Il Fatto Quotidiano

“Catalogna anno zero: Madrid è irremovibi­le”

Klaus-Jürgen Nagel Il politologo: “Dal governo centrale solo muri”

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

Puigdemont e Rajoy come in un western di Sergio Leone: uno di fronte all’altro, pronti al duello, ma chi sparerà per primo? Di questa snervante impasse tra il governo centrale spagnolo – che ieri ha proposto all’esecutivo regionale di rinunciare ad attivare l’articolo

155 sul “commissa riam ento ” di Barcellona in cambio della convocazio­ni di elezioni anticipate – e quello della regione della Catalogna, che potrebbe vedere oggi una prima svolta con lo scadere dell’ultimatum agli indipenden­tisti, parliamo con Klaus-Jürgen Nagel, politologo dell’U n iv er s it à Pompeu Fabra di Barcellona.

A che punto è il ping-pong tra Rajoy e Puigdemont?

I catalani si trovano davanti un muro, parlino di indipenden­za o sempliceme­nte di tenere una consultazi­one. Ma anche se il gioco è di fatto da una parte sola, è vero che entrambi cercano di capitalizz­are al massimo.

Di chi è la colpa?

Non dei catalani, basta mettere in fila i fatti. Nel 2010 la Corte Costituzio­nale negò gli articoli essenziali dello Statuto di Autonomia negoziato nel 2004 e approvato con un referendum in Catalogna, seppur in una versione depotenzia­ta. Da allora i nazionalis­ti hanno perso fiducia nella speranza di autonomia e chiesto un referendum sull’indipenden­za. Quando si sono resi conto che non l’avrebbero mai ottenuta, sono arrivati all’idea della dichiarazi­one unilateral­e. Pronti a bloccarla, se il governo spagnolo accettasse di trattare.

Al di là dei proclami e delle schermagli­e, come andrà a finire?

Soluzioni a portata di mano non ne vedo. La Generalita­t potrebbe rinunciare all’indipenden­za solo nella prospettiv­a di un referendum negoziato con Madrid. Il governo spagnolo e i partiti di opposizion­e rifiutano però sulla base del principio di sovranità della Spagna e discutono solo del grado della repression­e. Finché regge il fronte di popolari, socialisti e Ciudadanos (e che include anche Podemos), e l’Ue permette a Rajoy di ignorare le richieste dei catalani, gli unici dubbi riguardano il grado di repression­e da parte del governo centrale o i modi e tempi della possibile applicazio­ne dell’articolo 155 della Costituzio­ne per eliminare l’autonomia della regione. Poniamo si arrivi a un vero punto di non ritorno. Non sarebbe un problema anche per Puigdemont, ostaggio degli oltranzist­i della secessione e senza, per questo, ulteriore margine di manovra?

L’uso della violenza politica il 1° ottobre non ha scosso particolar­mente il fronte dei partiti spagnoli, anche se ha creato un clima internazio­nale di simpatia verso i catalani. Se la repression­e si intensific­asse, tutti gli indipenden­tisti si unirebbero e potrebbero controllar­e la regione, in accordo con la legge che il parlamento ca- talano ha predispost­o. Sul fronte opposto, i partiti spagnoli che sostengono il governo, inclusi alcuni esponenti del Psoe, non chiedono niente altro che maggior uso della forza. Crede che una riforma della Spagna in senso federale sia possibile? Mi sembra un’eventualit­à più improbabil­e dell’indipenden­za catalana. Sarebbe necessaria la modifica della Costituzio­ne con l’accordo dei maggiori partiti e lascerebbe da parte l’opinione dei catalani stessi, che rappresent­ano il 16% della popolazion­e. La federazion­e sarebbe inutile, se non riconosces­se il carattere plurinazio­nale della Spagna.

La Generalita­t potrebbe rinunciare all’indipenden­za solo nella prospettiv­a di un referendum negoziato Anche una riforma in senso federale della Spagna appare improbabil­e

 ??  ?? Oggi scade l’ultimatum
Oggi scade l’ultimatum
 ?? LaPresse ?? Il presidente Puigdemont (a destra) dovrà chiarire al primo ministro Rajoy (a sinistra) se la Catalogna si è proclamata indipenden­te
LaPresse Il presidente Puigdemont (a destra) dovrà chiarire al primo ministro Rajoy (a sinistra) se la Catalogna si è proclamata indipenden­te
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy