Il Fatto Quotidiano

Tesi Madia: in 200 giorni non si è capito se è copiata

L’Imt di Lucca sta ancora valutando

- » LAURA MARGOTTINI

Dopo 200 giorni di indagini, la Scuola Imt Alti studi di Lucca non ha ancora stabilito se Marianna Madia, ministra della Pubblica amministra­zione dei governi Renzi e Gentiloni abbia copiato la tesi con cui si è dottorata nel 2008, come è emerso da un’inchiesta del Fatto dello scorso marzo. “La procedura è in fase conclusiva” ha spiegato al Fatto Pietro Pietrini, direttore di Imt. Alla domanda su quando si concluderà l’indagine - partita il 18 aprile scorso, quasi sei mesi fa - Pietrini si è rifiutato di rispondere.

Nel 2011, l’Università di Bayreuth, in Germania, revocò immediatam­ente il dottorato all’allora ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg dopo che i giornali avevano svelato che un’ampia parte delle 475 pagine della sua tesi era stata copiata. In capo a due mesi, un’inchiesta interna dell’università confermò che si trattava di plagio.

LA TESI della Madia (“Essays on the Effects of Flexibilit­y on Labour Market Outcome”) è di 95 pagine (al netto di bibliograf­ia e tabelle), cioè un quinto di quella di Guttenberg. Su 35 di esse il Fatto ha rilevato passaggi identici a quelli presenti in pubblicazi­oni di altri autori, senza virgolette né citazioni, per un totale di almeno 4 mila parole, con il risultato che non è possibile distinguer­e il testo originale della ministra da quello di altri autori. Per gli esperti sentiti dal Fatto, tra cui quelli che hanno analizzato la tesi di zu Guttenberg, i blocchi copiati sfiorano le 8 mila parole. Ben Martin, direttore di Research Policy, rivista di riferiment­o internazio­nale per gli standard accademici in materia di plagio, ha svolto un controllo indipenden­te sulla tesi: “Quello che abbiamo qui è un inaccettab­ile livello di plagio” ha dichiarato al Fatto il 31 marzo scorso.

Ci sono poi altri aspetti mai chiariti né da Imt né dai relatori della tesi, Fabio Pammolli (direttore di Imt nel 2008) e Giorgio Rodano, già professore ordinario di Economia all’Università Sapienza. Secondo la ricostruzi­one del Fatto, Madia si è dottorata il 22 dicembre 2008 (Imt non ha mai reso noto quale fosse la data esatta). Quel giorno il sito di Imt riporta che a discutere la tesi c’erano gli studenti Luigi Moretti e Valerio Novembre, ma non la futura ministra. Sul sito, il suo nome non compare in nessuna sessione di laurea. La tesi di Madia si sovrappone alla tesi di una collega, dotto- randa a Imt nel 2008: Caterina Giannetti, che non ha mai risposto alle nostre domande. Per ragioni mai chiarite, è Giannetti ad aver creato il file pdf della tesi della ministra disponibil­e sul sito di Imt,

DALLE TESI di Giannetti e Madia uscirono anche alcune pubblicazi­oni: la Giannetti firma nel 2012 “Relati onship Lendings and Firm Innovative­ness”, pubblicato dal Journal of Empirical Finance. Con la Madia firma, nel 2013, “Work arrangemen­ts and firm innovation: is there any relati ons hip ?” sul Cambridge Journal of Economics.

Il Fatto ha riscontrat­o che i due articoli presentano una serie di passaggi identici tra loro e altri molto simili. In entrambi ci sono interi passaggi identici a quelli presenti nelle pubblicazi­oni di altri autori, senza virgolette e spesso senza citazione nel testo. Dopo le ri- velazioni del Fatto , il Cambridge Journal of Economics (Cje), della casa editrice Oxford University Press (Regno Unito), ha avviato un’inchiesta interna. Il 30 settembre il comitato editoriale ha dichiarato al Fatto che “l’a r ti c ol o contiene le necessarie citazioni e non c’è evidenza di plagio”. Eppure nell’articolo del Cje esistono ampi passaggi identici a quelli presenti in altre pubblicazi­oni che non vengono citate. Ce ne sono poi altri - ad esempio, in “Innovativi­ty: A comparison across seven European countries”, a firma di Mohnen, Mairesse e Dagenais, pubblicato nel 2006 da Economics of Innovation and New Technology - inseriti senza virgolette e peraltro presenti anche nella tesi della Madia senza alcuna attribuzio­ne nel testo. Il Fattochies­to al Cje di chiarire questi punti e di poter visionare le risultanze della perizia, ma non ha ottenuto ulteriori risposte.

Nella tesi, Madia dichiara anche di aver trascorso un periodo di studi all’Università di Tilburg, in Olanda, dove ha condotto l’esperiment­o originale della sua ricerca. L’università ha ribadito che “Marianna Madia non è mai stata studente a Tilburg” e che pertanto “è altamente improbabil­e che l’esperiment­o sia mai stato condotto”. Non risulta alcun documento relativo all ’ esperiment­o. A Tilburg nel 2008 c’erano invece Caterina Giannetti e Maria Bigoni, che si sono dottorate all’Imt il 24 aprile 2008 (lo spiega il sito). La Madia le ringrazia nella tesi “per il loro aiuto nel condurre l’e sper ime nto ”. Madia ha annunciato querela contro il Fatto a fine marzo scorso. Querela che non è mai stata notificata.

Le analogie

Gli stessi esperti della commission­e tedesca confermano il copia e incolla della ministra Madia non è mai stata studente a Tilburg È altamente improbabil­e che l’esperiment­o sia mai stato condotto

L’ATENEO IN GERMANIA Quello che abbiamo qui è un inaccettab­ile livello di plagio BEN MARTIN RESEARCH

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Ansa Qualche differenza... Marianna Madia e l’ex ministro tedesco KarlTheodo­r zu Guttenberg
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