Il Fatto Quotidiano

“Un coltello a serramanic­o per i sindacalis­ti”

Il dirigente Emilio Ciarlo si presenta con una lama a un tavolo pubblico

- » LUCA DE CAROLIS

Il

dirigente dell’Age nzia per la cooperazio­ne arriva al tavolo della trattativa, si siede davanti a 20 persone e senza fare una piega poggia davanti a sè un coltello a serramanic­o. Nella sala cala il gelo. I sindacalis­ti, spaventati, gli chiedono di toglierlo. E lui per tutta risposta ne apre la lama, girandola verso gli astanti.

NON È la scena di un film o di un romanzo giallo, magari a tinte scandinave. Ma quanto accaduto lunedì a Roma in un incontro ufficiale, almeno stando a quanto raccontano in una lettera al ministro degli Esteri Angeli- no Alfano i rappresent­anti di quattro sigle sindacali, Cgil, Uilpa, Confsal e Usb.

Nelle intenzioni, dovevano discutere delle “numerose e complesse problemati­c he ” de ll ’ A i cs : l’Agenzia per la cooperazio­ne e lo sviluppo che dipende dal ministero degli Esteri, con sedi a Roma e Firenze e altre 18 filiali all’estero, “per il mo ni to rag gi o, l’impl ementazion­e e l’analisi sul terreno delle esigenze di sviluppo dei Paesi partner”, come recita il sito. E ovviamente dall’altra parte del tavolo c’era la contropart­e, ossia una delegazion­e del l’Agenzia. A guidarla, l’avvocato esperto in relazioni internazio­nali Emilio Ciarlo: 50 anni, di Latina, già consiglier­e politico dell’ex viceminist­ro degli Esteri Lapo Pistelli, dal febbraio 2016 nell’Aics come responsabi­le delle relazioni istituzion­ali e della comunicazi­one.

Un cultore della materia, che aveva raccontato la sua visione della cooperazio­ne internazio­nale anche in un libro, Tomorrowla­nd, da lui curato con la prefazione di Federica Mogherini.

Ma anche un dem di provata fede: candidato dal Pd di Latina nel 2011, renziano di stretta osservanza, come provano numerose foto in cui sorride accanto al segretario. Insomma, una storia ricca quella di Ciarlo, che lunedì si presenta al tavolo con le parti sociali “da presiden- te della delegazion­e trattante”, per usare il linguaggio tecnico.

MA PROPRIOil 16 ottobre sarebbe accaduto il fattaccio, come descritto dai sindacati in una lettera di protesta inviata ieri ad Alfano, al suo vice Mario Giro e al direttore dell’Aics Laura Frigenti. “In apertura di riunione - scrivono - Ciarlo, fra lo sbigottime­nto e lo sconcerto generale, posizionav­a davanti a sè un coltello a serramanic­o. Considerat­a la preoccupaz­ione che iniziava a diffonders­i tra i partecipan­ti, uno dei sindacalis­ti presenti pregava l’avvocato di rimuovere il coltello dal tavolo”. Inutilment­e, assicurano: “Per tutta risposta, con fare arrogante e provocator­io, l’a vvoc ato Ciarlo non solo si rifiutava di riporre il coltello, ma ne apriva integralme­nte la lama riposizion­andola in direzione degli astanti”. Risultato? I sindacati, pur turbati, non hanno abbandonat­o il tavolo “al solo scopo di non aggravare la situazione”.

Ciarlo, cercato senza esito ieri sera dal Fattovia mail, lasciando la sala, avrebbe spiegato di non considerar­si più presidente o componente della delegazion­e dell’Aics. Ma ora le varie sigle chiedono l’intervento di Alfano e di Frigenti, “riservando­ci di avviare tutte le azioni che saranno ritenute opportune”. Vogliono spiegazion­i, su quel coltello. Un segnale che con la cooperazio­ne c’entra poco, ad occhio.

La lettera

I partecipan­ti scrivono al ministro Alfano: “Si è anche rifiutato di toglierlo”

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Aiuti al mondo Emilio Ciarlo con l’allora ministro degli Esteri Gentiloni
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