Il Fatto Quotidiano

Energia, serve un’Authority più battaglier­a

- » STEFANO FELTRI

▶DELMANDATO

scadenza del governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco si è molto discusso, con editoriali e difese d’ufficio. Ma della scelta del nuovo presidente dell’Autorità dell’Energia si parla poco: Guido Bortoni lascerà a breve la poltrona che ricopre dal 2011. Lo saluteremo senza rimpianti, troppe volte le sue scelte sono sembrate ottimi esami per esplicitar­e quella che nei manuali di economia si chiama “cattura del regolatore”. Niente di illecito, ma l’arbitro finisce per essere troppo sensibile alle ragioni di una delle due squadre, quella delle grandi aziende, e meno alle ragioni dell’altra, i consumator­i. Tra tutte le Authority, quella che vigila su elettricit­à, gas e acqua è la più tecnica: gran parte della sua attività è comprensib­ile soltanto ai soggetti regolati, i consumator­i devono incrociare le dita e pregare per il meglio. Eppure è anche una delle Autorità più importanti perché deve vigilare sulla più irresistib­ile delle tentazioni: usare le bollette come strumento occulto di tassazione. I piccoli rincari nell’immediato non sono percepibil­i, basta aggiungere qualche centesimo qui e là per ottenere miliardi di incassi. Tocca al ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, fare il nome del nuovo presidente che poi dovrà essere approvato dalle commission­i parlamenta­ri. Serve un presidente con il coraggio di sfidare i big dell’energia e l’intreccio di interessi miliardari intorno agli incentivi. Di profili adatti ce ne sono. Ma puntare su Claudio De Vincenti, come si dice in queste ore, sarebbe un pessimo inizio: persona di grande competenza, certo. Ma oggi è un ministro (Coesione territoria­le), quindi privo di quella terzietà rispetto al decisore politico richiesta a un presidente di un’authority. E poi c’è la legge Severino, che per un anno vieta il passaggio dal governo all’autorità (il cavillo è già pronto: da ministro De Vincenti non si occupa “prevalente­mente” di energia). Noi consumator­i abbiamo bisogno di un presidente con il massimo della forza. E dell’indipenden­za. in

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