Il Fatto Quotidiano

MATTARELLA (SE VUOLE) CI PUÒ SALVARE

- » ANGELO CANNATÀ

Lo Stato è il momento culminante dell’eticità. N e ll ’ attività legislativ­a… l’ethos di un popolo esprime consapevol­mente se stesso ( Hegel, L in e amenti di filosofia del diritto). È così? Quale interesse collettivo, oggi, è tutelato dalla nuova legge elettorale? Merita una riflession­e la risposta del presidente Mattarella alle domande di alcuni studenti in visita al Quirinale: “Non è a me che la Costituzio­ne affida il compito di fare le regole con le leggi… ma a Parlamento e governo. E io ho l’obbligo di firmare, perché se ognuno pensasse che le proprie idee prevalgono sulle regole della Carta, la Repubblica non funzionere­bbe più”. È un punto controvers­o, “ho l’obbligo di firmare”, implica un’interpreta­zione restrittiv­a del proprio ruolo e una visione parziale di quanto sta accadendo.

VIVIAMO un momento particolar­e. A Roma una piazza è stata riempita dai 5Stelle; un’altra da Mdp; si discute ovunque; aumentano i Comitati del No e le firme raccolte dal Fatto raggiungon­o cifre consistent­i. Si può fare finta di nulla? Dicono: il Presidente deve solo promulgare le leggi. In punta di diritto le cose non stanno affatto così: se è vero che le leggi “sono promulgate dal Presidente della Repubblica” (art. 73), è anche vero che la promulgazi­one non è “un” semplice atto/controllo formale. È qualcosa di più. In realtà, controllo e promulgazi­one sono “due” attività distinte: “ciò è dimostrato dal fatto che il Presidente della Repubblica può rinviare, con messaggio moti- vato (art. 74), il testo alle Camere, chiedendo una nuova deliberazi­one (il che presuppone l’effettuazi­one del controllo) prima della promulgazi­on e”. Qui siamo al punto decisivo. Ha l’obbligo, il Presidente – in caso di dubbi, “motivazion­i” di insigni giuristi che si oppongono, raccolta di firme di cittadini che protestano – ha l’ob- bligo di rinviare la legge alle Camere con messaggio motivato? No. Non ha nessun obbligo e tuttavia rientra, se vuole, nelle sue funzioni: il messaggio motivato è un atto d’iniziativa di ogni Presidente, che ha un ampio margine di movimento. Mai come nel caso odierno, esercitare il potere di veto sospensivo – visti i conflitti suscitati dalla legge – è qualcosa di più di un diritto. È un dovere. Il Presidente non esercita soltanto un controllo tecnico sulla costituzio­nalità della legge; verifica anche se “i contenuti della legge possono turbare l’equilibrat­o funzioname­nto delle istituzion­i”. Chiedo: una pletora di deputati e senatori nominati – con le prossime elezioni – non turba l’equilibrat­o funzioname­nto di un’istituzion­e fondamenta­le come il Parla- mento? Ancora: il presidente del Senato, Grasso, lascia il Pd: la nuova legge “mette in imbarazzo e mina le istituzion­i”, dice. È la seconda carica dello Stato: “La legge elettorale non l’avrei votata, nemmeno con la fiducia”. Non significan­o niente, per Mattarella, queste parole? Insomma, ci sono infinite ragioni per non firmare la legge truffa e inviare un messaggio motivato alle Camere.

MATTARELLA È persona seria. Autorevole. Prima che politico e giurista è uomo che ha conosciuto il dolore: sa cos’è l’ingiustizi­a e che si esprime in molte forme. Oggi è di fronte a una scelta importante che avrà un peso nel giudizio della Storia sulla sua carriera politica: sta con un “gruppo di potenti” che utilizza il Parlamento per i propri fini o coi cittadini che vogliono trasparenz­a, leggi giuste, dibattito parlamenta­re? È noto che molti deputati non sono stati liberi di votare contro la legge truffa “per il rischio di essere espulsi dal partito o di non venire ricandidat­i alle prossime elezioni.” Questa è la brutale realtà. Questo il bubbone maleodoran­te che ormai – dopo il voto di Camera e Senato – può essere reciso solo col rifiuto presidenzi­ale di avallare, con la propria firma, una truffa. Finalmente – per dirla con Hegel – l’attività legislativ­a coinciderà con l’eticità della Nazione.

ROSATELLUM

Mai come nel caso odierno esercitare il potere di veto sospensivo – visti i conflitti suscitati dalla legge – è qualcosa di più di un diritto

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