Il Fatto Quotidiano

“Ritorsione privata della famiglia Boschi”

Maria Elena ritorna sul luogo del delitto, la banca di papà Pier Luigi

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Maria

Elena Boschi ritorna sovente sul luogo del delitto. Un’ossessione paraberlus­coniana. Anche l’ex Cavaliere, oggi Pregiudica­to, faceva così. Più veniva attaccato, più reagiva aggredendo con la clava del suo conflitto d’interessi. E il conflitto d’interessi dell’attuale sottosegre­taria alla Presidenza del Consiglio ha un nome ormai notissimo: Banca Etruria.

Lì c’era il papà Pier Luigi Boschi.

MIGUEL Gotor è un senatore di Articolo 1 e da tre anni un attento osservator­e di quel clan di potere chiamato Giglio magico renziano. Un giglio che ha generato sotto-clan. Tipo la famiglia Boschi, appunto.

Sostiene Gotor: “Io metto in fila dei fatti. Il padre della Boschi ha subìto delle sanzioni da parte della Banca d’Italia e il governator­e era Ignazio Visco. Adesso sappiamo che il testo della mozione contro Visco è stato presentato in segreto e la Boschi sapeva perché ha dei conti da regolare. Viene il sospetto che ci troviamo di fronte anche a una ritorsione privata della famiglia Boschi contro il governator­e di Bankitalia. Il conflitto d’interessi della Boschi sta diventando gigantesco”.

Pier Luigi Boschi è entrato nel consiglio d’amministra­zione di Banca Etruria nel 2012 e nel 2014 venne nominato vicepresid­ente. Sinora ha colleziona­to tre sanzioni, due da Palazzo Koch, una dalla Consob. Nel 2014, Bankitalia lo multò per 144 mila euro a causa di “violazioni di disposizio­ni sulla governance , carenze nell’organizzaz­ione nei controlli interni e nella gestione nel controllo del credito e omesse e inesatte segnalazio­ni alla vigilanza”. Due anni dopo, nel 2016, altri 130 mila euro, questa volta per “carenze nel governo, nella gestione e nel controllo dei rischi e connessi riflessi sulla situazione patrim on ia l e”. Infine, l’ul ti ma , quella della Consob, nell’estate scorsa: 120 mila euro per l’emissione di obbligazio­ne subordinat­e poi azzerate nel 2015. Pier Luigi Boschi si è dichiarato pure incapiente, cioè non in grado di pagare.

BANCA Etruria venne commissari­ata nel febbraio del 2015. Nove mesi più tardi il governo Renzi varò il cosiddetto “decreto salvabanch­e”, compreso l’istituto del padre dell’allora ministra delle Riforme, e la Boschi disse di essersi astenuta in Consiglio dei ministri. Conflitto d’interessi, of course. Sempre nel 2015, a dicembre, contro le mozioni di sfiducia nei suoi confronti, la ministra difese se stessa e il padre, “una persona perbene”. Aggiunse anche: “Se le accuse sono vere mi dimetterò”.

Nel maggio di quest’anno, Ferruccio de Bortoli, già direttore del Corriere della Sera, ha rivelato nel suo ultimo libro: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamen­te all’amministra­tore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizio­ne di Banca Etruria”. Boschi annunciò di voler querelare De Bortoli ma non l’ha fatto. E il conflitto d’interessi sta sempre piantato lì, come un albero che cresce. Adesso alimentato anche dal sospetto di aver tradito la fiducia del premier e del Quirinale con quella mozione contro Visco.

Continua Gotor: “Questa storia è impression­ante. Renzi è stato il principe del sistema per tre anni e adesso cerca di fare il cavaliere dell’antisistem­a. Siamo alle comiche finali. Ma lo stesso Visco ha detto di aver sempre concordato tutto con Renzi, quando stava a Palazzo Chigi. Faccio notare che la mozione, di cui la Boschi sapeva, è anticipata dalle consideraz­ioni che Renzi fa contro Visco nel

suo libro”.

È LA FORZA della nuova narrazione del Pd di Renzi & Boschi. Ribaltare il macigno di Banca Etruria che tanto è costato alla stessa ex ministra ( rientrata nel governo senza un ministero), artefice delle riforme bocciate al referendum istituzion­ale del 4 dicembre scorso. Oggi al suo conflitto d’interessi viene accostata l’accusa di tradimento istituzion­ale. C’è abbastanza materia per una nuova mozione di sfiducia.

Miguel Gotor

“La mozione serve anche a regolare i conti con chi ha multato il padre della sottosegre­taria”

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Ansa Senatore Miguel Gotor
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