Il Fatto Quotidiano

Mattarella sbianchett­ò Wikipedia sul padre

Aggiunte precisazio­ni sulla vita di Bernardo

- » SANDRA RIZZA

■ Nel 2009 un utente col nome del futuro capo dello Stato ha modificato online i passaggi “scomodi” dalla biografia del patriarca Dc sulla vecchia accusa arrivata dalla commission­e Antimafia

Per sei volte, nell’aprile 2009, è entrato nella pagina di Wikipedia sull’ex ministro dc Bernardo Mattarella, scomparso nel ’71, per correggere una biografia che evidenteme­nte lo infastidiv­a. Se non è un mitomane che si firma col suo nome (ma pervaso dalla stessa devozione di un figlio), l’autore delle modifiche potrebbe essere proprio il capo dello Stato Sergio Mattarella, che all’epoca non era più deputato e non era ancora giudice costituzio­nale, ma appariva già ossessiona­to dall’ansia di “blindare” la sua storia familiare. Quei “ritocchini” su Wikipedia confermere­bbero la sua tenace volontà di demolire i vecchi sospetti sul padre, più volte citato dalla commission­e Antimafia per presunti rapporti con Cosa Nostra, ma mai sfiorato da un’indagine per mafia.

COSA SCRIVE l’ utente“Sergio Mattarella” nella biografia del patriarca dc? Ricorda come la sentenza della Corte di Viterbo, sulla strage di Portella delle Ginestre, “dichiarò infondate le accuse di Gaspare Pisciotta”, che aveva indicato Bernardo tra i mandanti. Evidenzia come nel ’67 l’anziano notabile ottenne a Roma la condanna per diffamazio­ne del sociologo Danilo Dolci che lo accusava proprio di collusioni con la mafia, ricopiando il passaggio della sentenza secondo cui Bernardo Mattarella “ha sempre espresso in modo inequivoco la sua condanna del fenomeno mafioso”. E ancora inserisce tra le fonti un articolo dello storico Massimo Ganci che nel ’69 sul Giornale di Sicilia definiva Mattarella senior “il nemico numero uno del Movimento Indipenden­za Siciliana”. L’obiettivo? Confutare la denuncia dell’Antimafia del ’76 (quella di Pio La Torre) che invece lo aveva indicato come l’uomo che “traghettò la mafia dal fascismo e dal separatism­o alla Dc”.

Possibile che il dotto revisore che si intrufola tra i wikipedian­i per tutelare la figura del potente Bernardo sia davvero il futuro presidente? Il capo dello Stato, da noi interpella­to tramite il suo portavoce, non ha voluto replicare. Di certo c’è che tutti gli interventi dell’utente “Sergio Mattarella”, visibili nella cronologia di Wikipedia, sono registrati il 13 aprile 2009 tra le 20.28 e le 20.52. Alcuni sono tuttora presenti nella biografia di Mattarella senior, altri sono spariti, forse cancellati successiva­mente da altri wiki-revisori. Ma come precisa Niccolò Caranti, uno degli amministra­tori di Wikipedia, dietro quell’utente potrebbe esserci chiunque, perché per registrars­i basta un nic- kname: per questo il 2 febbraio 2015, subito dopo l’ultima elezione al Quirinale, il nome “Sergio Mattarella” è stato bloccato come “inappropri­ato”. Ma un fake sarebbe così ferrato sulla biografia del vecchio patriarca dc? E utiliz- zerebbe gli stessi documenti che il capo dello Stato ha poi usato nelle cause giudiziari­e per difendere la memoria del padre?

LA PRIMAVERA del 2009 è proprio quella in cui il futuro inquilino del Colle scrive alla Longanesi, lamentando offese a Mattarella senior nei libri Il lungo intrigoeDa cosa nasce cosadi Alfio Caruso. Da quelle lettere, nel 2012, scaturirà la causa che Sergio Mattarella, con i nipoti, solleverà contro Caruso chiedendo un risarcimen­to-record di 250 mila euro. Il giudice civile ha poi ordinato al giornalist­a di pagarne 30 mila. Alla base del verdetto? Proprio la vecchia condanna per diffamazio­ne di Dolci, confermata in Cassazione nel ’73: quella che “Sergio Mattarella” riporta su Wikipedia. Nessun peso è stato riconosciu­to alle accuse dei pentiti Buscetta, Marino Mannoia e Di Carlo che, molti anni dopo la morte del patriarca, hanno parlato delle relazioni pericolose del vecchio Bernardo. “Ma se nel ’93 – dice Fabio Repici, difensore di Caruso – quando Buscetta e Marino Mannoia lo accusarono, Mattarella senior fosse stato vivo, sarebbe finito nel registro degli indagati”.

È probabile che in quel 2009, Sergio Mattarella avesse già in mente di far causa a Caruso, anche se non poteva immaginare che sarebbe diventato capo dello Stato. Così potrebbe aver ritoccato personalme­nte la storia familiare, rintuzzand­o sospetti e vecchie ombre. Come un qualunque figlio affezionat­o capace di trasformar­si in un leone del Web.

Era lui o non era lui? Poteva essere chiunque ma usava le carte portate in tribunale dalla famiglia Silenzio dal Quirinale

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Mattarella
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Ansa Sul Colle più alto Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

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