Battisti batte sullo stesso tasto: “In Italia mi uccideranno”
Ex terrorista omicida verso l’estradizione
violenta. Sull’altro fronte la vicepresidente del governo, Sáenz de Santamaría ammette che l’articolo 155 potrebbe essere imposto alla Catalogna per più di sei mesi e non chiarisce se la procedura si arresterebbe, nel caso Puigdemont optasse per elezioni.
Il leader del PP catalano Albiol è netto invece nel dichiarare che elezioni convocate da Puigdemont sarebbero comunque “contaminate da un punto di vista politico. Sarà il 155 a portare il parlamento a un funzionamento normale”.
I SOCIALISTIspagnoli dichiarano che “la posizione del Psoe in difesa della legalità in Catalogna è anche una difesa dei valori della sinistra”. Ma nel Psc non tutti ne sembrano convinti. L’ex consigliere Sabaté chiede che si consulti la base prima di decidere l’appoggio dei socialisti catalani all’applicazione dell’articolo 155.
Bruxelles continua nel sostegno incondizionato, almeno pubblicamente, alla strategia di Rajoy, perché, ribadisce la Commissione, rientra tutto nell’ordine costituzionale. Il presidente della Commissione europea, Jean- Claude Juncker, è “contrario a tutti i separatismi in Europa” e non approva “quello che sta accadendo in Catalogna”.
Madrid intanto continua a preparare la non facile – fra probabili scioperi, manifestazioni di piazza e resistenza passiva di massa – iniziativa politica per subentrare nella macchina amministrativa della Catalogna, gestita da un consiglio di sottosegretari presieduto dalla vicepremier Soraya de Santamaria. Madrid minaccia di sanzioni penali i funzionari che non si piegheranno.
Solidarietà alla Generalitat arriva da Perpignan, definita da alcuni la “capitale della Catalogna del Nord” in Francia, sotto forma di una proposta di asilo a Puigdemont e a quanti lo hanno sostenuto fino a questo momento: un gruppo autonomista ha pronte 50 ville per il presidente e i suoi ministri, se saranno costretti all’esilio dopo che Madrid li avrà esautorati facendo pesare la decisione del governo centrale. ▶L’EX TERRORISTA
dei Pac Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per quattro omicidi e fuggito prima in Francia e poi in Brasile, dove si trova, ha rinnovato ieri il suo timore per una estradizione in Italia: “Gli agenti penitenziari italiani hanno detto che mi uccideranno” ha dichiarato Battisti alla stampa brasiliana, proprio alla vigilia della riunione del Supremo Tribunale che deve decidere se rispedirlo a Roma, come chiesto dal governo italiano. L’ex estremista ha fatto riferimento a “l'odio alimentato in tutti questi anni da una parte dei media e dalle forze politiche italiane. Quelli che mi vogliono uccidere sono quelli che dovranno avere cura di me in carcere... ho paura della violenza fisica da parte dell’Italia”. Battisti era stato arrestato dalla polizia federale dieci giorni fa mentre assieme a due amici si stava dirigendo in Bolivia, dopo che si era diffusa la notizia che Roma aveva chiesto al governo Temer di non proteggerlo più.