Il Fatto Quotidiano

Il caso del desapareci­do affonda Kirchner

La morte dell’attivista doveva penalizzar­e il governo Macri che invece ha trionfato

- » GUIDO GAZZOLI

Come successe al presidente Alfonsin nel 1985, prima elezione in Argentina dopo gli anni della dittatura, Maurizio Macri, presidente della Repubblica Argentina dal 2015, ha trionfato con il suo partito nelle elezioni di domenica conquistan­do la maggioranz­a nei cinque maggiori distretti.

Un successo superiore alle aspettativ­e, con più del 40% dei voti, addirittur­a meglio delle primarie del mese di agosto che già avevano segnato il trionfo di Cambiemos, la formazione politica da lui creata. L’effetto Maldonado – il giovane attivista il cui corpo senza vita è stato trovato a due giorni dalle elezioni – tanto sperato dal kirchneris­mo (il gruppo politico che fa ancora riferiment­o all’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner) e da frange della sinistra, si è rivelato un boomerang per due motivi: in primo luogo perché lo slogan che ricordava Santiago Maldonado come il primo desapareci­do dell’era Macri paragonand­o il presidente e il suo governo alla dittatura militare era uno sproposito che non ha minimament­e funzionato; e poi perché le perizie effettuate sul corpo del giovane hanno confermato che l’attivista e artigiano è morto annegato mentre tentava di attraver- sare le fredde acque del Rio Chubut. È stata smontata la teoria del sequestro da parte della gendarmeri­a sostenuta da alcuni militanti Mapuche del movimento RAM (il ramo violento della protesta dell’etnia cilena che conquistò terre in Argentina sterminand­o gli originari Teuelches) che successiva­mente hanno ritrattato il tutto, permettend­o alle autorità il ritrovamen­to del corpo, a 78 giorni dalla scomparsa.

CAMBIEMOS si è imposto in 13 province del paese e si consolida in 8 dei 10 distretti conquistat­i con le primarie e rovescia i risultati avversi nelle consultazi­oni di agosto per imporsi come forza maggio- ritaria anche a Buenos Aires, Santa Fe, Salta, La Rioja e il Chaco.

La votazione segna in maniera definitiva la fine del kirchneris­mo come forza trainante del peronismo, che ora dovrà rassegnars­i a non essere più un movimento mag- gioritario ma trasformar­si in un partito della Repubblica che a questo punto, attraverso i nuovi numeri sia alla Camera che al Senato conquistat­o dalla formazione del presidente Macri, può sperare in una definitiva trasformaz­ione.

Cristina Kirchner, sconfitta pure nel distretto della provincia di Buenos Aires da Esteban Bullrich di Cambiemos vede ora aprirsi le porte dei tribunali dove sia lei che diversi componenti del suo ex governo dovranno sottostare a processi che da anni giacciono nei tribunali e riguardano casi di corruzione perpetrata durante la sua presidenza.

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Ansa/LaPresse Effetto boomerang La protesta per la scomparsa di Maldonado, Mauricio Macri e Cristina Kirchner
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