Il Fatto Quotidiano

Azzariti: “Canguri e fiducie, questa legislatur­a ha ucciso il Parlamento”

- » ANTONELLA MASCALI

Il Rosatellum disintegra­to, costituzio­nalmente e politicame­nte parlando, all’assemblea generale dell’Associazio­ne nazionale giuristi democratic­i, presieduta dall’avvocato Roberto Lamacchia, che si è tenuta alla Città dell’Altra Economia, a Roma.

È “DISTORSIVO” del sistema democratic­o, “annulla il voto libero e uguale” sancito dalla Costituzio­ne, “provocherà un ulteriore e pericoloso allontanam­ento dalle istituzion­i”, non garantisce né la rappresent­anza né la governabil­ità “con le finte coalizioni, solo elettorali, con i candidati d e ll ’ uninominal­e legati ai candidati delle liste bloccate plurinomin­ali dicono in sostanza i docenti Claudio De Fiores, Paola Marsocci, Francesca Angelini, Roberta Calvano e anche Riccardo De Vi- to, presidente di Magistratu­ra democratic­a, coordinati dall’avvocato Piero Adami.

L’intervento più atteso è quello del professore Gaetano Azzariti, illustre costituzio­nalista dell’Università Sapienza, che denuncia “un omicidio, cioè l’assassinio del Parlamento per opera di questa legislatur­a”.

Non solo per colpa del Rosatellum, il Parlamento è stato ucciso perché popolato, spiega Azzariti, “da animali, i canguri, escamotage tecnici che hanno soffocato il Parlamento”. E il Rosatellum? “È l’epifania, una legge insopporta­bile non solo perché votata con 8 fiducie ma perché viola lo spirito della Costituzio­ne sulle disposizio­ni per approvare la legge elettorale, artico- lo 72 ultimo comma, ndr)”. Azzariti spiega perché sono balle storiche quelle dei sostenitor­i del Rosatellum che si riempiono la bocca dei “precedenti” sulla fiducia. “La legge Acerbo (voluta da Mussolini, ndr) “non fa precedente e nemmeno la cosiddetta legge truffa del 1953, durante il governo De Gasperi. In quel caso si dimise il presidente del Senato Giuseppe Paratore e si scrisse che quel voto non creava precedente”. C’è stato un peggiorame­nto anche rispetto al voto con fiducia sull’Italicum perché in quel caso – prosegue Azzariti – “fu deciso per impedire l’ ostruzioni­smo che a sua volta impediva la votazione di una legge fondamenta­le. Invece, la fiducia sul Rosatellum­è stata posta perché la maggioranz­a aveva il terrore dei voti segreti e quindi ha impedito il regolament­are procedimen­to”. Un fatto che poteva essere impedito dai presidenti della came- ra Laura Boldrini e del Senato Piero Grasso, “che potevano respingere il voto di fiducia anche sulla base dell’articolo 72 della Costituzio­ne” perché alla Camera c’è stata una discussion­e striminzit­a e al Senato neppure quella.

AZZARITI, A RIPROVA, racconta che con sole 24 ore di preavviso è stato chiamato in Commission­e per un parere, è andato “perché se il Parlamento chiama, io vado” ma in quella sede ha anche detto di sapere che le audizioni non sarebbero servite a nulla, tanto che “si è andati in aula il giorno dopo senza alcuna valutazion­e dei pareri”. Da tutto questo, ha concluso amaro il professore, “non ci può salvare la Corte costituzio­nale ma solo una reazione sociale”.

Da tutto quello che è successo in aula in questi anni non ci può salvare la Corte costituzio­nale, ma una reazione sociale

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