“Ong e scafisti in contatto fin dalle partenze in Libia”
Contestazioni della Procura di Trapani, perquisita la nave
sospetto dei pubblici ministeri di Trapani è che i membri dell’organizzazione fossero in rapporti con i trafficanti libici sin dal momento in cui i barconi dei disperati lasciavano le coste del Nord Africa. Devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sotto la lente l’imbarcazione adoperata per i salvataggi nel Mediterraneo
Il sospetto è chiaro: secondo la Procura di Trapani, alcuni membri di Save the Children o dell’equipagggio della nave Vos Hestia erano in contatto con i trafficanti libici di migranti. E sin dal momento in cui i barconi lasciavano le coste del Nord Africa. Ed è altrettanto chiaro - la Procura l’ha sempre sottolineato - è che se un reato è stato commesso è stato soltanto per fini umanitari. In sostanza, qualcuno, con l’unico intento di salvare vite umane, potrebbe aver violato il codice penale. E così, nell’ambito di quest’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di Marco Amato, il comandante della Vos Hestia, ieri la Procura trapanese ha disposto la perquisizione della nave attraccata a Catania, eseguita dagli agenti del Servizio centrale operativo della polizia e della Squadra mobile e dai militari della Guardia costiera.
“L’ACQUISIZIONE – si legge nel decreto dei pm Andrea Tarondo e Antonio Sgarella – è indispensabile per accertare le modalità di acquisizione delle notizie relative alle partenze dalla coste libiche delle imbarcazioni che effettuano trasporto dei cittadini stranieri...”. L’urgenza nasce dall’imminente dismissione della nave che sarà riconsegnata all’armatore. La polizia ha sequestrato dalla plancia tre giornali nautici, per il periodo che va dal 22 novembre 2016 al 23 agosto 2017, un brogliaccio di navigazione di aggiornato al 23 ottobre, due computer. Non solo. Gli agenti hanno perquisito anche il mediatore culturale e il fotoreporter della Ong, ai quali sono stati sequestrati un hard disk e due tablet. Al team leader dell’organizzazione umanitaria, invece, sono stati sequestrati i telefon satellitare e cellulare. I periti della Procura verificheranno, nelle diverse memorie digitali e nei giornali di navigazione, se il loro sospetto di contatti con i trafficanti sia fondato oppure no.
Gli investigatori sembrano infatti convinti che l’equipaggio della Vos Hestia non si limitasse ad avere notizie sui barconi solo nelle fasi dell’emergenza ma che, invece, fossero avvertiti dai trafficanti già dalla partenza delle coste libiche.
Fino a ieri, l’unica Ong destinataria d’un provvedimento della Procura di Trapani, era stata la tedesca Jugend Ret- tet, che ha subìto il sequestro della nave Iuventa, confermato dal tribunale del Riesame e contro il quale il legale dell’organizzazione umanitaria, Leonardo Marino, ha presentato ricorso in Cassazione.
AGLI ATTIVISTI della Jugend è stata contestata la riconsegna di un barcone agli scafisti e i contatti con i trafficanti, non nelle fasi della partenza, ma mentre erano vicini alle loro navi in acque internazionali. “La perquisizione è relativa alla ricerca di materiali per reati che, allo stato attuale, non riguardano Save the Children”, si difende la Ong, che parla di “presunte condotte illecite commesse da terze persone”. “Abbiamo sempre agito nel rispetto della legge, tutte le operazioni sono state condotte in strettissimo coordinamento con la Guardia Costiera italiana e nella massima collaborazione con le autorità. Abbiamo piena fiducia nella magistratura, confidiamo che faccia immediata chiarezza”.
La difesa ”Abbiamo agito in coordinamento con la Guardia costiera, confidiamo che si faccia chiarezza”