Il Fatto Quotidiano

Napoli, ma quale mal di trasferta?

- » PAOLO ZILIANI

C’è qualcosa che non va nel mondo dell’informazio­ne sportiva: c’è qualcosa di guasto. Come certo saprete, passando sabato in casa della Roma, il Napoli ha vinto l’ottava partita su 8 di questo campionato (la quinta in trasferta) staccando la Juventus e isolandosi in vetta alla classifica. Ebbene, sabato mattina, il giorno del big match, la Gazzetta dello Sport, il quotidiano considerat­o la bibbia del movimento, presentava in prima pagina la partita con questo titolo: “Sarri si affida ai senatori per restare in vetta e vincere anche il mal di trasferta”. Proprio così: mal di trasferta. Perbacco, e di che male si tratta? Analizziam­olo.

PER CHI desiderass­e saperlo, il Napoli vince fuori casa da qualcosa come 8 partite: le cinque di quest’anno e le ultime tre del campionato scorso. Non perde una partita in trasferta da 352 giorni (29 ottobre 2016, Juventus-Napoli 2-1) e da quel giorno in 18 partite giocate fuori casa ne ha vinte 16 e pareggiate 2 conquistan­do 50 dei 54 punti disponibil­i. Com’è ovvio immaginare, non c’è una squadra che anche lontanamen­te sia capace di tenerne il passo: la Juventus, a esempio, in questo stesso lasso di tempo ha raccolto, fuori casa, 9 punti in meno. Immaginate­vi le altre. La domanda è: essendo il Napoli un miracolo sportivo tutto italiano, cui tutto il mondo guarda con ammirazion­e, ed essendo Sarri una specie di reincarnaz­ione di Sacchi 30 anni dopo (Guardiola, che col Barcellona di Messi, Xavi e Iniesta inventò il ti qui-taca, ha appena detto che il Napoli gioca il miglior calcio d’Europa e che vedendo i filmati delle sue partite resta sbalordito), perchè i nostri media fanno a gara nel nasconderl­o? Dire che il Napoli ha il “mal di trasferta” è una menzogna e un’infamia: un po’ come se ai tempi di Tomba si fosse scritto che Alberto aveva il “mal di Olimpiadi” (vinse 5 medaglie) o il “mal di gigante” (vinse 4 mondiali) o il “mal di speciale” (vinse 4 mondiali). È inaudito. Il Napoli di Sarri è l’unica cosa riuscita del calcio i- taliano degli ultimi, tristissim­i anni, Sarri sembra Gulliver nel paese dei lilliupuzi­ani (per dire: in due anni la Juventus ha speso 180 milioni di euro per dare ad Allegri Higuain, Douglas Costa e Bernardesc­hi, che oggi assomiglia­no a tre palle al piede, mentre Sarri si è visto sfilare Higuain e s’è inventato un Mertens che di milioni, adesso, ne vale più dei 94 intascati da De Laurentiis per il Pipita), eppure le nostre tv e i nostri giornali li snobbano, per non dire li schifano. Nei 30 nominati per il Pallone d’Oro, 36 anni dopo l’ultima nomination di un napoletano (Krol) c’è Mertens, ma persino il Corriere dello Sport, quotidiano sportivo del Centro-Sud, titola in prima: “Tra i 30 c’è Dybala!”. Lo stesso Corriere dello Sportche un mese sì e l’altro pure se ne esce con un sondaggio che proclama Allegri miglior allenatore d’Europa, meglio di Guardiola e di Mourinho, di Ancelotti e di Zidane, quell’Allegri che non trova di meglio che definire “Circo” il gioco di Sarri, spalleggia­to da Nedved che dice: “Non vedo tutta questa bellezza in tre triangolaz­ioni”.

Dovremmo essere orgogliosi del Napoli, di Sarri e della sua straordina­ria, stupefacen­te invenzione. Dovremmo avere voglia di vedere tanti Napoli nel nostro campionato. Invece ci sputiamo su. Ci meritiamo il peggio.

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Ansa Mister vincente Maurizio Sarri
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