Minoli, Gori e il flop delle Parodi a Domenica In
“Due potestà, due canizie, due esperienze consumate si trovavano di fronte. Il magnifico signore fece sedere il padre molto reverendo, sedette anche lui, e cominciò”. Impossibile non pensare alla celebre scena manzoniana, con Giovanni Minoli nel ruolo del conte zio e Giorgio Gori in quello del padre provinciale Faccia a faccia (La7, domenica, 20.30). Ad aleggiare nella schermaglia tessuta di mezze frasi, sorrisetti e allusioni non era la rimozione di Fra’ Giletti – già operata con zelo – ma la sua sostituzione con Cristina e Benedetta Parodi, moglie e cognata del sindaco di Bergamo, nonché candidato alla presidenza della Lombardia. Non il massimo per un ha
bituédella Leopolda avere “due parenti de’ più titolati, il cui solo casato era gran titolo”, protagoniste di una promozione inspiegabile quanto catastrofica. Ma questo è il meno; il vero imbarazzo sta nella modestia di questo show, di cui non può non essere consapevole. Gori ha dimostrato per tutta la vita di capire di Tv; direttore di Ca- nale 5 quando essere direttori contava, fondatore di Magnolia prima di abbandonare prudentemente anche la produzione. “Bisogna lavorarci un po’”, ha riconosciuto all’ennesimo affondo di Minoli. Un po’? Ma quando mai avrebbe licenziato un programma così chiaramente votato al flop e avallato la suicida normalizzazione della Rai culminata proprio nel palinsesto domenicale? No, padre molto reverendo. A realizzare questa Domenica out si è lavorato fin troppo, e questo è il risultato.