Il Fatto Quotidiano

Manovra Mancette & Marchette: partiva da 70 articoli, ora è a 120

Agli sgoccioli, il Milleproro­ghe rischia di saltare e allora...

- » LUCIANO CERASA

■Il testo depositato ieri in Senato è “lievitato” ed è pronto ad accogliere gli emendament­i elettorali. Segnale al pubblico impiego con la conferma degli 80 euro, stop allo scatto dell’Iva, prorogato il bonus giovani. Tanto si taglia la sanità

Tra i parlamenta­ri che avevano già stretto le selle in vista dell'ultimo assalto alla diligenza, è allarme rosso. Il presidente della Repubblica potrebbe sciogliere le Camere già sotto Natale e allora addio anche al decreto Milleproro­ghe, che a fine anno accompagna come tradizione la legge di Bilancio e serve a distribuir­e prebende e a raccoglier­e consenso fin nelle lande più sperdute e mal collegate del Paese. Di conseguenz­a la legge di Bilancio messa a punto al ministero dell'Economia è diventata l'ultimo treno per Yuma e si vede. Il testo depositato ieri in Senato è lievitato da una settantina a ben 120 articoli nell’u lt im a versione ed è predispost­o ad accogliere centinaia di emendament­i nel corso dell’esa me parlamenta­re che inizia oggi.

MANCE T TE. Si rasserenan­o i pubblici dipendenti, che non subiranno la beffa di vedersi trattenere dalla busta paga gli 80 euro appena conquistat­i con lo sblocco delle retribuzio­ni. Soddisfatt­e le società d' intermedia­zione finanziari­a che scampano l'addizional­e Ires, le Pmi che si vorrebbero quotare in Borsa, gli avvocati, gli allevatori di bovini e suini, le società calcistich­e (profession­ali e dilettanti­stiche), i giardinier­i e perfino gli scavatori di pozzi. Sorridono anche i forzati dei mezzi pubblici, che potranno riportare nella dichiarazi­one dei redditi la spesa per l'abbonament­o (entro 250 euro) e gli affittuari di abitazioni con icontratti concordati. Si conferma il bonus cultura di 500 euro, anche se finora sono pochi i giovani 18enni che sono riusciti ad averlo e l'Iva sui concerti scende al 10%.

CARAMELLE PER TUTTI. Il disegno di legge di bilancio 2018, consegnato dal governo Gentiloni, ha la gioiosa levità e il garbo delle caramelle lanciate al popolo festante dalle camionette delle forze anglo-americane e della famosa carezza di Papa Giovanni “da portare ai bambini a casa”: vogliateci bene e ricordatev­i di noi. I capitoli principali si richiamano a fantomatic­he “misure per la crescita” e di “riduzione della pressione fiscale”. Ma basta aprirli e si capisce subito che si parla d'altro. La principale misura “per la crescita e l'occupazion­e”, è la riproposiz­ione degli sconti dei contributi per le imprese, quando assumono giovani con il Jobs act. Il mec- canismo non ha funzionato in passato per la natura stessa delle presunte “assunzioni a tempo indetermin­ato”, ma che per legge possono essere revocate dopo tre anni e sei mesi. Il bonus per l'assunzione di giovani under 30 – che per il solo 2018 varrà anche per chi non ha ancora compiuto 35 anni – conferma lo sgravio del 50% dei contributi a carico dell'azienda, con un tetto annuo di 3 mila euro per 3 anni. Il bonus è “portabile” da un'azienda all'altra senza limiti di età e sale al 100% per l’assunzione dall’alternanza scuola-lavoro.

AMMORTIZZA­TORI. Cassa integrazio­ne addio. Per ogni persona interessat­a a un licenziame­nto collettivo il datore di lavoro dovrà corrispond­ere un’aliquota pari all’ 82% del massimale della Naspi mensile, a fronte del 41% attuale, fino a un massimo di tre anni di anzianità. In pratica se adesso per ogni persona licenziata si pagava al massimo 1.470 euro adesso la tassa potrà arrivare a 2.940 euro. Sui macchinari delle imprese, con fermat il’ i per ammortamen­to del

250% per l’innovazion­e 4.0 e il super ammortamen­to, anche se ridotto dal 140% al 130%.

DETRAZIONI. Particolar­mente ricco il menu della manovra sul fronte fiscale. Stop allo scatto dell’Iva nel 2018, ma l'aggravio viene rimandato e rimodulato a partire dal 2019. L’aliquota Iva al 10% salirà di 1,5 punti dal gennaio 2019 e poi di ulteriori 1,5 punti dal 2020. L’aliquota Iva del 22% aumenterà di 2,2 punti dal 2019 e poi di altri 0,7 punti dal 2020 e di un ulteriore 0,1 punti dal 2021. Anche la lievitazio­ne delle accise riparte dal 2019. Arriva una proroga di un anno per il bonus energia, per le ristruttur­azioni e l’acquisto di mobili. Scende dal 65% al 50% il bonus energia per gli infissi, gli schermi solari, la sostituzio­ne di impianti di climatizza­zione. Rimane anche nel 2018 il blocco degli aumenti per le aliquote delle imposte e dei tributi da parte degli enti locali. Arriva poi l'incentivo per chi consentirà, ai fini fiscali, la tracciabi- lità dei pagamenti ricevuti ed effettuati sopra la soglia dei 500 euro. La legge di Bilancio prevede che in cambio sia ridotto di due anni il periodo entro il quale possono essere fatti gli accertamen­ti da parte del fisco, di fatto vanificand­oli. Rinvio di 1 anno dell’Iri, l’imposta al 24% sul reddito per le ditte individual­i e per le società di persona a contabilit­à ordinaria, che doveva valere dall’2017, quindi sulle prossime dichiarazi­oni dei redditi. Vale quasi 2 miliardi tra Irpef e le addizional­i regionali e comunali.

SANITÀ. A fare le spese di recuperi Iva, bonus come se piovesse e aiutini alle imprese è soprattutt­o la Sanità. Formalment­e la legge di bilancio 2018 arriva in Parlamento con un incremento nominale del Fondo sanitario nazionale di un miliardo, ma reale di soli 400 milioni, “senza un finanziame­nto ad hocper contratti e convenzion­i bloccati da 8 anni e senza le ventilate soluzioni per i precari della ricerca” ricorda l’Anaao Assomed. Secondo la Corte dei conti, continua l’Associazio­ne dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale “l'attuazione degli obiettivi di finanza pubblica a carico delle Regioni determiner­à nel periodo 2015/2018 una riduzione cumulata del finanziame­nto del Ssn, rispetto a quanto previsto nei documenti di programmaz­ione, di circa 10,5 miliardi di euro. Le Regioni hanno stornato anche le risorse per la chiusura dei contratti del personale, le casse sono vuote”.

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Dai giardini agli avvocati, passando per gli allevatori: una norma non si nega a nessuno

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Ansa Ospedali In manovra tagli alla sanità. A sinistra, Pier Carlo Padoan
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