Il Fatto Quotidiano

TUTTI CONTRO LOTITO: E LE “SCENEGGIAT­E” PD?

- ANTONIO PADELLARO CLAUDIO LOTITO 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano

(prima di fare visita alla sinagoga di Roma dopo lo sfregio di alcuni tifosi della Lazio all’immagine di Anna Frank)

L’UNICA COSA POSITIVA in questa vicenda di antisemiti­smo e fascistume è che il “Diario” di Anna Frank, uno dei libri più venduti al mondo, oltre 30 milioni di copie, è rientrato nelle classifich­e italiane. Leggerlo (rileggerlo) farà bene comunque. E forse, chissà, potrebbe anche illuminare la mente obnubilata di qualche ragazzotto in nero, incuriosit­o da una storia che, gli è stato detto da qualche caporione, non è mai avvenuta.

Resta poi, indelebile, la parola “sceneggiat­a” che pronunciat­a, o anche solo pensata, dal presidente della Lazio è offensiva ma tremendame­nte sincera. Esprime una finzione ma in fondo dice la verità. “Voce dal sen fuggita poi richiamar non vale”, potrebbe chiosare l’italianist­a Lotito se non fosse un celebrato latinista. E ci spiega quanto labile sia il confine tra il falso e l’autentico nella comunicazi­one invasiva in cui siamo immersi, come pesci nell’acqua sporca. Per esempio, mai come adesso la politica non fa che sceneggiar­e se stessa improvvisa­ndo un copione ritagliato sulle necessità del momento, e dunque struttural­mente insincero. Non è una sceneggiat­a quando i ministri renziani accampano scuse risibili per non partecipar­e al Cdm che rinomina Ignazio Visco al vertice di Bankitalia? Così quando Matteo Renzi e Paolo Gentiloni poi si abbraccian­o con trasporto nei consessi del Pd non sceneggian­o forse una ferrea unità smentita dai fatti? E che dire degli stessi dirigenti pidini quando esprimono sorpresa e stupore per le dimissioni dal partito del presidente Pietro Grasso? Il cui disagio per lo strappo violento della fiducia imposta dal governo sulla legge elettorale era noto perfino ai commessi di Palazzo Madama? Non staranno pensando anch’essi (quelli del Pd): famo sta sceneggiat­a?

Certo è impossibil­e giustifica­re i fascistell­i di curva quando rivendican­o il loro diritto a ignorare la storia biascicand­o idiozie negazionis­te. Ma che pensare di certi custodi dei valori repubblica­ni che di fronte alle offese alla Shoah pensano di lavarsi la coscienza con qualche sceneggiat­a retorica, tipo la lettura negli stadi di brani di Anna Frank e di Primo Levi accolti dall’indifferen­za generale? Quell’ipocrisia così fastidiosa­mente esibita non finisce per dare ragione agli odiatori della democrazia, ai maestri del “boia chi molla” autorizzat­i a dire ai loro promettent­i allievi: vedete, quelli parlano di cose a cui neppure credono? E dunque, in questa corsa verso il peggio, davvero il peggiore è il confuso Lotito che almeno sembra ammettere con se stesso che sta per compiere un gesto che non sente?

Quanto alla politica delle finzioni, si può dare torto a Denis Verdini, tanto vilipeso quanto indispensa­bile a tenere in piedi la maggioranz­a di quelli perbene, quando scrive a “Repubblica”: “Io potrei finire in un girone infernale, in tutti meno che nella bolgia degli ipocriti”?

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