Il Fatto Quotidiano

Al voto Il problema non è Pisapia, ma la società abbandonat­a a se stessa

- CLAUDIO MARCHINA MAURO CHIOSTRI VINCENZO STALTERI ANTONELLO CAPORALE MASSIMO MARNETTO NICOLA FRATOIANNI SEGRETARIO NAZIONALE DI SINISTRA ITALIANA G. ME.

Siamo alle solite: un magistrato dalla schiena dritta che parla ai cittadini (in nome dei quali è amministra­ta la Giustizia), risulta scomodo al potere. Piercamill­o Davigo – secondo il vicepresid­ente del Csm, Giovanni Legnini – farebbe meglio a evitare di parlare nei talk show di legalità, Costituzio­ne ma soprattutt­o della differenza tra assoluzion­e e prescrizio­ne.

Forse per il rischio che i cittadini potrebbero comprender­la? Bisognereb­be rammentare al Dott. Legnini che proprio Paolo Borsellino, in una celebre intervista, rilasciata due mesi dopo l’uccisione del giudice Rosario Livatino, dichiarò che per un magistrato “è doveroso parlare ai cittadini per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica che dev’essere la chiave di volta per la risoluzion­e di una determinat­a situazione”. Posso solo immaginare che Davigo, come molti suoi colleghi, continuerà a parlare ai cittadini nonostante vi sia il desiderio di impedirlo.

Del resto, lo stesso vicepresid­ente Legnini afferma che “non ci sono norme per arginare questo fenomeno”.

Ecco, tra il pensiero espresso da Paolo Borsellino e quello di Giovanni Legnini non ho dubbi su da che parte stare.

L’uomo progressis­ta cerca solo un posto al ministero

Pisapia non è interessat­o a un “partitino” del 3%, lui vuole far parte di una “sinistra di governo”.

Legittima aspirazion­e, per carità, ma se per farlo si vuole alleare con Renzi e i suoi affini: Alfano, Verdini, Casini, dovrebbe spiegare quale politica pensa che sarà tenuto ad avallare.

Se, per andare al governo, si è costretti a eseguire gli ordini di Confindust­ria e di Marchionne (come ha fatto Renzi nei suoi famigerati “mille giorni”) è meglio che la si- LA RISPOSTA CHE CHIEDEil prof. Alberto Asor Rosa, quando si domanda perché Pisapia non abbia continuato a fare il sindaco, è semplice: temeva un insuccesso elettorale perché, a mio avviso, molti milanesi avevano capito che era un bluff, incapace e inconsiste­nte. Per fare il sindaco di una metropoli occorre, peraltro, vigore politico e immediatez­za nelle decisioni, qualità che Pisapia ha dimostrato di non avere. Credo che imilanesi lo hanno già dimenticat­o e fra non molto gli italiani faranno fatica a ricordare la sua apparizion­e nel panorama politico nazionale. NON SO SE IL PROFESSOR ASOR ROSAcondiv­ida la sua opinione. Ha spiegato invece, con sufficient­e chiarezza, il suo giudizio: il Partito democratic­o ha mutato linea politica al punto da rendere poco credibile ogni alleanza verso sinistra. Non mi sento di dargli torto: la percezione che si ha di quel partito pare oggi così distante ed estranea ai destini di chi crede in un governo, e mi scuso per la semplifica­zione, che dia più forza alla società debole e anonima, numerosa e dispersa, e riduca sotto il controllo della legge i poteri forti, sempre enormement­e debordanti. Ma il problema non può essere circoscrit­to al Pd. Il punto sul quale anche Asor Rosa giustament­e dubita, è se queste personalit­à che ora chiamano a raccolta la sinistra abbiano la forza, le idee e la reputazion­e per smuovere le passioni e affrontare la salita della mon- nistra se ne stia all’opposizion­e, a meno che ciò a cui si ambisce è solo una comoda e ben remunerata poltrona di qualche ministero, in questo caso la “vocazione maggiorita­ria” si giustifica pienamente.

“Meno tasse per tutti” è lo slogan truffa dei due amici

La sinistra ha bisogno – presto – di un programma per ritrovarsi. Anche se alcuni personaggi sono divisivi, un buon programma di cose da fare potrebbe essere il collante per ricomporre le parti andate in frantumi, di quel vasto mondo che ha difeso la Costituzio­ne il 4 dicembre scorso. tagna che gli sta di fronte.

Troppa gente non vota più, il segno più temibile di una democrazia infragilit­a e depressa dove anche gli attori nuovi, come il Movimento 5 Stelle, si dimostrano incapaci alla prova del governo deprimendo ancora di più speranze – in verità già assai residue – che in fondo al tunnel qualche luce si potesse intraveder­e. Un programma che dovrebbe aprirsi con un “preambolo”: il recupero dell’evasione fiscale, per il recupero della giustizia sociale. Ci sono poveri e non autosuffic­ienti a cui viene sempre detto di accontenta­rsi delle briciole, perché non ci sono i soldi. Poi però si scopre che solo nell’ultimo anno in Italia c’è stata un’evasione fiscale di 111 miliardi (sì, avete letto bene: miliardi).

Basta solo la famosa volontà politica. Ecco, sullo stretto legame tra recupero dell’evasione fiscale e recupero di giustizia sociale, Renzi non ha mai speso una parola, inseguendo invece B con il suo richiamo “meno tasse per tutti”. Uno slo- gan truffa, che ha avuto sempre un solo esito: meno tasse ai ricchi e meno servizi ai poveri.

Perché Delrio non sciopera per problemi più urgenti?

Corruzione, disoccupaz­ione, esodati, banche truffaldin­e, debito pubblico in perenne crescita, nessuna legge sul fine vita, tagli a welfare, sanità e istruzione, mafie in espansione anche al nord, microcrimi­nalità, inquinamen­to, stupri, evasione fiscale, tassazioni esose, legge elettorale truffa, immigrazio­ne selvaggia, abusivismo edilizio, terremoti senza ricostruzi­one, università con professori

Ps: le faccio una proposta: nei prossimi giorni viene con me a vedere come lavoriamo sul territorio, lontani dai riflettori? C'è una sinistra che pensa e lotta: proviamo a raccontarl­a di più.

Non sono in discussion­e le buone intenzioni dell'onorevole Fratoianni che fa bene a non curarsi dello spazio che gli dedicano giornali e tv. Se ha trovato ingeneroso il mio articolo non si curi nemmeno di quello: vuol dire che confida in un più generoso risultato alle prossime elezioni politiche che gli auguro sinceramen­te e che lo consolerà di ogni critica ingiusta.

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LaPresse Il professore Alberto Asor Rosa

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