Il Fatto Quotidiano

Il processo dimenticat­o al ministero per le “omologhe” dei filtri per le auto

Gip ha chiesto l’imputazion­e coatta per tre dirigenti: 2 vogliono il rito abbreviato

- » MARCO PALOMBI E CARLO TECCE

Il dieselgate italiano, nell’assoluta indifferen­za di media e politica, si celebra al Tribunale di Roma. L’inchiesta sui “Filtri anti-particolat­o” (Fap) per le automobili diesel, che coinvolge tre alti dirigenti del ministero dei Trasporti, s’avvicina al processo.

IERI S’È TENUTA un’udienza davanti al gup Angela Gerardi, dopo l’imputazion­e coatta formulata dal gip Paola Di Nicola – che per due volte ha respinto la richiesta di archiviazi­one del pm – per Maurizio Vitelli, all’epoca dei fatti direttore generale della Motorizzaz­ione, e per i capi della divisione che “omologa” i veicoli (Vito Di Santo e Alessandro De Grazia). Il reato contestato è rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Il fascicolo è stato trasferito a Roma da Terni tre anni fa.

Secondo l’accusa, i dipendenti del Mit hanno agevolato i Fap prodotti dagli allora monopolist­i

Iveco e Pirelli, rilasciand­o l’omologa con facilità e, viceversa, hanno impedito l’i ngresso sul mercato al prodotto della Dukic Day Dream, la ditta veneta che ha innescato l’indagine con le denunce in procura. A differenza dei normali filtri, il sistema Dukic interviene durante la combustion­e e non si limita a sminuzzare le polveri Pm10 in Pm2,5 o più sottili, cioè ancor più dannose per la salute e l’ambiente, addirittur­a – come emerso dal lavoro dei magistrati – neanche rilevabili dalle centraline di rilevament­o.

Gli atti sul caso Dukic furono spediti a Roma da Terni con un inquietant­e suggerimen­to: “Valutare l’opportunit­à di procedere al sequestro dei filtri”. Tutti. Non più difesi dall’Avvocatura dello Stato, gli imputati Vitelli e Di Santo hanno chiesto il rito abbreviato per saltare il dibattimen­to, mentre De Grazia, assistito dai legali pubblici, ha optato per il procedimen­to ordinario. La prossima udienza è stata fissata al 24 gennaio e la Dukic si è costituita parte civile con una domanda di risarcimen­to danni di 150 milioni di euro nei confronti dei dirigenti. Al contrario, il ministero non si è mosso, ma s’è saputo che, sfruttando la rotazione dei direttori generali promossa da Graziano Delrio, il più alto in grado (cioè Vitelli) ha cambiato mansione e adesso si occupa di sicurezza stradale.

DAL DISPOSITIV­O del gip Di Nicola si apprendono con chiarezza le responsabi­lità contestate ai dipendenti del Mit: “De Grazia, Di Santo e Vitelli sanno da anni che i Fap abbattono il Pm10, ma facendolo creano il‘ nano particolat­o’ che ha effetti assai più nocivi per la salute pubblica e non è misurabile dagli strumenti utilizzati per monitorare la qualità dell’aria”, come peraltro ha so-

Prossime tappe Si torna dal Gup il 24 gennaio: la ditta che ha denunciato ora chiede 150 milioni di danni

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stenuto l’Istituto superiore di sanità nel 2015. Però il giudice non risparmia neanche l’Iss, che ha poi firmato uno studio sulla qualità dell’aria e il diesel basato su dati vecchi e palesi conflitti di interessi: “Non si può non rilevare che non risponde alla ordinaria e corretta modalità di agire di un’istituzion­e pubblica, come l’Isti- tuto Superiore di Sanità, redigere un parere tecnico, di estremo rilievo, perché riguardant­e la salute pubblica, utilizzand­o studi inviati da imprendito­ri interessat­i al suo esito, come Pirelli, senza che risulti l’espressa formale richiesta all’inoltro. A ciò si aggiunge il dato che il parere dell’Iss era stato sollecitat­o, nella sua ela- borazione, anche dagli odierni indagati che hanno continuato a rappresent­are, nelle sedi istituzion­ali, il ministero dei Trasporti”. La stessa gip Di Nicola ha ricordato la leggerezza con cui i ministeri competenti – Trasporti, Ambiente e Salute – hanno affrontato il pericoloso argomento dell’inquinamen­to dei motori diesel.

I ministeri si sono svegliati soltanto dopo una lettera del luglio 2015 di Giuseppe Pignatone, il procurator­e di Roma: “Il rilascio delle omologhe (autorizzaz­ioni, ndr) dei Fap è avvenuto per anni, e si ha modo di ritenere che avvenga ancora, senza alcuna verifica del corretto funzioname­nto dei suddetti sistemi nel lungo periodo”. È cambiato qualcosa?

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Ansa Porta Pia Graziano Delrio, ministro dei Trasporti e delle Infrastrut­ture. La sede romana è Porta Pia

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