La Basilicata dimenticata come non l’avete mai vista
Esordio per la scrittrice di Matera
CI SONO LIBRI che trasmettono odori, che danno la sensazione di avere a che fare con i cinque sensi. La scordanza (Rizzoli, 19 euro), il primo romanzo della 32enne Dora Albanese è uno di questi. Un “viaggio” fatto da una donna della Basilicata (l’autrice è nata a Matera), in una terra sconosciuta, lontana per tanti. Pagine che parlano, attraverso Caterina la protagonista, di femminilità in maniera per nulla scontata ma entrando nelle viscere più profonde, senza retorica ma con la parresia di chi non teme, pur di narrare la verità, di dare un pugno nello stomaco al lettore. Un racconto che sembrerebbe senza tempo ma che svela gli anni Ottanta e quello che ancora accadeva o forse accade anche oggi in quei luoghi dove il mondo sembra essersi fermato.
Dora Albanese grazie ai personaggi del suo La scordanza interroga ciascuno di noi nella sua intimità: “Perché aggrapparsi ai ricordi? Fa solo tanto male continuare a ricordare, non credi?”, risponde il misterioso Nadir a Caterina.
Un libro che ci racconta del Sud Italia e non solo ma persino di un altro Sud: quello interiore, quella parte più selvaggia, più contraddittoria che fa parte di ogni uomo e di ogni donna. Un “territorio” che poco conosciamo come la Basilicata.