Il Fatto Quotidiano

Spacey nel tritaWeins­tein

Accusato di molestie, fa coming out

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Era

chiaro che non sarebbe finita qua. Che l’effetto Weinstein avrebbe spinto cronisti affamati a cercare nuove storie e nuove (o vecchie) vittime a raccontarn­e. Il problema è che si stanno inevitabil­mente confondend­o piani, situazioni e prota- gonisti, per cui a me questo clima da evirazione mediatica sta facendo quasi paura. Ora è il turno di Kevin Spacey. L’attore Anthony Rapp, in un’ intervista, ha raccontato che 30 anni fa, quando lui aveva 14 anni e Kevin Spacey 24, fu invitato a una festa a casa dell’attore.

Era chiaro che non sarebbe finita qua. Che l’effetto Weinstein avrebbe spinto cronisti affamati a cercare nuove storie e nuove (o vecchie) vittime a raccontarn­e. Il problema è che si stanno inevitabil­mente confondend­o piani, situazioni e protagonis­ti, per cui a me questo clima da evirazione mediatica sta facendo quasi paura. Ora è il turno di Kevin Spacey. L’attore Anthony Rapp, in un’intervista, ha raccontato che 30 anni fa, quando lui aveva 14 anni e Kevin Spacey 24, fu invitato a una festa a casa dell’attore. Alla fine, lui che si era infilato in un letto per vedere la Tv, si trovò Spacey accanto che tentava un approccio sessuale. Rapp rifiutò il rapporto e non si parlarono mai più. Spacey, in una nota ufficiale, ha replicato così: “Ho molta ammirazion­e per Anthony Rapp come attore, mi ha fatto orrore sentire la sua storia. Sinceramen­te non ricordo quell’episodio, accaduto più di 30 anni fa e legato ai fumi dell’alcol, ma se mi sono comportato come lui dice gli chiedo scusa. Questa storia mi stimola a raccontare di più sulla mia persona. So che circolano molte voci sul mio conto... negli anni ho avuto molte storie romantiche sia con uomini che con donne, ora ho deciso di vivere da uomo gay”.

INSOMMA, Kevin Spacey non nega nulla pur non ricordando, si assume la responsabi­lità di azioni presunte (e se non le nega con forza evidenteme­nte le ritiene plausibili), chiede scusa e alla fine, costretto dalla situazione, chiarisce il suo orientamen­to sessuale. I punti su cui discutere sono molti. Intanto il fatto che un episodio del genere venga fuori sulla scia del caso Weinstein è decisament­e scorretto. Weinstein è un molestator­e seriale, un presunto stupratore, un uomo potente che ha abusato del suo potere per intimorire, ricattare, insabbiare per anni. È un uomo che muoveva le fila del cinema mondiale. Kevin Spacey, all’epoca dei fatti, era un ragazzo di poco più di 20 anni, sconosciut­o, che non prometteva nulla a nessuno. Attenzione. Non sto dicendo che fosse in diritto di fare un’avance sessuale a un ragazzino di 14 anni. Ha fatto (sebbene non lo ricordi) qualcosa di schifoso, per cui ha chiesto scusa. Senza se e senza ma. Ha detto “mi ha fatto orrore sentire questa storia”. E l’orrore era per sé, per le sue azioni di 30 anni prima. Orro- re, non “errore”, come tanti dicono per attenuare le proprie colpe, per edulcorare. Ora però il punto è: chi è Kevin Spacey oggi? Chi è stato Kevin Spacey negli anni? Perché sì, Weinstein era quello vent’anni fa ed è rimasto quello negli anni seguenti: un predatore sessuale volgare e violento, che non meritava pietà. Che doveva essere fermato. Che andava sputtanato e denunciato. (magari qualche decennio prima, ma meglio tardi che mai). Siamo sicuri che questa sia anche la storia di Spacey? Che sia il suo identikit? Di sicuro, sappiamo che non è uno a cui non si possa dire no, altrimenti la tua carriera da attore è finita. Al massimo non farai più un film con lui, ecco. Non è certo uno che muove le file del cinema mondiale, che può impedire a una verità di venire a galla. Se nessuno l’ha mai denunciato fino ad oggi dubito sia per paura di danni alla carriera o per intimidazi­oni di un bruto alla Weinstein. Di sicuro, sappiamo che la faccenda che fosse gay era nota, quella che fosse un molestator­e seriale pare di no. Perché forse non lo è. O magari lo è, ma al momento nessuno ha aggiunto nulla a questa storia. Se poi chi ha fatto questo scoop ha pronto un dossier su di lui come nel caso Weinstein, allora mi ricrederò. Al momento, per le informazio­ni che abbiamo, io mi domando: è davvero giusta questa gogna pubblica per qualcosa che ha commesso un uomo che forse non somiglia più a quel ragazzo molesto di una sera di 30 anni fa? Perché se non ci sono altre storie simili a dipingere il ritratto di un mostro, ho paura che questa giustizia mediatico-retroattiv­a possa diventare molto pericolosa. Tutti un domani dovrem- mo o potremmo essere chiamati a rendere conto pubblicame­nte (non privatamen­te, cosa che sarebbe legittima) non di un omicidio, ma di una pessima azione compiuta 30 anni fa. E in 30 anni, grazie a Dio, si può diventare altro. Persone migliori, magari. Cosa c’entra il caso Spacey con il caso Weinstein? Nulla. Un contesto privato da una parte e uno lavorativo dall’altro. Un caso isolato 30 anni prima e un comportame­nto seriale negli anni. Uno sconosciut­o all’epoca e un produttore potentissi­mo. Mescolare i due casi, inserirli in uno stesso filone è assurdo. In più, la vicenda paradossal­e è che Spacey è stato accusato di aver fatto coming out per spostare l’attenzione dalle molestie sulla sua omosessual­ità. Non è che l’abbia fatto per spostare l’attenzione, l’ha fatto perché la situazione glielo imponeva. Un uomo ha raccontato di essere stato molestato da lui quando aveva 14 anni, lui ha chiesto scusa, è evidente che l’ammissione di aver fatto delle avance sessuali a un uomo è dire “sì, mi piacciono gli uomini”. E siccome non è un idraulico di Treviso ma un attore di fama internazio­nale, era chiaro che poi non poteva far cadere la cosa così, non poteva far finta di nulla e fischietta­re mentre tutti avrebbero scritto e commentato e twittato “Kevin Spacey è omosessual­e!” (cosa di cui si spettegola da sempre, per giunta).

È STATO costretto dalle circostanz­e a parlare del suo orientamen­to sessuale, altrimenti avrebbe serenament­e continuato a non sentirsi in dovere di dire se si innamora di un uomo o di una donna. Costretto. Altro che paraculo. E in effetti, le sue previsioni erano pure azzeccate, tant’è che si sta parlando più dell’inopportun­ità del suo coming out che delle sue antiche avance.

Nel frattempo io resto della mia idea. Questa intervista che coinvolge Spacey è una miccetta esplosa nel giardino di casa. La caduta di Weinstein è una battaglia vinta. E però, la vera rivoluzion­e sarà quando qualcuno con molto da perdere denuncerà le molestie di cinque minuti fa.

Ps. Kevin Spacey ha una storia di abusi familiari, tra l’altro. Ma questa, ahimé, è un’altra storia. Forse.

Attacco e risposta

Anthony Rapp: ‘Ci ha provato quando avevo 14 anni’. La star: ‘Non ricordo ma mi scuso’

So che circolano voci su di me: negli anni ho avuto rapporti con uomini e con donne; ora ho deciso di vivere da uomo gay

LE SUE PAROLE

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 ?? LaPresse ?? Interpreta­zione da Oscar Miglior attore in “American beauty”; sopra, con la fidanzata di allora. Sotto, l’attore Anthony Rapp
LaPresse Interpreta­zione da Oscar Miglior attore in “American beauty”; sopra, con la fidanzata di allora. Sotto, l’attore Anthony Rapp
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