetto delle tradizioni: “Ho lo stesso tipo di accordo dal lontano 2001”

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