Il centrosinistra e il mondo esterno: affinità e divergenze
Quello che accade nel settore politico che per comodità chiameremo “cen tro sini stra ” è straordinario. Riassumendo: dentro il ceto politico di quell’a gg lo me ra to , Matteo Renzi sta sulle palle a tutti esclusi famigli, clientes e certi irrecuperabili ottimisti che vedono in lui il leader di cui la destra ha bisogno (questa non è una battuta). Renzi, dunque, fa caso a sé, a voler tralasciare quello stato d’animo chiamato Alternativa Popolare (cioè Alfano & C). Poi ci sono quelli a cui sta sulle palle Renzi, che si dividono tra chi è rimasto nel Pd (Franceschini, Orlando, etc.) e chi ne è uscito (tipo Bersani e soci): i primi vogliono ucciderlo con una coltellata alla schiena dopo le Regionali in Sicilia, i secondi dandogli fuoco in piazza dopo le Politiche. Anche quelli a cui sta sulle palle Renzi, però, si stanno quasi tutti sulle palle a vicenda: a mero titolo d’esempio, si allude a una catena di Sant’Antonio del tipo Fratoianni che odia Pisapia, che odia D’Alema, che disprezza tutti, etc. Va bene, per carità, cose che capitano, solo che ad oggi non è chiaro quali siano le differenze a livello di proposta politica a cui, volendo, dovrebbe interessarsi quel largo pezzo di umanità che non conosce di persona nessuno dei sunnominati: una sfumatura di fondi alla povertà, un niente di precariato in meno, una spolverata di diritti cosmetici, uno zero virgola di deficit e un po’ di Stato sociale. Tutto da fare col pareggio di bilancio e il “ce lo chiede l’Europa”. Praticamente un colpo al cerchio, uno alla botte piena, uno alla moglie ubriaca e il resto a chi capita (cioè noi).