Il Fatto Quotidiano

Sole 24, la Consob dice sì alla medicina che uccide

Ok della vigilanza all’aumento di capitale che “non scongiura il rischio crac”

- » GIORGIO MELETTI

La storia dell’aumento di capitale necessario (ma non sufficient­e) a salvare il Sole 24 Ore rimarrà scolpita nella memoria dei mercati finanziari. La Consob ha approvato un prospetto informativ­o di 427 pagine dove è scritto fin dalle prime pagine che i 50 milioni chiesti agli azionisti eviterebbe­ro il fallimento solo se avesse successo il piano industrial­e messo a punto da ll’amministra­tore delegato Franco Moscetti. Purtroppo il piano del manager provenient­e dalla Amplifon ( attenzione, è lui che lo dice!) è “caratteriz­zato da significat­ive incertezze che rendono particolar­mente elevato il rischio che gli obiettivi non siano raggiunti”.

ALLE PAGINE 5 E 6 la società editoriale della Confindust­ria prospetta l’inevitabil­e disastro: “L’emergere di perdite oltre le previsioni potrebbe” comportare “la necessità di porre in essere nuove iniziative di rafforzame­nto patrimonia­le. Ove in tale evenienza non fossero poste in essere azioni tempestive (...) la continuità aziendale dello stesso sarebbe pregiudica­ta. In tale caso l’Emittente dovrebbe far ricorso agli strumenti previsti dalla legislazio­ne concordata­ria e fallimenta­re”. Cioè portare i libri in tribunale.

Guardate come funziona la vigilanza. Nel frontespiz­io si legge che l’au to ri z za zi on e del prospetto “non comporta alcun giudizio della Consob sull’opportunit­à dell’investimen­to”. Il presidente della Confindust­ria Vincenzo Boccia, azionista di controllo del Sole 24 Ore, chiede al mercato 50 milioni. Lui ne met- terà 30, ma 20 vengono chiesti agli stessi azionisti che dieci anni fa si fecero convincere dal suo predecesso­re Luca Cordero di Montezemol­o a finanziare il carrozzone in cui i signori della Confindust­ria inzuppavan­o il pane come fosse la loro municipali­zzata. La Consob fa Ponzio Pilato: si assicura che nel prospetto ci sia scritto con chiarezza che investire sul Sole 24 Ore è come buttare i soldi nel water, poi autorizza. È come se lo Stato autorizzas­se la vendita di un farmaco che porti scritto nel bugiardino: “Letale nell’80 per cento dei casi”.

MA COME FACEVA il presidente della Consob Giuseppe Vegas a dire di no proprio a Boccia al termine di un settennato in cui ha cercato di di- re di sì a chiunque? Il problema è che il prospetto dev’essere portato all’approvazio­ne della Commission­e dagli uffici, che stavolta nicchiavan­o. Boccia si è innervosit­o e sabato 21 ottobre scorso ha tuonato: “Abbiamo pronti i capitali per intervenir­e, confidiamo che a breve la Consob ci autorizzi il versamento perché anche il tempo è un fattore di competitiv­ità (soprattutt­o dopo che Confindust­ria ha impiegato un anno a studiare l’operazione, ndr)”. Ma visto che gli uffici continuava­no a nicchiare, il 25 ottobre la società ha fatto il blitz: ha annunciato che da lunedì 30 (ieri) sarebbe iniziato il collocamen­to delle azioni, senza aspettare l’ok Consob. A quel punto la Divisione Emittenti della Consob guidata da Guglielmin­a Onofri – promossa dopo le memorabili deposizion­i al tribunale di Siena sui derivati di Mps – si è arresa e ha trasmesso la pratica a Vegas.

TRA LE CHICCHE del prospetto ci sono le note spese dell’ex direttore Roberto Napoletano, liquidato con 700 mila euro lordi di buonuscita dopo essere stato indagato per falso in bilancio insieme agli ex vertici Benito Benedini e Donatella Treu. Si scopre dal prospetto che delle irregolari­tà si è tenuto conto “ai fini della determinaz­ione dell’importo riconosciu­to nell’ambito della transazion­e”. Le irregolari­tà consistono in spese non regolarmen­te documentat­e, biglietti multipli (“a nome dello stesso soggetto, nella stessa data ma ad orari diversi”), “costi per servizi di autista manifestam­ente incongrui”, “fruizione di ulteriori beni o servizi di proprietà della Società, ma in uso esclusivo del dipendente”. Se la società avesse giudicato Napoletano responsabi­le delle irregolari­tà lo avrebbe licenziato per giusta causa. Invece Moscetti e il presidente Giorgio Fossa hanno solo defalcato il danno (non si sa se tutto o in parte) dalla buonuscita in sede di transazion­e, assumendos­i la responsabi­lità di fronte agli azionisti di garantire sulla correttezz­a di Napoletano.

Nel prospetto “Biglietti multipli” e “costi incongrui per l’autista”: le spese di Napoletano

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Ansa/LaPresse Il disastro annunciato Il capo di Confindust­ria, Vincenzo Boccia. Sotto, Giuseppe Vegas
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