Il Fatto Quotidiano

Fahmi Salim, il boss tra diesel e semtex sulla rotta di Malta

Multiruolo Arrestato ad agosto, avrebbe fornito l’esplosivo che ha ucciso Daphne

- » NANCY PORSIA

Quando hanno arrestato Fahmi Salim Musa Bin Khalifa un paio di mesi fa, il blocco dei migranti sostenuto dal governo italiano era già a pieno regime. Mentre la Brigata 48 del clan Dabbashi a Sabrata e gli uomini della Guardia Costiera di Zawiya vantavano ormai il sostegno politico e finanziari­o di Roma e Bruxelles, altri gruppi erano alla ricerca di “ingaggio”.

Il 24 agosto gli uomini de ll’unità anti- crimine fermarono Fahmi Bin Khalifa accusandol­o di traffico di droga, dopo il ritrovamen­to orchestrat­o di una partita di hashish. “Uno come Fahmi non rischia il suo giro d’affari per una partita di hashish”, spiegò al Fatto una fonte da Zuwara, la città di Fahmi Salim. E iniziò subito un braccio di ferro per non far consegnare il trafficant­e alle autorità di Tripoli. Così, nella notte, Fahmi Salim fu consegnato alle forze speciali Rada, il gruppo paramilita­re legato agli ambienti salafiti libici. Sotto le foto segnaletic­he poi diramate, venne riportato “il capo del traffico di esseri umani e idrocarbur­i”.

In realtà, Fahmi Salim è un ex trafficant­e di droga, come riportato dalla stampa americana nel 2014. Attività che risalirebb­e ai tempi di Gheddafi, secondo fonti a Zuwara. “Durante il regime, trafficava anche in migranti irregolari su navi cargo che facevano la spola tra Libia e Malta”. Dopo la rivoluzion­e del 2011, si sarebbe dedicato solo al traffico di diesel. “Già dai tempi del regime aveva ottimi contatti con la mafia maltese”.

La prima a tirare fuori il nome di Fahmi Salim fu la reporter americana Ann Marlowe nel 2014. Marlowe ricostruì l’architettu­ra del business messo in piedi dal trafficant­e di Zuwara con l’ex calciatore maltese Darren Debono e l’uomo d’affari egiziano Ahmed Arafa, attraverso la società Adj Trading, registrata a Malta, e di cui vantavano una quota pro capite di 330 mila euro.

LE PETROLIERE Amazigh F e Basbosa Star controllat­e dalla Adj Trading, entrambe battenti bandiera Palau ( micro-Stato del Pacifico, ndr ), nel 2015 finirono dunque nel mirino delle autorità internazio­nali. Nel frattempo il partner maltese Debono aveva avviato la procedura per lo scioglimen­to della società, casualment­e completato proprio pochi giorni prima dell’arresto di Fahmi Salim che domenica la Marlowe ha tirato in ballo anche per l’omicidio della blogger maltese Caruana Galizia: “Ho saputo dalle mie fonti che il Semtex, l’esplosivo che ha ucciso Daphne, è giunto dal porto di Zwara, quartier generale di Fahmi Salim”.

“Nessuno può negare che Fahmi Salim fosse un trafficant­e. Quello che ci chiediamo a Zuwara perché solo lui quando i nomi degli altri trafficant­i sono altrettant­o conosciuti”, dicono le fonti di Zuwara.

Sul mercato internazio­nale un litro di diesel costa 37 centesimi di euro; al mercato nero libico viene a costare 9 centesimi. Un affare da decine di milioni di euro per la mafia nel Mediterran­eo, in prima fila libici, maltesi e italiani. Le fonti del diesel contrabban­dato sono le raffinerie. Fahmi Salim, trafficant­e, nulla potrebbe se non attraverso la collaboraz­ione e connivenza delle autorità che controllan­o la raffineria di Zawiya, e il porto in cui si trova. È la raffineria di Zawiya il cuore pulsante del traffico, come anche riportato nel rapporto pubblicato nel giugno 2016 dal panel di esperti dell’Onu. Nell’e s ta t e 2015 la raffineria alla periferia sud di Tripoli subì un incendio, e le cause restano da chiarire. I responsabi­li della raffineria di Zawiya hanno nomi e cognomi, dal capo della guardia del sito petrolifer­o Mohamed Khushlaf, meglio noto con il nom de guerre “Al Gasib”, a suo fratello Walid Khushlaf, fino al capo della Guardia Costiera della città Abdul Rahaman Milad, meglio noto come “Al Bija”, esponente della tribù Bu Moheira come i fratelli Khushlaf.

A Fahmi Salim son stati attribuiti anche legami – non documentat­i – con gruppi affiliati allo Stato Islamico. Di certo le Forze Speciali Rada con la cattura di Fahmi Salim si sono conquistat­e la riconoscen­za italiana. Poco importa che tra i loro più stretti collaborat­ori spuntino proprio i nomi dei Khushlaf e di “Al Bija”.

Prima i migranti

Il capobanda iniziò i suoi traffici al tempo di Gheddafi. Forse venduto dai suoi rivali Chi è Fahmi Salim Musa Bin Khalifa, boss dei traffici di Zwara, città non lontana dal confine tunisino a maggioranz­a berbera

La carriera Impegnato nel traffico di migranti già al tempo di Gheddafi, Fahmi Salim si è poi dedicato al commercio illegale di diesel attraverso Malta

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Porto delle nebbie La Valletta, capitale dell’arcipelago maltese
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