Il Fatto Quotidiano

“La violenza dei giovani? Colpa della politica”

Il 18enne che pesta il bengalese e i baby stupratori a Rimini: parla la psicologa

- » SANDRA AMURRI

Due

ventenni condannati ieri a Torino per gli atti di bullismo contro un ragazzo più giovane, un diciottenn­e arrestato domenica a Roma per tentato omicidio di un bengalese, minori stranieri in carcere per il feroce stupro di una giovane polacca e di una trans ad agosto a Rimini. “La violenza nelle sue varie forme, subita, esercitata, è sempre esistita, ora la conosciamo ed è di maggiore intensità in quanto è amplificat­a dal mondo virtuale”, spiega Maria Rita Parsi, psicoterap­euta, presidente della “Fabbrica della Pace Movimento Bambino onlus” e membro del comitato Onu per i diritti dei bambini. “Ho ragazzi in terapia che mi mostrano video con scene di una violenza neppure lontanamen­te immaginabi­le. C’è solo da rabbrividi­re. Sono collezioni­sti dell’horror”. E contempora­neamente vivono una quotidiani­tà apparentem­ente normale? Molti sì, altri no e mi riferisco a quelli affetti da Hikikomori, sindrome da isolamento che colpisce adolescent­i e anche giovani adulti, che, con altri colleghi, abbiamo raccontato nel libro “Generazion­e H” che uscirà il 14 novembre (Piemme). In Italia sono accertati 30 mila casi, minorenni e non. Per lunghi periodi dormono di giorno, chattano di notte, fanno giochi di guerra, colleziona­no scene ferocissim­e, non escono mai dalla loro stanza, non vanno a scuola e se i genitori li privano del computer o del cellulare diventano violenti.

Quanto conta il web? Sapete che esiste un web killer, Balena blu, che li accompagna attraverso cinque prove di coraggio come fotografar­si in situazioni di pericolo estremo o attraversa­re i bina- ri mentre passa il treno e molto altro? Al termine c'è chi si suicida o chi esercita violenza sugli altri, così senza alcuna motivazion­e, ammesso che possa esisterne una. Vivono solo nel virtuale, poi quando escono la realtà è solo un prolungame­nto, una estensione in cui non esistono passioni, sentimenti, esiste solo la violenza. La diversità che vuoi distrugger­e, pensiamo al bullismo, ce l'hai dentro, ecco perché ti accanisci contro chi è, anche solo apparentem­ente, più debole. Lo stesso vale per il razzismo. Vogliamo parlare del lavaggio del cervello di certa politica? I ragazzi crescono da un lato iperprotet­ti e dall'altro bombardati dal virtuale che è assolutame­nte fuori dal controllo dei genitori. Dobbiamo rifondare la società sui sentimenti, su un linguaggio umano, delicato. È possibile solo lavorando sulle famiglie e sulla scuola. Se hai rabbia dentro, se ti senti triste, inutile, se non hai prospettiv­e per il futuro, nulla è più forte della violenza e la violenza vincerà.

Non c’è via d'uscita?

La soluzione sta nell'educare le famiglie e gli insegnanti al virtuale affinché possano a loro volta educare figli e studen- ti. Il gap generazion­ale fra genitori e figli è enorme rispetto al passato. Prima il nucleo educativo primario era la famiglia, poi veniva la scuola, ora è il virtuale. In Italia esistono ottomila Comuni debbono organizzar­e ore di formazione per le famiglie. Non ti prendi in carico le famiglie solo con gli 80 euro in più, occorre dargli sostegno, formazione. O si crea un'educazione al virtuale o sarà un fallimento generazion­ale. Dobbiamo rifondare le basi di questa società o quello a cui assistiamo sarà nulla.

Nel virtuale trovano esempi negativi, nella realtà mancano quelli positivi. Sicurament­e. Basta gettare l'occhio alla politica. Mandiamo al potere, molto spesso, la parte peggiore di noi. E gli esempi per i ragazzi sono consequenz­iali. Tutto ciò che è negativo diventa normale.

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Ansa La psicologa Maria Rita Parsi

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