Muraro e Mafia Capitale, archiviato il ‘noto’Renzi
L’ex premier disse dell’ex assessore: “È totalmente collegata”. Non è diffamazione
Piazzale Clodio, martedì 17, aula X del giudice per l’udienza preliminare Livio Sabatini. Il foglio affisso sulla porta reca gli orari delle 13 udienze previste in giornata. A partire dalle 9.30 del mattino, si discuteranno i casi del cinese Chen, di tali Mecca Scaccia e Baratta, d’un paio che di cognome fanno Bianchini e Meschini. Ma per le 11 è previsto il mistero: l’udienza numero 8 viene registrata alla voce “noti”. Né nome. Né cognome. In effetti, il personaggio, noto è. Al punto che qualcuno avrà pensato: non v’è bisogno neanche di menzionarlo. Diciamolo: in fondo, chi non lo conosce Matteo Renzi? E poi: metti che un giornalista legge per sbaglio l’elenco, s’accorge dell’udienza, capisce che riguarda l’ex premier, attuale segretario del Pd, e si piazza davanti all’aula, magari per chiedere notizie?
STA DI FATTOche il 17 ottobre il “noto” Renzi è stato archiviato, dal Tribunale di Roma, dall’accusa di diffamazione che, nel 2016, gli ha rivolto, con regolare denuncia in Procura, l’ex assessore all’Am b ie nt e del Comune di Roma Paola Muraro. Accade infatti che il “noto”, quando monta la polemica su Muraro indagata, inquadra in questi termini la situazione: “Pensate che avrebbero detto se la Muraro fosse del Pd? In fondo la svolta della Raggi è dare la gestione dei rifiuti a una donna collegata totalmente a Mafia Capitale, a quelli che c’erano prima”.
Ora, che la Muraro non fosse mai stata indagata nell’inchiesta Mafia Capitale, era un fatto acquisito. Era piuttosto indagata per abuso d’ufficio (con richiesta di archiviazione) e per reati ambientali. Il punto sollevato da Renzi era però un altro. Muraro era in rapporti con due imputati dell’epoca: l’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi ( poi condannato ma senza l’accusa per mafia) e l’ex direttore generale Giovanni Fiscon (mai indagato per mafia, poi totalmente assolto). Rapporti che – come anche il Fatto aveva sottolineato – non conferivano certo, alla scelta di Muraro, già consulente in Ama, peraltro dai tempi del sindaco Walter Veltroni, il crisma politico della discontinuità. E così Renzi la collega adoperando l’avverbio “totalmente” – dal dizionario Treccani: “interamente, completamente, del tutto” – a Mafia Capitale. Stando al suo assunto, dovremmo dedurne che qualsiasi politico, più o meno noto, che abbia avuto rapporti con Salvatore Buzzi (poi condannato ma non per mafia), per averlo chiamato, invitato a cena, condiviso emendamenti in Comune, incassato finanziamenti elettorali per il partito o qualche fondazione, sia, solo per questo, “interamente, completamente, del tutto” collegato a Mafia Capitale? E che se un politico è in rapporti con qualcuno, coinvolto in un crac bancario, sia per questo totalmente collegato con l’associazione di bancarottieri? Un cronista non s’arrischierebbe mai in un’accusa del genere. Un politico invece può.
PER IL GIUDICE – e per il procuratore aggiunto Paolo Ielo – Renzi infatti non ha diffamato la Muraro. Il motivo? Per entrambi la sua era soltanto una critica politica. Scrive il gip Sabatini: “Il tenore del verbale d’interrogatorio reso dalla Muraro e gli ulteriori documenti acquisiti, evidenziano la palese insussistenza di una condotta offensiva della (sua, ndr) reputazione”. Renzi ha agito nel “rispetto dei requisiti nell’esercizio del diritto di critica politica”. Innanzitutto perchè s’è attenuto alla “verità dei fatti”:“i rapporti lavorativi e fiduciari tra Muraro, Panzironi e Fiscon, indagati nel processo Mafia Capitale”. In secondo luogo, per la “notevole rilevanza sociale della notizia” e “l’importanza della vicenda giudiziaria alla quale si riferisce la critica politica”. Il linguaggio è stato “sì aspro, ma attinente a fatti reali e privo di offese gratuite alla sfera professionale dell’individuo”. Secondo il gip la frase “una donna legata totalmente a Mafia Capitale” è stata “pronunciata nel contesto di quella critica politica e non già in modo estemporaneo o sganciata dal contesto informativo nel quale è avvenuta”.
INSOMMA, secondo il giudice, quando Renzi pronunciò quella frase, con Fiscon e Panzironi imputati, Paola Muraro era “totalmente” collegata a Mafia Capitale. Ma Muraro non ci sta: “Mi sono opposta alla richiesta di archiviazione del pm, mi opporrò anche all’ordinanza del gip. Deve essere fatta giustizia per la gogna mediatica che abbiamo sopportato io e la mia famiglia”.
Il segretario Pd agì nel rispetto dei requisiti nell’esercizio del diritto di critica politica Seppure in termini aspri, disse la verità