Gentiloni indicherà Visco È nel mirino dei renziani
INDIFFICOLTÀ Renzi&C. chiedono al premier una cosa che non può fare: escluderlo dalla lista di nomi che invierà a Colle e Banca d’Italia
Se Ignazio Visco resisterà e non farà un passo indietro, come sembra essere nelle sue intenzioni, il premier Paolo Gentiloni indicherà il suo nome a Sergio Mattarella per la riconferma. La procedura di nomina del governatore di Bankitalia è regolata dalla legge 262 del 2005. Nella quale si legge che la nomina “è disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia”. Gentiloni, rispettando la tradizione, potrebbe suggerire al Quirinale una terna. A quel punto, la nomina di Visco sarebbe scontata.
DOPO LA MOZIONE del Pd che sfiducia il governatore, il premier è in difficoltà, stretto tra il Colle e Matteo Renzi. Nominare Visco significa scegliere una figura indebolita, dopo che tre quarti del Parlamento gli ha votato contro. E per di più, la scelta arriva da un governo praticamente in scadenza e con il segretario del maggior partito di maggioranza contrario. Non solo. Significa esporsi alle ritorsioni di Renzi, che ha continuato ad alzare i toni sulla vicenda negli ultimi giorni. Per arrivare a dire ieri: “Non c’è una apertura di fronte sulla legge di Bilancio. La legge è quella, poi c’è il dibattito parlamentare”. In ge- nere, questi, nel linguaggio renziano sono avvertimenti.
Se Renzi alza i toni, Gentiloni li tiene vicini al grado zero anche più del solito. Ieri era a Bruxelles per il Consiglio europeo. Nella conferenza stampa finale, alle domande dei giornalisti ha detto: “Non parlo di Bankitalia neanche sotto tortura”. Ma ha aggiunto: “Noi decidiamo tenendo in mente le prerogative di legge. Non è una decisione per buona creanza. L’autonomia della Banca d’Italia è un valore per il governo”. Poi si è detto tranquillo relativamente a “strani incroci populisti” che si possano creare in Parlamento e che possano mettere in difficoltà l’esecutivo anche sulla legge di bilancio. Dopodiché, ha definito “ottimi” i rapporti tra Pd e governo. “Ritwitto Gentiloni: ottimi rapporti”, ha subito detto Renzi. Tesi surreale: il premier era stato preso alla sprovvista, Anna Finocchiaro era furibonda, il ministro dell’Economia, Padoan decisamente irritato e gli orlandiani non volevano votarla. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda ieri è tornato ad attaccare: “Questo è un incidente, prima rientra meglio è per il Paese”.
Nessuna terza via
Se il governatore sarà nella rosa dei “papabili”, la riconferma è scontata: a meno che lui non si ritiri Decidiamo tenendo conto delle prerogative di legge L’autonomia di Bankitalia ha un valore in sé e deve stare a cuore al governo
PAOLO GENTILONI
APPARENTEMENTE ricomposti, i rapporti tra Renzi e Gentiloni ormai sono inevitabilmente conflittuali. E dietro al tutto, c’è anche la Commissione banche. Il governatore aspetta di essere ascoltato. Il timore di Renzi (e soprattutto di Maria Elena Boschi) è che a questo punto possano uscire elementi inediti su Banca Etruria. L’attacco al governatore - che pure rischia di non uscire indenne dai lavori della Commis- sione - è anche preventivo. Magari, nel mezzo di minacce incrociate, la Commissione non farà nulla, ma i lavori, con un Visco riconfermato, sono abbastanza preoccupanti per il leader Pd. E poi, il 5 novembre ci sono le elezioni in Sicilia. In questi giorni, da Veltroni a Napolitano, da Prodi a Zanda, Renzi è stato attaccato da tutti per la questione Bankitalia. Nel fortino del premier (momentaneamente trasferito sul treno) il timore è che dopo la sconfitta data per certa del candidato dem, Fabrizio Micari, i malumori sulla questione Visco si saldino a quelli post-elettorali. La slavina è sempre dietro l’angolo.