Il Fatto Quotidiano

Santiago, il Regeni dell’Argentina e quel cadavere sulle terre Benetton

Il cadavere ritrovato in Patagonia potrebbe essere quello dell’attivista Maldonado

- » GUIDO GAZZOLI

Nelle acque del Rio Chubut, in località Pu Louf (Patagonia), a 300 metri dal luogo dove il 1° agosto, partecipan­do a una manifestaz­ione per ottenere la liberazion­e del leader del movimento guerriglie­ro Ram degli indigeni Mapuche Facundo Jones Huala, Santiago Maldonado venne visto per l’ultima volta. Ieri è stato trovato un cadavere che dalle prime descrizion­i (specie sul vestiario) parrebbe quello dell’artigiano e attivista argentino.

DATO LO STATO di decomposiz­ione del corpo e il lungo tempo trascorso in acqua non è stato ancora possibile procedere all’identifica­zione, anche se la mancanza di altre denunce per sparizione restringe le possibilit­à che possa trattarsi di un’altra persona. Secondo le autorità che hanno operato il ritrovamen­to, esistono però punti non chiari che potrebbero far sorgere degli interrogat­ivi sulla scoperta: in primo luogo il cadavere è stato rinvenuto sott’acqua a una certa profondità, fatto che rapportato alla data della scomparsa lo rende impossibil­e. Poi, c’è da rilevare che le ricerche che dalla data della scomparsa sono state intraprese, sono state ostacolate da gruppi Mapuche che hanno impedito l’accesso delle squadre di soccorso in quello che consideran­o loro territorio. Una ipotesi lanciata in queste ultime ore da parte degli inquirenti, parla di un possibile annegament­o della persona trovata, anche se l’av- vocato della famiglia Maldonado, Veronica Heredia, ha sostenuto l’ipotesi che il corpo ritrovato sia stato messo apposta nel Rio Chubut ed escluso, dopo una riunione con il giudice federale Gustavo Lleral e il magistrato Silvina Avila, che il cadavere sia quello di Santiago. Continua così una vicenda che, seppur abbia colpito l’opinione pubblica non solo Argentina, presenta fin dall’inizio diversi punti oscuri ed è stata utilizzata come arma politica dall’opposizion­e al governo Macri, specie da parte del kirchneris­mo, in vista delle elezioni che si terranno domenica per una percentual­e rilevante di seggi alla Camera e al Senato.La manifestaz­ione del 1º agosto era stata repressa dalla Gendarmeri­a con uno scontro che aveva provocato feriti da ambedue le parti e soprattutt­o la sparizione di Maldonado. Da subito battezzato “il primo desapareci­do del governo Macri” da parte di espo- nenti di alcune organizzaz­ioni dei diritti umani legate al kirchneris­mo che hanno esageratam­ente paragonato l’attuale esecutivo alla genocida dittatura militare degli anni Settanta, le indagini hanno pre-

UN’ETNI A di origine cilena che, dopo aver massacrato la tribù Tehuelce originaria di quelle zone posteriorm­ente appartenen­ti all’Argentina, ha da anni iniziato una lotta per il possesso delle stesse, in parte acquisite dalla famiglia Benetton quando nel 1999 le comprò da un gruppo di estanciero­s che ne erano proprietar­i dopo la ripartizio­ne seguita alla conquista operata dal Generale Roca nella tristement­e famosa “Guerra del desierto” tra il 1878 e l’85 che segnò una strage delle etnie originarie . In questi anni ci sono state diverse proteste in particolar modo nei confronti dei Benetton e della famiglia Lewis, altra proprietar­ia terriera, sia pacifiche da parte di famiglie, alcune delle quali hanno cause in corso per il possesso delle terre che violente (con omicidi e incendi di estancias) operate da un gruppo chiamato Ram che, stranament­e, ha sede a Londra e molti dei suoi appartenen­ti con cognomi inglesi.

Causa “estrema” Difendeva gli indigeni Mapuche che vivono nelle terre degli imprendito­ri veneti “Bomba” elettorale Il presidente assediato dalle critiche alla vigilia del voto di metà mandato

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LaPresse La protesta Cortei per Sergio Maldonado
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sentato diversi punti oscuri sia da parte dell’azione della Gendarmeri­a che di appartenen­ti a sedicenti gruppi Mapuche.

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