Ma io brindo alla “tardona”, nuovo simbolo di parità
Un buon motivo per invidiare i gatti è che invecchiano molto meglio di noi. Restano flessuosi e fascinosi fino a tarda età, perché dormono molto, bastano a se stessi, si strigliano accuratamente più volte al giorno, non mangiano dolci, e soprattutto perché fino all’ultimo respiro trovano interessante una pallina di stagnola. La ricetta del fascino ageless, della seduzione che va ben oltre l’età riproduttiva, è lo stesso dei felini, tant’è che nello sguardo maturo di Monica Bellucci, di Judy Dench o di Vandana Shiva splende il carisma che vediamo negli occhi delle gatte esperte della vita. Tremendamente attraente, in quest’epoca precaria: ecco perché le “tardone” piacciono sempre di più e non evocano negli uomini giovani solo casti sogni di thé in giardino. Certo, non se ne vanno in giro vestite di stracci e con malcurati capelli grigi.
MA OGGI QUESTE “dive”, ciascuna nel suo campo, piacciono per lo stesso motivo per cui piacciono gli uomini della loro età: emanano potere. È un potere solido e sereno, interiore e non solo, che diventa rassicurante e perfino sexy in un’epoca in cui le ragazze nascondono sotto il viso fresco i tormenti della “crisi del quarto di secolo”, e della loro preziosa fecondità non possono farsene nulla. Ecco perché i fragili maschi di oggi trovano più eccitante la spalla cinquantottenne di una Sharon Stone, tentatrice ma anche solida e supportante, di quella di Emma Stone. Giovane, ma dura, fredda e contundente come la statuetta dell’Oscar. In questa piacevolezza delle “senza tempo” c’è una nuova forma di parità uomo-donna che tutto sommato rassicura. E non è vero che valga solo per le dive, perché come accade da sempre le star sono l’avanguardia di quello che accade giù in basso nella società reale. Dove è sempre più facile che una sessantenne provi a baciare con impeto un uomo di quaranta. E venga generosamente ricambiata.