B. E MATTEO (E QUIRINALE) PER L’INCIUCIO POST-VOTO
In queste lunghe settimane il dibattito politico sul Rosatellum è stato a lungo retto da un retro pensiero, sapientemente alimentato da alcuni renziani da un lato e da vari ber lusconiani dall’ altro. Questo :“Il R osa tellumnonc on viene né a Berlusconi né a Renzi, alla fine salterà e voteremo con le leggi della Consulta”. Invece è accaduto il contrario ma l’interrogativo non è stato sciolto: perché il segretario del Pd s’impicca a una legge che per il suo partito prevede un’ecatombe in molte zone d’Italia e allo stesso tempo Berlusconi si consegna mani e piedi e seggi alla Lega nel Nord?
La risposta sta nel cinico realismo di Sistema che ha mosso l’accordone del Rosatellum: evitare a tutti i costi la possibilità di un incarico da parte di Mattarella al candidato premier dei Cinquestelle. Così la peggiore legge elettorale di sempre partorita dal Parlamento, per metodo e contenuti, è diventata un paradosso a forma di ibrido. Un proporzionale mascherato da maggioritario senza alcun premio e che come esito finale prevede l’esatto opposto delle coalizioni che si presenteranno nei collegi. Allo stato, infatti, a meno di clamorosi boom grillini, l’unico governo possibile è quello tra Berlusconi, Renzi e Alfano, confermato dalle varie simulazioni circolate nei giorni scorsi. Anche per questo, allora, il capo dello Stato ha dato la benedizione e il suo via libera a questa bruttissima vicenda parlamentare. All’indomani delle elezioni, l’ex Cavaliere condannato saluterà gli alleati populisti e s’imbarcherà sul carro del Nazareno. E Renzi? Adesso i suoi dicono che si è deciso perché spera nel voto utile, collegio per collegio. In realtà, il Nazareno o le larghe intese sono la sua ultima spiaggia: dopo la mutazione genetica del Pd e aver distrutto tutti i ponti a sinistra non gli resta che l’inciucio per tentare di tornare a Palazzo Chigi. Non a caso, il vero architetto del Rosatellum, D’Alema dixit, è stato Verdini.