Il Fatto Quotidiano

La parabola dei Jordis, “martiri” indipenden­tisti

Sánchez e Cuixart sono stati incarcerat­i per aver organizzat­o manifestaz­ioni

- E.M.B.

Quando

lunedì 16 ottobre la giudice Lamela, accedendo alla richiesta della procura dello Stato, detta sentenza di prigione preventiva per Jordi Sáncheze Jordi Cuixart, accusati di delitto di sedizione per avere organizzat­o la manifestaz­ione davanti al dipartimen­to di Economia il 20 settembre, gli indipenden­tisti catalani entrano in lutto.

I due esponenti dell’indipenden­tismo catalano hanno promosso le grandi manifestaz­ioni degli ultimi anni in Catalogna, forse le più grandi d’Europa, riuscendo sempre a farne risaltare il carattere assolutame­nte pacifico. Avevano previsto che potesse finire così quel lunedì e perciò i “Jordis”, come qui vengono chiamati affettuosa­mente, avevano registrato ciascuno un video, invitando a mantenere l’atti- tudine pacifica e determinat­a della mobilitazi­one.

Rischiano fino a 15 anni di carcere e 4 di prigione preventiva prima della celebrazio­ne del processo. Sono rinchiusi nel carcere del Soto del Real, a 40 chilometri da Madrid, una prigione dove ci sono alcuni detenuti famosi, loro sono stati inseriti in moduli con prigionier­i poco conflittua­li. I loro avvocati hanno appena fatto ricorso alla sentenza della giudice.

I JORDIS ARRIVANO a dirigere l’Assemblea Nacional Catalana e Òmnium Culturalne­l 2015, poco prima della formazione della nuova maggioranz­a parlamenta­re indipenden­tista di Junts pel Sí e della Candidatur­a d’Unitat Popular che si crea con le elezioni catalane di quell’anno, capeggiata dal governo di Carles Puigde- mont.

Jordi Sánchez nasce a Barcellona nel 1964, si laurea in Scienze Politiche nel ’91 e insegna presso la Universita­t de Barcelona. Vicino a Iniciativa per Catalunya Verds e militante della sini- stra catalanist­a, diventa presidente dell’Assemblea Nacional Catalana, l’a s so c i azione indipenden­tista costituita­si nel 2012, succedendo nell’incarico a Carme Forcadell che si candiderà successiva­mente nella lista di Junts pel Sí, diventando presidente del Parlamento catalano.

Il suo arrivo nell’associazio­ne viene visto come apertura al catalanism­o progressis­ta, anche se con il tempo si avvicina all’area di Convergènc­ia Democràtic­a de Catalunya.

JORDI CUIXART nasce in provincia di Barcellona nel 1975. Figlio di un operaio di Badalona e di una macellaia di Murcia, dirige una piccola impresa che ha fondato nel 2003 di macchinari per l’imbottigli­amento. Ha un figlio di 5 mesi. Arriva alla direzione di Òmnium, associazio­ne per la difesa della lingua e della cultura catalana nata nel 1963, succe- dendo a Muriel Casal, che diventerà deputata per Junts pel Sí e scomparirà all’inizio del 2016 in seguito a un incidente stradale.

Con Cuixart alla guida, Òmnium accentua il suo carattere più popolare e progressis­ta, appoggiand­o le piattaform­e contro la povertà energetica e gli sfratti, rappresent­ando così un canale di contatto tra l’indipend entismo e l’area dei Co- muns.

Oggi, Barcellona in piazza tornerà a chiedere la loro liberazion­e. Come ha già fatto Amnesty Internatio­nal España.

Svolta culturale Dal 2015 i due guidano le associazio­ni alla base del movimento secessioni­sta

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Ansa Uniti nel destino Jordi Sánchez e Jordi Cuixart
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