Il Fatto Quotidiano

Amori, dolori e vendette: non di solo equilibrio vivono i trapezisti

I drammi umani di chi vive facendo ridere gli spettatori

- » ACHILLE CAMPANILE

Il fascino maggiore del Circo credo sia dovuto al fatto che noi siamo portati, chi sa perché, ad attribuire ai componenti di quel mondo drammi umani in contrasto con la loro attività profession­ale, apparentem­ente festosa e volta al ridere e al far ridere; ciò che non facciamo con gli attori di teatro, o coi cantanti d’opera; con i profession­isti d’altre forme di spettacolo, insomma.

È fascino dovuto anche al fatto che quello del Circo è un mondo chiuso. Di solito non si vedono i suoi componenti, negli alberghi o nei ristoranti, perché vivono nelle loro carovane, o s’immagina che vivano lì, anche se in realtà non ci vivono, e che in quelle casette a quattro ruote, in quella città semovente, che parte e scompare con tutti i suoi cittadini, avvengano chi sa quali drammi.

AL CIRCO, s’immagina subito che la tale cavalleriz­za sia innamorata del tale compagno di esercizi, che fra loro ci sia un dramma, che qualcuno soffra di questo.

Certe volte sembra di cogliere su un volto, in uno sguardo d’intesa fra compagni di Circo e compagne, la conferma di queste segrete situazioni romantiche e drammatich­e. S’aggiunga il pericolo. Il fatto che, in certi casi, come per i trapezisti, per gli “angeli volanti”, la vita dell’uno dipende dall’altro, eccetera.

Il dramma della festosità. Il rischiare la pelle.

La banda che suona, mentre uno precipita nel vuoto per disgrazia.

La stagione del Circo è Natale.

Il pagliaccio glabro, che sotto l’infarinatu­ra aveva una faccia piena di rughe.

Un altro con lui, che aveva occhi con sguardo comicament­e pietoso.

La signora distinta (forse madre d’uno dei giocolieri), anziana giocoliera.

La ragazza del Rodeo, carina.

L’altra che era prima una delle maschere.

Gli angeli volanti sono il clou.

Domani, saranno da capo col pericolo.

Anche stasera, se ci sono due spettacoli in un giorno.

S’immagina che sono sempre un po’ uomini e un po’donne, che intreccian­o amori e gelosie e, chi sa perché, che vi siano tra loro drammi della gelosia, per cui magari uno potrebbe non dare la mano al collega che ar-

Uno potrebbe non dare la mano alla donna che lo ha tradito; o doverla dare, benché tradito

riva al volo o alla donna che lo ha tradito; o doverla dare, benchè tradito da lei, o da lui.

A un certo punto, volteggian­o in un cielo stellato.

Impression­e di leggerezza incredibil­e. Viaggio interplane­tario, hanno vinto la forza di gravità.

A un certo punto, a un e- sercizio difficile, mortale, per es. il triplo salto mortale nel vuoto a grande altezza, levano perfino la rete di sotto. Qualche volta cadono mortalment­e.

E sempre quella musica un po’ triste.

Cattiveria, la nostra, costringer­e a fare questi esercizi mortali per vivere (V; “I nani”). Ma loro lo fanno volentieri. Clown di Bruxelles. La loro carta geografica è costellata di Circhi equestri. Milano non è che un gran Circo a Porta Volta. Roma, Parigi, id.

SONO UNA RAZZA di persone che non si vedono mai, altro che nell’esercizio delle loro funzioni. Come gl’impiegati delle tasse, come i gondolieri a Venezia, ecc.

Il piccolo indiano bravissimo equilibris­ta, e il padre che segue ansioso gli esercizi pericolosi, o faticosi, o difficili dei figli giocolieri. Pur essendo indiano. Come uno di noi. Ma perché è suo figlio, o per interesse? Via, non siamo cinici.

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La passione Campanile con la moglie, Pinuccia Bellavita

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