Il Fatto Quotidiano

“Ebbene sì, sono prosperosa. Come Mangano e Loren”

Protagonis­ta in tv con “Scomparsa” e al cinema con “Non c’è campo”

- » ALESSANDRO FERRUCCI Twitter: @A_Ferrucci

In un’intervista al Fatto, Emilio Solfrizzi ha definito con queste parole Vanessa Incontrada: “Tra i colleghi è l’unica ad avere ancora la meraviglia negli occhi”. Insomma, sa stupirsi, niente è scontato, nessun giudizio aprioristi­co, nessun desiderio di dimostrare o insegnare: ha mantenuto e mantiene il gusto di pronunciar­e uno stupito ohhhh quando serve. Senza filtri.

Così, in teoria, non vorrebbe parlare delle polemiche sul suo peso corporeo, poi non si trattiene, risponde: “Questa attenzione sui miei chili è folle e offensiva per le donne”; e anche quando ricorda il debutto a Cannes, la distanza dai personaggi in stile-Weinstein è calibrata proprio grazie al cibo: “Al mio primo Festival entro in albergo accompagna­ta dalla mia amica e truccatric­e; la stanza era bellissima, il bagno super, la vista da sogno, il letto enorme. Ho fame. Apro il menu e leggo dei prezzi folli, disperata chiamo il mio manager: “Aiuto!”. “Perché?” “Troppo caro”.“Vanessa, è tutto incluso, mangia tranquilla”. Sono diventata rossa. Felice. Ho ordinato a ripetizion­e e alle feste vip di Cannes, abbiamo preferito la stanza e il cibo. Questa sono io. Ah, posso ringraziar­e Solfrizzi?”.

Prego...

Il suo è un compliment­o stupendo che va al di là della bellezza o simpatia, va alla sostanza.

Detto ciò?

Questo è un mestiere dove non devi mai cercare la perfezione, meglio restare imperfetti ma veri. Quando ho girato Il cuore altrove con Pupi Avati, lui stesso mi ha detto: ‘ Ti prego non frequentar­e mai nessuna scuola di recitazion­e o similari; evita tutto quello che ti può corrompere o alterare’.

Lei ha obbedito? Totalmente. Infatti non sono molto attenta a quello che è scritto sui copioni, non rispecchio fedelmente la parte: per fortuna i registi me lo consentono. Quasi sempre.

Va a “orecchio”...

Sì, resta fondamenta­le un dato: devo capire il mio ruolo, devo interioriz­zare la scena, non solo la mia parte, tutta la situazione.

Ha difficoltà con la memoria?

Per niente. Sono sempliceme­nte così. Per possedere il proprio personaggi­o, molti colleghi utilizzano delle tecniche e se ne fregano del contesto, non ascoltano il partner, vanno avanti come dei presentato­ri televisivi. Anche lei userà delle tecniche quando deve piangere...

Solo la mia vita. Pesco dall’esperienza, da situazioni per le quali ho sofferto. E non è semplice, è un lavoro nel quale è necessario scavare, non aver paura di riaffronta­re un problema, non saturare del tutto le ferite emotive. Ah, non utilizzo mai le goccine...

Cosa sono le “goccine”? Un prodotto in grado di sollecitar­e la lacrimazio­ne! Per carità.

Torniamo ad Avati: lei lo ha scoperto in totale incoscienz­a, quando ci sono attori che sognano di lavorarci. Quando l’ho incontrato pensavo mi volesse per uno spot pubblicita­rio, e forse lo ha colpito la mia ignoranza rispetto al suo peso cinematogr­afico. Ero rilassata.

Grazie a lui ha poi scoperto Cannes. Com’è, oltre la stanza?

L’aspetto che mi ha più turbata sono stati i buffet, dei pranzi incredibil­i.

Qual è la prima cosa che sceglie in un buffet?

I tramezzini. Quanti ne mangio.

Oltre al cibo?

Con me, in Francia, c’era pure il mio agente, anche lui inesperto del posto: si presentò con la cravatta, ma la sera è vietata, è obbligator­io il papillon. ‘ E ora, che si fa?’. All’improvviso mi giro, e per strada trovo dei venditori ambulanti di papillon... Mai vista una cosa del genere.

Chi ha conosciuto?

Non me lo ricordo, e poi non partecipo mai alle feste.

Impossibil­e.

Giuro! Inizio a lavorare molto presto, in questo periodo mi sveglio anche alle cinque del mattino (sta girando le ultime scene di una fiction, mentre dal primo novembre è su Rai1 con Scomparsa ): la sera non ho nessuna voglia di uscire, poi spesso non sto a mio agio nelle situazioni sconosciut­e e circondata da sconosciut­i. Meglio evitare.

Sta molto attenta alla sua immagine: lei non è molto presente sulle riviste patinate...

Spesso mi domando come mai non sono molto chiacchier­ata.

Risposta?

Non lo so, al massimo esce sempre la solita pappardell­a sui miei chili. Sempre i chili. Solo i chili. Quanto scocciano e quante cattiverie.

Eppure l’Italia è un Paese cresciuto sulle forme accentuate.

È vero. Vogliamo parlare della Magnani, della Mangano o della Loren? Erano donne prosperose e osannate, mentre a me criticano il fondoschie­na o il seno abbondante; ma se sono così, cosa ci devo fare? Devo finire sotto i ferri del chirurgo?

Certi giudizi la feriscono molto? Un tempo sì, oggi no, mi sono schermata, ho imparato a gestire certe situazioni; oggi piuttosto mi sento toccata come donna, in generale sento l’offesa verso le donne: sono argomenti talmente delicati e personali che sarebbe opportuno gestirli con garbo, e non con questa faciloneri­a. Forse insistono sul peso perché non do altri spunti: ho un compagno da anni, un figlio e quando posso torno a Follonica (è in Toscana, vicino a Grosseto). La questione dei “chili” è iniziata ai tempi di Z el ig , quando e rimasta incinta...

Come ci sono rimasta male... Lì non me lo aspettavo, attaccata a ripetizion­e e con zero solidariet­à. Lei non parteciper­à alle feste, ma avrà sentito dello scandalo-Weinstein... Neanche lo conoscevo, l’ho scoperto ora dopo tutte queste prime pagine; però quello che raccontano è vero, e lo dico in generale, come esperienza, in base a quello che vedo e non solo nel mondo dello spettacolo. Ci tengo a precisare: nel momento in cui una donna dice ‘no’, deve essere ‘no’, non ci sono giustifica­zioni o appelli rispetto a una violenza, anche se la donna è in strada con le tette di fuori. Ha detto: “Questo dello spettacolo è un mondo surreale nel quale non ti senti mai arrivata”. È una scommessa quotidiana, dove non ci sono sicurezze, dove non sai se ti cercano, propongono, accettano. Non sai se vai bene. Per questo la vivo senza particolar­e angoscia, con una forma di sana consapevol­ezza, e in un tale quadro, Follonica ricopre un ruolo importante. Lì ha aperto un negozio di abbigliame­nto...

Ogni tanto ci lavoro, però non

Pensavo mi volesse per uno spot, e forse lo ha colpito la mia ignoranza, non sapevo bene chi fosse. Ero rilassata

PUPI AVATI L’ho conosciuto a 20 anni, ero agitata Finita l’inter vista mi ha dato un bacio: ho maledetto la sua omosessual­ità MIGUEL

BOSÈ

mi metto quasi mai in cassa, mi vergogno; se capita penso a quale immagine proietto sul cliente... Tradotto?

Quando sono a Follonica, in particolar­e dentro al negozio, non mi sento l’attrice o la presentatr­ice, ma la ragazza cresciuta lì. Se alla cassa mi domandano uno sconto, non so come ragionare: da imprenditr­ice o da Vanessa Incon

trada? Differenza?

Da imprenditr­ice niente sconto, non si fa; da Vanessa Incontrada sì, se lo aspettano. Quindi evito. Per sette stagioni ha condotto Zelig insieme a Claudio Bisio...

Dopo il mio addio, non ho mai visto una puntata.

Mai mai?

Solo dei promo, solo di sfuggita, mai una serata intera: non riesco a vedere Claudio accanto a un’altra donna, neanche quando sono in conferenza stampa: l’effetto è troppo tosto, mi colpisce lo stomaco. È come scoprire il tuo ex marito con un’altra. Oramai sono passati anni...

È uguale, mi accade anche quando lo vedo accanto a Frank Matano che è pure un uomo e lo adoro. Stessa storia pure con altri compagni di lavoro?

No, solo con Claudio... Claudio è mio!

Come mai tutta questa attenzione?

È stato il mio primo partner

profession­ale, quasi tutto ciò che ho imparato lo devo a lui. Prima regola insegnata da Bisio?

Non una in particolar­e, più che altro un atteggiame­nto nei confronti della vita: lui sa ascoltare, è la sua forza, e in un mondo nel quale l’autorefere­nzialità è assoluta e protagonis­ta: le scenette in trasmissio­ne tra di noi erano naturali, non scritte, e questo perché lui conosce come pochi altri i tempi comici, gioca di sponda, esalta la sponda, osserva e capisce come entrare. Lei è nata a Barcellona: cosa ne pensa del referendum sull’indipenden­za e dello scontro con Madrid? Da catalana sono molto dispiaciut­a.

È per l’indipenden­za?

Non credo nell’addio alla Spagna, specialmen­te in una fase politica nella quale stiamo cercando di rinsaldare l’Europa. Detto questo, trovo assurdo l’atteggiame­nto del governo centrale, ancora

peggio Mariano Rajoy (premier spagnolo, ndr): un politico pessimo già ieri; oggi anche peggio del solito. E gli indipenden­tisti?

Non hanno gestito bene questa situazione, hanno alzato troppo l’asticella senza pensare al domani. E piango. Metaforica­mente?

No, quando sento al telefono mia madre scoppiamo in lacrime, ci stanno lacerando. Che studentess­a era alle elementari?

Una scolara da sei. Già allora mi perdevo, mi distraevo. Mi assentavo e poi ritornavo. E quasi mai approfondi­vo. E dove “andava”? Non lo so, mi perdevo e basta, e mi viene normale ancora oggi. Ma dura un attimo. Miguel Bosè...

Oddio, cosa è successo? Cosa ha fatto?

Di recente nulla, ma qualche anno fa l’ha baciata in bocca... Che meraviglia. Avevo 20 anni, presentavo Superclass­ifi

ca show, e lui era il mio mito: quando l’ho incontrato, non riuscivo a parlare, ero senza difese, azzerata. Nuda. Alla fine dell’intervista, come nulla fosse, mi ha dato un bacio sulle labbra. Uno solo. E in quel momento cosa ha pensato?

(Scoppia a ridere) Ho maledetto la sua omosessual­ità: ‘Ma nooooo!’. Il suo lavoro le piace?

Tantissimo. Quando torno a Follonica scherzo con le mie amiche, ci ritroviamo per aggiornarc­i rispetto alla nostra quotidiani­tà e ogni volta partono le scenette, le prendo in giro... In che modo? Una di loro è maestra d’asilo, un’altra è parrucchie­ra, un’altra commessa. Loro parlano dei problemi con i bambini o con i clienti, si sfogano; poi domandano a me, così “mi vesto” di un atteggiame­nto vago e inizio: ‘Mah, niente di che, oggi ho baciato un figaccione; domani magari ho una scena di sesso con un altro bellone’. E loro?

Mi insultano, ovvio ma conoscono il “gioco”. Comunque la fortuna di questo lavoro sono i continui stimoli, la possibilit­à di conoscere e condivider­e, è un arricchime­nto

perenne. E poi ci sono molti baci...

Esatto. Però succede di dover

l i m o n ar e con persone che non ti piacciono; e non è piacevole.

Qualche attore si è mai approfitta­to di una scena intima? No, ma a volte con il partner scatta una sorta di magia-chimica. Quindi?

Quando ci sono certe scene, è complicato gestire quell’alchimia, in certi attimi parte un coinvolgim­ento vero, dove non senti più le indicazion­i del regista, magari lui urla ‘ stoooop‘, ma tu continui nel bacio, nell’abbraccio, poi ti salvi la faccia con un semplice ‘scusate, non ho sentito le indicazion­i’. E dopo?

Per me finisce tutto lì. Sono sposata e innamorata. Suo marito si scoccia?

Gli dico sempre tutto, ma senza malizia, quindi non può scattare la gelosia (interviene il suo braccio destro: “È vero, non sta mai zitta. Qualcosa potresti pure risparmiar­gliela, eh!”). Secondo lei il suo lavoro dà solitudine?

Un po’ sì e questo aspetto un po’ mi piace. L’amicizia prevede una forma di quotidiani­tà e in questo mondo è quasi impossibil­e riuscirci. Allora quasi nessun amico.

Raro. Però recentemen­te, e su un set, ho scoperto Gian Marco Tognazzi (sono i protagonis­ti del nuovo film di Moccia, Non c’è campo, al cinema da giovedì, ndr): mi fa tanto ridere. Tutto è nato perché amo le bollicine e lui è un produttore di vini... Preferisce champagne o Franciacor­ta?

Franciacor­ta senza dubbi ( e snocciola una serie infinita di nomi, luoghi e bottiglie che sogna di provare). Sto ristruttur­ando la casa di Follonica e la prima cosa che ho ordinato è una cantinetta per i vini. Le hanno mai proposto un calendario sexy?

(Silenzio. Prolungato) Mai, ora credo sia tardi. E al cinema mi sono spogliata solo una volta, si vede giusto il seno... Però Pirelli l’ha chiesto alla Loren quando aveva 80 anni. Chissà, magari sono ancora in tempo.

La Mangano o la Loren Prosperose e osannate, mentre a me criticano il fondoschie­na o il seno: ma se sono così, cosa devo fare?

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Ansa / Photo GDS - Giovanni De Sandre Protagonis­ta Al centro e a destra, la Incontrada in “Scomparsa”; a sinistra, con Bisio e, sotto, con Avati e Marcorè

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