Un anno per far nascere la Repubblica indipendente
Doppio binario Diktat spagnolo contro procedure catalane Già lunedì il possibile arresto dei vertici “separatisti”
Con la proclamazione della Repubblica catalana ieri è entrata in vigore la legge di Transitorietà giurdica, che regola il passaggio dalla legalità spagnola verso quella nuova catalana così da non produrre vuoti giuridici. In attesa della Costituzione del nuovo Stato il cui iter d’approvazione, teoricamente, dovrebbe avvenire da qui a un anno.
UNO STATO IN UN ANNO. I prossimi passi, infatti, prevederebbero 6 mesi di processo partcipativo che si concluderebbero con elezioni costituenti. La Camera così eletta redigerebbe la nuova Costituzione che verrebbe sottoposta a referendum popolare.
“Lo facciamo in piedi, come persone libere, senza paura”, diceva ieri nel parlamento catalano Riera, della Candidatura d’Unitat Popular, spiegando l’attitudine degli indipendentisti nel proclamare la Repubblica catalana.
COMMISSARIAMENTO. Il governo Rajoy ieri sera ha già approvato le prime misure in applicazione del 155, la cui legge era stata da poco pubblicata sulla gazzetta ufficiale spagnola: la cessazione nell’incarico del presidente, del vicepresidente e di tutti i consiglieri del governo catalano, del segretario generale del dipartimento degli Interni e del direttore generale dei Mossos d’Esquadra e di altre cariche pubbliche per un totale di 140 nei diversi dipartimenti della Gener alit at. Vengono chiuse le “a m b asciate” del governo catalano all’estero (a esempio Madrid e Bruxelles) ed estinti gli uffici del presidente e vicepresidente della Generalitat. COPIA CARBONE DI MADRID Sono designati nuovi organi amministrativi in luogo delle consiglieri attuali, che farebbero riferimento ai ministeri del governo spagnolo.
Il governo ha già portato la risoluzione del Parlamento di ieri sulla proclamazione della Repubblica davanti al Tribunal Constitucional chiedendone la nullità e la procura generale sta predisponendo le querele per i componenti del governo catalano con l’accusa di sedi- zione o ribellione (reato che prevede fino a 30 anni di prigione), le prime detenzioni potrebbero esserci già lunedì. L’esecuzione di tali decisione sarebbero a carico della Guardia Nacional che potrebbero arrivare a dover usare la forza nei confronti dei trasgressori della legge nazionale.
Rajoy insiste nel dire che “non si tratta di sospendere l’autogoverno ma di riportarlo alla legalità”. Non la pensano così in Catalogna, dove l’articolo 155 è visto come un attacco non tanto all’indipendenza quanto al catalanismo, ossia alle istituzioni, alla storia e alla cultura catalane.
ELEZIONI “FORZATE”. Bisognerà vedere in che condizioni si terranno le elezioni annunciate dal governo spagnolo per il 21 dicembre (che rappresenta il primo giorno utile per poter indire il voto, ndr). Se, a esempio, sarà possibile partecipare per tutte le liste che lo scelgano o se, come è anche stato ipotizzato da alcuni giuristi, sarà illegale presentare un programma indipendentista perché contrario alla Costituzione.
Cambio di squadra L’esecutivo madrileno nominerà tutti i responsabili delle strutture pubbliche anni La pena massima prevista per il reato di “ribellione”