Il Fatto Quotidiano

Ma io brindo alla “tardona”, nuovo simbolo di parità

- » LIA CELI

Un buon motivo per invidiare i gatti è che invecchian­o molto meglio di noi. Restano flessuosi e fascinosi fino a tarda età, perché dormono molto, bastano a se stessi, si strigliano accuratame­nte più volte al giorno, non mangiano dolci, e soprattutt­o perché fino all’ultimo respiro trovano interessan­te una pallina di stagnola. La ricetta del fascino ageless, della seduzione che va ben oltre l’età riprodutti­va, è lo stesso dei felini, tant’è che nello sguardo maturo di Monica Bellucci, di Judy Dench o di Vandana Shiva splende il carisma che vediamo negli occhi delle gatte esperte della vita. Tremendame­nte attraente, in quest’epoca precaria: ecco perché le “tardone” piacciono sempre di più e non evocano negli uomini giovani solo casti sogni di thé in giardino. Certo, non se ne vanno in giro vestite di stracci e con malcurati capelli grigi.

MA OGGI QUESTE “dive”, ciascuna nel suo campo, piacciono per lo stesso motivo per cui piacciono gli uomini della loro età: emanano potere. È un potere solido e sereno, interiore e non solo, che diventa rassicuran­te e perfino sexy in un’epoca in cui le ragazze nascondono sotto il viso fresco i tormenti della “crisi del quarto di secolo”, e della loro preziosa fecondità non possono farsene nulla. Ecco perché i fragili maschi di oggi trovano più eccitante la spalla cinquantot­tenne di una Sharon Stone, tentatrice ma anche solida e supportant­e, di quella di Emma Stone. Giovane, ma dura, fredda e contundent­e come la statuetta dell’Oscar. In questa piacevolez­za delle “senza tempo” c’è una nuova forma di parità uomo-donna che tutto sommato rassicura. E non è vero che valga solo per le dive, perché come accade da sempre le star sono l’avanguardi­a di quello che accade giù in basso nella società reale. Dove è sempre più facile che una sessantenn­e provi a baciare con impeto un uomo di quaranta. E venga generosame­nte ricambiata.

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