Mibact, norma anti-ladri usata contro gli onesti
Chissà come risponderebbero oggi i 105 funzionari del ministero dei Beni culturali alla domanda che si poneva Eugéne Ionesco nel suo teatro d el l ’ assurdo: “La rassegnazione è saggezza?”.
Partiamo dalla fine di questa storia. Centocinque funzionari del Mibact si sono visti dimezzare il loro stipendio grazie al colpo di genio del loro Direttore al Bilancio, Paolo D’Angeli. Come sarà riuscito a portare avanti questa poderosa opera di spending review sulla pelle, per non dire altro, dei dipendenti? Con un coup de théâtre: è stata infatti applicata a lavoratori integerrimi una norma (art. 15 comma 7 del CCNL 2002/ 2005) che consente di dimezzare lo stipendio ai dipendenti sospesi perché soggetti ad arresto o a procedimento penale per reati di peculato, malversazione, concussione e corruzione. In sostanza, il dirigente ha applicato a funzionari onesti, che tutti i giorni svolgono con serietà e dedizione un ruolo di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico, un trattamento riservato a farabutti e delinquenti che approfittano del loro ruolo ne ll ’ amministrazione pubblica per trarne indebiti vantaggi. Roba da denuncia per diffamazione.
MA ECCO FARSI AVANTIil teatrino dell’assurdo. Se questi benedetti funzionari ministeriali non si sono resi responsabili di nessun atto criminale perché allora si sono visti decurtare il loro stipendio da 1.900 euro al mese a circa la metà? Facciamo un passo indietro.
Nel ‘93 viene soppressa la qualifica di “Ispettore generale” e chi ne svolgeva il ruolo è stato inquadrato in una posizione apicale, con uno stipendio molto più alto a quello degli altri colleghi, molti dei quali svolgevano i medesimi compiti. Ruoli di responsabilità, da vice- dirigenti e con potere di firma e visto che in 105 guadagnavano meno per fare le stesse cose degli altri hanno deciso di ricorrere al Tribunale di Roma per vedersi riconosciuta un’indennità di 200 euro al mese. Il Tribunale del Lavoro gli ha dato ragione e il Ministero è stato costretto a corrispondere la cifra stabilita. A questo punto il Mibact decide di ricorrere in Corte d’Appello e nel 2014 riesce a far ribaltare la precedente sentenza e quindi da allora in avanti ai soliti 105 non dovrà più essere corrisposta l’indennità di 200 euro precedentemente accordata.
Bene o male, fin qui l’intricato contenzioso (ancora pendente in Cassazione) si è svolto nel perimetro della legge. Ma il Direttore del Mibact non si accontenta di vincere. Lui vuole proprio stravincere. Non gli bastava decurtare lo stipendio di 1,900 euro mensili a persone che svolgono compiti che hanno a che fare con il nostro patrimonio storico più importante. No, D’Angeli ha preteso il recupero e la restituzione di tutte le somme precedentemente percepite, arrivando a calcolare un debito pro capite fino 50 mila euro da restituire in un’unica soluzione o in sessanta comode rate, “per la salvaguardia” scrive “delle primarie esigenze di vita”. “Come è umano lei”, verrebbe da dire al megadirettore galattico. C’è un rischio però, alcuni dei dipendenti sono prossimi alla pensione, come trovare allora una soluzione che garantisca il pagamento del debito, visto che per legge non si può trattenere più di un quinto dello stipendio? Semplice, applicare la norma che si usa nei confronti di chi è sottoposto a procedimento penale per gravi reati: dimezzare lo stipendio.
D IF FI CI LE c hi ed er conto di questa bella pensata ad altri, perché il direttore Generale D’Angeli fa istruttorie, firma e controfirma gli atti in solitudine, con sbalorditivo zelo, che ha precedenti solo in Fantozzi subisce ancora, nella scena in cui il povero ragioniere si trova a svolgere da solo il lavoro di tutti i colleghi assenteisti. Al netto della palese ed arbitraria ingiustizia subita da questi lavoratori, fa una certa impressione sapere che tra questi ci sia per esempio Rossella Rea, celebre responsabile archeologo del Colosseo. La Rea riceve i capi di Stato di tutto il mondo e gestisce enormi responsabilità con uno stipendio di 850/900 euro mensili. Cifre ridicole se rapportate a quanto guadagnano invece i direttori dei grandi musei (tra i 90 e i 150 mila euro l’anno), nominati esternamente e con grandi polemiche dal Ministro Dario Franceschini. Quasi 90 mila euro, infatti, sarebbero arrivati a direttore al Fabrizio Delussu, se la sua nomina nel febbraio scorso, non fosse stata seguita da una repentina destituzione, avvenuta dopo che i Carabinieri hanno avvisato il Mibact delle indagini in corso per un presunto occultamento di reperti archeologici ottenuti in modo illecito nel museo che dirigeva in pr ec ed enza. Delussu, tra l’altro, aveva elencato nel curriculum esaminato distrattamente dal Mibact una serie di lavori che lui non aveva mai svolto, ma altri invece sì e che giustamente l’hanno rivendicato. Sebbene le colpe dei fratelli non debbano ricadere sulle sorelle, come non ricordare poi le vicende di un altro alto dirigente: Anna Maria Buzzi, direttore dell’Organismo Indipendente di valutazione della performance del Mibact, con com- petenza sui piani anti-corruzione, sorella di Salvatore Buzzi in carcere invece proprio per corruzione e associazione a delinquere.
La signora Buzzi è finita nelle intercettazioni di Mafia Capitale, senza essere mai indagata, quando per cercare di sistemare la figlia in Campidoglio si rivolge al fratello Salvatore, il quale per tentare di truccare un concorso pubblico, chiede aiuto a un altro personaggio al centro dell’i nchiesta Angelo Scozzafava, dirigente capitolino. Tra i due a riguardo c’è una significativa serie di sms. Di fatto, grazie o meno, all’interessamento di quest’ultimo, la figlia di Anna Maria Buzzi ha ottenuto un punteggio molto alto alla prova, tanto che Salvatore, riferendosi a Scozzafava a un certo punto dice al telefono: “Anna Maria m’ha detto che glie vo’ fa’ un regalo… I soldi sembra corruzione invece un orologio de Bulgari nooo”.
Magari è solo millantato credito, ma certo l’orologio è molto più fine della classica mazzetta.
La vicenda Il ministero con questa mossa prova a recuperare i soldi di un contenzioso ancora in corso