Il Fatto Quotidiano

Il questore che “salutava” l’arrestato

Gagliardi e l’ex vicesindac­o di Verona finito in manette nel 2014, poi condannato

- » ANDREA TORNAGO

La

deposizion­e della poliziotta al processo per tangenti, in cui il sostituto commissari­o Margherita Taufer raccontava le sanzioni disciplina­ri subìte dopo aver indagato nel 2013 sul vicesindac­o di Verona, l’ha fatto infuriare. Vito Danilo Gagliardi, questore di Venezia, quando ha letto la cronaca dell’udienza se l’è presa con la cronista del quotidiano veronese L’Arena che l’aveva riportata e ha risposto con una lettera che ora potrebbe costargli cara. È finito nel registro degli indagati per diffamazio­ne aggravata dal mezzo della stampa dopo la denuncia della giornalist­a, e su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio per aver “offeso la reputazion­e della giornalist­a Fabiana Marcolini, attribuend­ole un fatto determinat­o”.

Gagliardi nel 2014 era questore di Verona mentre la città di Romeo e Giulietta era in pieno terremoto giudiziari­o per l’arresto del vice di Flavio Tosi, Vito Giacino (condannato in via definitiva per con- cussione). Le indagini erano affidate dal pm Beatrice Zanotti al sostituto commissari­o Taufer, in servizio presso la Procura di Verona come capo della polizia giudiziari­a.

Dopo la perquisizi­one a casa del vicesindac­o e della moglie, sulla poliziotta cominciano a piovere una serie di provvedime­nti disciplina­ri, firmati dall’allora questore di Verona Gagliardi (tutti annullati dal Tar), fino al trasferime­nto d’ufficio alla polizia di frontiera. Era di questo che parlava Taufer davanti ai giudici nel marzo del 2016, chiamata come testimone al processo nei confronti di un imprendito­re: il giorno dell’arresto di Giacino “il questore di Verona verso mezzogior- no è arrivato al piano della squadra mobile – ha spiegato l’agente al Tribunale – ma non mi ha degnato di uno sguardo. Quando ho chiesto a un collega come mai fosse lì la risposta fu che voleva salutare Giacino”.

NEL PROCESSO erano emerse anche le precauzion­i speciali disposte dal pm per gli interrogat­ori più importanti: “Avevamo optato per una sede diversa, sapendo delle conoscenze che il vicesindac­o probabilme­nte aveva nell’ambito delle amministra­zioni nostre e della Procura”. Quell’inchiesta però non le è valsa certo una promozione: “Mi è stato detto di essere un ingranaggi­o impazzito che doveva essere di- sinnescato per le troppe indagini che stavo seguendo su delega dei pm”. Gagliardi, rispondend­o sull’Arena, ha parlato di “narrazioni fantasiose e calunniose”, accusando la giornalist­a di essersi fatta “portavoce di appartenen­ti alla polizia che intendereb­bero gettare ombre sull’operato del questore Gagliardi, in tal modo facendo una cortesia agli stessi”. In Laguna liquidano la vicenda con un certo imbarazzo: “Vecchie questioni veronesi che non intaccano il suo ruolo a Venezia”, osservano dagli uffici della questura, mentre Gagliardi contattato dal Fatto non commenta. L’udienza preliminar­e è fissata per il 10 ottobre a Verona.

La polemica

Il dirigente è accusato di aver diffamato la giornalist­a che ha raccontato l’episodio

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Ansa Vito Danilo Gagliardi

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