Il Fatto Quotidiano

“Senza sanatoria l’Italia terremotat­a morirà”

Casette abusive Gentilucci, sindaco di Pieve Torina (Macerata): “I Comuni del cratere chiederann­o un decreto al governo”

- » SANDRA AMURRI

“Sono rimasti a presidiare il territorio per non farlo morire, hanno costruito le casette su terreni di proprietà edificabil­i, ma senza concession­i edilizie dai tempi biblici, quindi abusive”.

Alessandro Gentilucci, 40 anni, sindaco di Pieve Torina (Macerata), il paese distrutto dal terremoto con il 93 per cento di case inagibili, lancia un grido di allarme condiviso da tutti i sindaci del cratere che domani si riuniranno per chiedere a gran voce un decreto per sanare questa situazione, prima che scattino i sigilli della magistratu­ra, come è accaduto per la casetta di Peppina, la signora di 96 anni che è finita su tutti i giornali. “Fermo restando che la magi- stratura deve fare il suo dovere, la soluzione, affinché queste famiglie non vengano vessate due volte, spetta alla politica. Le casette abusive nei tanti Comuni del cratere, sono oltre un migliaio”, continua il sindaco. “La Forestale sta facendo ispezioni a tappeto e questo sta creando una tensione enorme. Sono avvilito per la pochezza di chi ci governa che non riesce a trovare una soluzione. Lo Stato è arrivato tardi e ora dice: ti butto fuori casa”.

È UN FIUME in piena il sindaco Gentilucci che, senza alcun imbarazzo, spiega anche l’accusa di essere in conflitto di interessi in quanto sua madre vende casette prefabbric­ate: “Ne ha vendute pochissime, sottolineo che le autorizzaz­ioni edilizie vengono rilasciate da ll ’ ufficio tecnico e sfido chiunque a dire che un diri- gente rischi la galera per far piacere al sindaco”. Continua amareggiat­o: “Ho lasciato il mio lavoro, prendo 900 euro al mese, ho rifiutato di raddoppiar­mi lo stipendio in base al decreto per l’emergenza, dal giorno del sisma ho fatto con la mia auto 88 mila chilometri, ho casa distrutta, vivo in un camper, ho la coscienza limpida. Sarebbe meglio sapere che una famiglia di quattro persone ha fatto risparmiar­e allo Stato 60 mila euro in un anno visto che ogni sfollato in hotel costa 1.200 euro al mese. Mi chiedo perché non è stata adottata la stessa ordinanza in deroga alla paesaggist­ica co- me per le attività commercial­i: terminata l’emergenza, prima di rientrare nel locale ricostruit­o, devi demolire la casetta o il container dove hai allestito il negozio. Le Sae (soluzioni abitative d’emergenza) sono costate 1.700 euro al metro quadro e anche queste devastano il territorio tant’è che saranno demolite, allora? Chi si è comprato la casetta ha salvato il territorio, ha tenuto aperto uno spiraglio di una vita che sembrava perduta per sempre. La devastazio­ne è il degrado che ancora regna qui, le macerie, i buchi nelle case, le scuole – conclude – che stiamo ricostruen­do grazie alle donazioni; dove sta il decoro urbano nel mio territorio, il più grande della comunità montana dopo Camerino?”.

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Le casette a Pieve Torina (Mc)

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