“Bellezza senza tempo”, a patto di assomigliare a una trentenne
Èun tormentone che si ripresenta ciclicamente nelle colonne di destra dei giornali, quelli adibite alla produzione di clic facili: il tema delle attrici e dive – notare che non ci sono mai uomini – ancora splendide a cinquanta o più anni.
I titoli usati per accompagnare le varie gallery di foto sono però di questo tenore: “Star senza età” ( agel ess), oppure belle “nonostante” il tempo. Insomma queste donne sono considerate belle non perché abbiano saputo mantenere la bellezza “nel” tempo, ma perché lo hanno in qualche modo azzerato, come se fossero riuscite magicamente a uscirne, come poco importa.
INVECE non esiste donna “attempata”, cioè che nella sua età ci stia dentro pienamente, che possa essere considerata bella. Perché allora non assomiglia più alle venti-trentenni, magari solo un po’ più tesa e stanca, ma ad una anziana signora che nel nostro immaginario può essere al massimo elegante, ma certamente non attraente o sexy. Detto più brutalmente, “scopabile”.
Ed è proprio il sesso la cartina di tornasole dei nostri tristi stereotipi sulla piacevolezza, dove le donne ci rimettono totalmente. Un uomo settantenne, che nulla abbia mai fatto sul suo corpo, viene considerato dalla società come qualcuno che ha ancora pienamente diritto a vivere storie d’amore che includano il piacere fisico, tanto che nessuno si scandalizza se tenta di sedurre una cinquantenne. Invece una signora di settant’anni con i capelli raccolti è solamente una nonna con la crocchia, e la nonna con la crocchia no, per definizione non scopa, né è legittimata a sedurre un giovane cinquantenne. Tutto ciò a meno che, appunto, non esca dal suo tempo, e a furia di interventi di ogni tipo riesca a dimostrare vent’anni di meno. Magari con risultati grotteschi, che sono comunque più socialmente accettati di un volto naturale. Considerato un valore, chissà perché, solo in giovane età.