Pugno di Madrid: chiuso il Parlamento catalano
Bloccata la dichiarazione d’indipendenza
■ La Corte suprema spagnola vieta la riunione dell’assemblea che lunedì prevedeva di dichiarare la secessione formale. La presidente dell’aula: “Niente censura”. Fuga degli istituti di credito da Barcellona
IlTribunal Constitucional ha sospeso la sessione plenaria del Parlamento catalano del prossimo lunedì ove era prevista l’audizione del presidente della GeneralitatPuigdemont, per valutare il risultato del referendum del 1˚ ottobre, neppure ancora formalmente convocata. La Corte suprema spagnola ha proceduto alla sospensione dell’atto in seguito all’ammissione del ricorso presentato dai socialisti catalani. La presidente Forcadell, subito dopo la notizia, ha sottolineato: “S ospendere plenarie che non sono neppure convocate è la nuova offerta di dialogo”, ma “non permetteremo che la censura entri in questo Parlamento”.
Probabilmente infatti l’assemblea ci sarà e non solo per volontà della maggioranza indipendentista, ma anche per il sostegno di Catalunya Sí Que Es Pot, magari con un cambiamento dell’ordine del giorno.
Nel frattempo, la società catalana sta provando tutti i possibili canali per riaprire il dialogo, dalla chiesa a Ccoo de Catalunyache propone un negoziato sul doppio binario della riforma della Costituzione e del referendum concordato; dalla riunione della sindaca Colau con i consoli alla squadra di calcio del Barcelona.
Oggi si riunisce la Commissione Indipendente per la Mediazione, la Conciliazione e il Dialogo, iniziativa proposta dall’Ordine degli Avvocati di Barcellona, con la partecipazione del sindacato confederale, convocata da Puigdemont, per discutere sul futuro della Catalogna.
IL BANCO SABADELL ha ieri deciso di spostare la sua sede sociale fuori dalla Catalogna, ad Alicante, per proteggere i suoi risparmiatori da future turbolenze dei mercati finanziari in relazione a un’eventuale dichiarazione uni- laterale d’indipendenza. Le perdite degli ultimi giorni hanno accelerato i piani dell’entità finanziaria. La preoccupazione è quella di rimanere sotto la protezione della Banca centrale europea qualunque cosa accada nei rapporti tra la Catalogna e la Spagna. Il Sabadell ha solo il 15% del suo volume di affari in Catalogna, dove rappresenta la quarta entità finanziaria dopo Bbva, CaixaBank e Santander.
IL GOVERNO SPAGNOLOvuole far approvare un decreto legge, che starebbe contrattando con il Psoe, per facilitare il cambio di sede delle imprese catalane, permet- tendolo se deciso dai soli consigli di amministrazione senza passare per le assemblee degli azionisti, questo faciliterebbe CaixaBank che sembra mediti proponimenti analoghi al Banco di Sabadell. Ma il vicepresidente dell’esecutivo catalano Junqueras assicura che non ci sarà nessuna fuga di imprese, perché in Catalogna gli investimenti stranieri diretti e le esportazioni sono a livelli di record storici.
L’estrema destra del PP alza la voce. Lo fa José María Aznar con la sua fondazione Faes che richiede a Rajoy di uscire dall’inerzia e agire con più determinazione nei confronti di Puigdemont per la difesa dell’unità della Spagna. Per domenica Societat Civil Catalana ha convocato una manifestazione a Barcellona per evidenziare che non ci sono solo cittadini secessionisti, ma anche quelli che vogliono la permanenza della Catalogna nella Spagna.
Banche fuori-sede
I maggiori istituti di credito temono lo choc ed emigrano in altre città