Il Fatto Quotidiano

I secessioni­sti della terza età e la sindrome franchista

Chi ha vissuto i tempi della dittatura ricorda il passato violento degli anni 50-70

- E. M. B.

Domenica ai seggi c’erano molte persone anziane, alcune rimaste vittime delle violenze della polizia spagnola. Per tante di loro votare per l’indipenden­za è stato il coronament­o del sogno di tutta la vita. Come ci dice Perot, 80 anni, orgoglioso della tenacia del suo popolo. Ci racconta una storia emblematic­a dei primi anni cinquanta, quando il biglietto del tranvia costava 40 centesimi. Un giorno decisero di aumentarlo a 70 centesimi, ma solo in Catalogna e non a Madrid. E i catalani smisero di prendere il tram per settimane, con la pioggia e con il sole, fino a che le autorità si videro costretti a ripristina­re il prezzo precedente.

Ma soprattutt­o, le persone anziane hanno memoria della dittatura e della Guerra Civile. Sono addolorate e sorprese per quello che è successo domenica. In Spagna è sufficient­e avere attorno ai cinquant’anni per ricordarsi del franchismo, almeno dell’ul ti mo periodo. Perché la democrazia è arrivata meno di 40 anni fa, la Transizion­e è finita solo nel 1981, con il fallimento del colpo di Stato di Tejero.

Così Isabel, di 57 anni, che vive in Italia, ci racconta le sue sensazioni nel vedere le violenze di domenica: “Mi hanno ricordato la paura della polizia che avevo un tempo e che ho cominciato a dimenticar­e quando sono venuta via 30 anni fa. Penso che ci sia come una nostalgia del franchismo. Il messaggio che vogliono far passare è che finalmente c’è un’autorità: è il todo atado y bien atado (tutto sotto controllo, ndr) e la libertad dentro de un orden che sentivo da bambina, mi sembra di essere a quello stesso punto”.

Carmen ha 65 anni, è delle Canarie e vive in Catalogna da molto tempo: “Sento molta tristezza perché non avrei mai immaginato che succedesse questo, dopo aver lottato tanto per la democrazia”. Carme, di 62 anni, aggiunge “Con la dittatura soffrivamo la repression­e, ma in democrazia è peggio. Non mi aspettavo che ci fosse ancora tanto franchismo in Spagna”. “Mi ha ricordato il franchismo - ci dice Josep di 75 anni, detenuto per due volte nel corso della dittatura – domenica era sufficient­e che quei poliziotti si cambiasser­o di uniforme ed eravamo nel ’75. C’è un substrato di franchismo evidente, ma non me l’aspettavo”. “Mi sono ricordata di quello che aveva vissuto mio padre, repubblica­no che ha subito delle rappresagl­ie, e di Via Laietana a Barcellona che allora era l’inferno perché ci stava la Policia Nacional. Pensavo che fossero quattro nostalgici adesso e invece c’è molta rabbia, molta cattiveria”, ammette Esperanza , di 71 anni.

Xavier ha 59 anni, suo padre era una Guardia Civil. Non ha votato perché lo vuole fare solo in un referendum legale. Pensa che la violenza di domenica “è sproporzio­nata e illegittim­a”. “Martedì ho parlato con una Guardia Civil che ha 90 anni, un amico di mio padre, in pensione da tempo”, ci dice. “Non ha votato, perché mi ha detto “amo la Catalogna, amo la Rioja, di cui è originario, e non posso votare per un referendum d’in d ipendenza”, però, ha aggiunto “io non ho mai fatto niente del genere” riferendos­i alle violenze. Il PP è pieno di franchisti, anche l’amministra­zione dello Stato lo è, quello che è successo domenica ricorda quei tempi”.

Carmen ha 81 anni, quanto successo le ricorda un episodio attorno al ‘74 “quando facemmo a Sitges un festival e venne il cantante valenciano Raimon. All’uscita scandivamo “libertà e Statuto d’autonomia” e trovammo una fila di Guardia Civil che cominciò a rincorrere la gente per tutta la città”.

Riascolto gli slogan che sentivo da bambina come ‘libertà all’interno di un ordine’

ISABEL, 57 ANNI

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Alta la partecipaz­ione tra la popolazion­e più adulta
Reuters Zoccolo duro Alta la partecipaz­ione tra la popolazion­e più adulta

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