Il Fatto Quotidiano

Giochi d’ombre: Tar blocca i fondi per la ludopatia

Sì al ricorso del Codacons: 50 milioni affidati dalle Regioni in modo opaco

- » LORENZO GIARELLI

L’intenzione era delle più nobili: finanziare coi soldi del ministero della Salute alcuni piani regionali per contrastar­e il gioco d’azzardo. Il problema, come al solito, stava nel metodo: bandi poco trasparent­i, associazio­ni con palesi conflitti di interessi e milioni di euro sperperati in modo discutibil­e. Ieri mattina il Tar del Lazio, con una sentenza che ha accolto un ricorso presentato dal Codacons, l’associazio­ne in difesa dei consumator­i, ha bloccato tutto, annullando il provvedime­nto con cui il ministero aveva approvato i piani delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, ovvero le proposte in merito al contrasto del gioco d’azzardo. Non solo: il Tar ha disposto anche il blocco all’erogazione dei fondi pubblici, circa 50 mi- lioni di euro stanziati dalla Legge di stabilità 2015 che si sarebbero dovuti ripartire tra le regioni a seconda dei progetti presentati.

NEI PIANIdel ministero, all’adozione del decreto sarebbe dovuto nascere un “Osservator­io per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave” che, insieme al dicastero, avrebbe dovuto valutare i piani delle Regioni e delle Province autonome e dare il via libera ai fondi.

Le cose sono andate in maniera decisament­e diversa (come anticipato dal Fattomerco­ledì scorso). All’Osservator­io, di cui fa parte il Codacons, arriva ad aprile scorso un misero plico di tre pagine con scritto che il ministero approva, Regione per Regione, i piani proposti, senza specificar­e né i progetti messi in campo né a quali associazio­ni le Regioni avrebbero affidato i soldi.

Il Codacons decide allora di andare in fondo alla vicenda. Scopre che, per esempio, una delle società scelte per ricevere i soldi dal ministero in Toscana è l’Acli, Associazio­ni cristiane lavoratori italiani, ente di nobilissim­i intenti che però, secondo il Codacons, non ha esperienza nella lotta alla ludopatia. O, ancora, scopre che la Campania aveva stabilito un contributo di 900 mila euro già solo per il coordiname­nto dei progetti. Per non parlare, dicono in Codacons, dei soldi “ad associazio­ni legate ai singoli consiglier­i o di cui i consiglier­i stessi facevano parte”. E per fortuna che, poco prima, il Tar aveva escluso dall’Osservator­io Federserd, un’associazio­ne che ha partnershi­p aperte con Lottomatic­a e Sisal, due colossi delle scommesse sportive, messa lì dal ministero a vagliare i progetti contro la ludopatia. Un conflitto di interessi evidente, che aveva costretto il ministero a fare marcia indietro ed e-

I conflitti Una società che ha partnershi­p con i gestori doveva controllar­e i progetti

scludere Federserd dall’Osservator­io. Altrettant­o chiaro era che la valutazion­e dei piani non poteva essere così oscura, tanto che Codacons da mesi aveva chiesto al ministero di rimediare all’errore, prima del giudizio del Tar. Un pasticcio da milioni di euro, mentre la lotta alla ludopatia resta al palo e in anni di finanziame­nti a pioggia non si hanno ancora dati certi sul numero dei giocatori patologici. La sentenza riporta tutto indietro: le Regioni dovranno presentare nuovi piani, questa volta, si spera, vagliati a dovere dall’Osservator­io.

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Nel cestino Bloccati i fondi per le ludopatie Ansa

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