Comizio di Fava nel regno di don Nitto e delle corse clandestine di cavalli
Il candidato della sinistra sfida boss e degrado: “Città abbandonata”
ASan
Cristoforo l’hanno percepita come una sfida. Claudio Fava, candidato alla presidenza della Sicilia, sta per iniziare il suo comizio in piazza Innocenzo Bonomo, intitolata al prete che una trentina di anni fa reggeva qui l’Istituto dei Salesiani. Quella stessa scuola frequentata dal giovane Riccardo Pellegrino, candidato alle prossime regionali con Forza Italia, che proprio lì ha conosciuto il seminarista Carmelo Mazzei, figlio del boss Nuccio.
IN PIAZZA BONOMO, pochi giorni fa, Pellegrino ha arringato i suoi fedelissimi, inveendo contro “i comunisti”. “Che vadano fuori da questa piazza”, gridava dal palco alle persone venute a sentirlo. Ora c’è Fava. Un centinaio di persone. “Poteva evitare di venire qui, è stato offensivo”, commenta un signore sulla cinquantina, mentre un coetaneo ribatte: “Chiunque venga qui dei politici non cambia nulla, il quartiere è morto, solo la droga è viva”. Poi ci pensa su e aggiunge: “L’unico che ci faceva del bene era padre Bonomo, insegnava a leggere e scrivere e aiutava le persone ad entrare al Comune. Allora si poteva fare”. Ma Fava il suo comizio lo rivolge soprattutto agli abitan- ti di San Cristoforo: “Liberatevi dal voto obbligato. Scegliete il voto utile, votate per Fava o per chiunque altro ma non votate per chi vi ha chiesto il voto per ottenere potere e poi vi ha abbandonato”. A chi lo ha preceduto su quel palco rivolge solo una battuta: “Vorremmo sapere dove è stato in questi anni di battaglia. In Consiglio comunale mi dicono si sia battuto contro le unioni civili”.
IL QUARTIERE “è stato abbandonato anche dal sindaco Enzo Bianco – grida Fava –, la richiesta delle scuole malandate di questo quartiere, che qui sono presidi di legalità, sono rimaste inevase”. Poi una battuta sul Gapa, l’associazione che fa doposcuola ai ragazzini del quartiere. Ne hanno salvato più di uno dalla malastrada. I due signori che commentava- no guardano distanti dal palco. A San Cristoforo inizia un’altra città. Una città nella città con regole proprie, annunciata dall’odore di carne di cavallo che proviene dalle putìe disseminate lungo la via Plebiscito, aperte fino a notte inoltrata.
Questo è stato il regno del boss Benedetto Santapaola tuttora un capo influente secondo la Procura di Catania, seppur ristretto al 41 bis. Anche Don Nitto frequentava l’istituto della piazza fino alla quinta elementare e faceva il chierichetto proprio per padre Bonomo. Da queste parti, in Via Villanuova, il 21 aprile 1998, perse la vista un bambino di cinque anni, Nico Querulo, colpito da un proiettile vagante nel corso di un agguato mortale contro un pregiudicato.
Uno dei suoi assassini confessò poco dopo, rivelando anche i particolari sconcertanti di un altro omicidio commesso un mese prima, quello della propria nipote, la ventenne Annalisa Isaia, colpevole di andare in discoteca con ragazzi appartenenti a famiglie rivali. Fava ha da poco finito di parlare mentre si aprono le stalle delle viuzze intorno alla piazza da dove stanno per uscire i cavalli. Domani è un altro giorno e ci si prepara per le corse clandestine dell’alba.
I Cento passi
L’invito: “Non premiate chi prova a comprare i vostri voti e poi vi abbandona”