C’è una fronda nel Pd sull’aeroporto di Firenze
Guai per Nardella, il segretario di Sesto vuole il referendum sulla nuova pista
Alla fine incenerito rischia di restare lui, il segretario del Pd di Sesto Fiorentino. Stefano Gennai reo di aver messo in discussione due maxi- opere care al potere renziano del Giglio magico: la nuova pista dell’aeroporto e, appunto, l’inceneritore.
Raccontano i bene informati che quando a Palazzo Vecchio, sede del Comune, hanno letto le dichiarazioni di Gennai siano state pronunciate espressioni piuttosto pepate: “Io sono per il sì, ma facciamo un referendum perl’ ampliamento dell’aeroporto. E l’ inceneritore? Niente dogmi sulla localizzazione, non è detto che si debba fare a Case Passerini”, ha detto al Corriere Fiorentino il segretario democratico appena eletto.
AFFERMAZIONI che hanno suscitato un cataclisma nei corridoi del Pd. E sono arrivate fino a Roma (facendo gongolare gli avversari di Matteo Renzi). Il punto non sono soltanto l’aeroporto e l’inceneritore. Ma il partito che si spacca sull’approccio alle grandi opere: decisionismo alla Renzi contro approccio dialogante e ricorso al referendum. Mentre il dissenso arriva proprio nel cuore del Pd fiorentino. La città del segretario e del fido Dario Nardella. E infatti il sindaco di Firenze ha liquidato le questioni con due frasi. Il referendum sulla pista? “Credo che non serva. Ci sono decisioni già prese sia a livello politico che istituzionale”. Spo- stare l’inceneritore? “Di questo non parlo”.
Caso chiuso. O forse no. Perché Sesto Fiorentino avrà pure 49 mila abitanti (non pochi, ma meno di un millesimo dell’Italia), però da un punto di vista simbolico conta molto di più. Qui l’anno scorso era partita una pallina di neve che a qualcuno era parsa l’inizio di una valanga. Era il giugno 2016, mancavano ancora sei mesi al referendum costituzionale, e nel cuore del renzismo il Pd prese una sonora scoppola: il candidato sindaco della sinistra, Lorenzo Falchi, fu eletto con il 65,5 per cento dei voti, mentre il democratico Lorenzo Zambini ottenne solo il 34,5 per cento. Al centro della battaglia elettorale ci furono proprio l’aeroporto e, ancor più, l’inceneritore. Che in centri ambienti fiorentini e romani sono ben visti, ma nella piana intorno al capoluogo toscano preoccupano molto gli abitanti.
L’AMPLIAMENTO dell’aeroporto, un investimento da 300 milioni, è fortemente avversato da associazioni e comitati. Ed è stato contestato anche in un dossier di trecento pagine presentato da professori universitari fiorentini. Un documento che mette in discussione la sicurezza della nuova pista per l’università e le abitazioni che le staranno accanto. Per non parlare del rischio idrogeologico. L’inceneritore suscita, se possibile, perfino maggiori perplessità. L’impianto da 135 milioni dovrebbe essere realizzato da Quadrifoglio (società al 100 per cento pubblica e controllata da 12 comuni della zona) e dalla multiutility Hera.
Gennai non è rivoluzionario, ma le sue parole hanno rimesso in discussione tutto: “Io sono per l’inceneritore, perché non mi va che i nostri rifiuti siano smaltiti in un’altra regione, inquinando e pagando per portarceli. Mentre se li smaltissimo noi potremmo produrre energia elettrica”, ha detto, ma ha aggiunto: “L’inceneritore non è un dogma”.
Del resto Gennai nel Pd fiorentino è definito scherzosamente un “renziano di secondo livello”. Al di fuori del Giglio magico, per capirci. Vero, ha coordinato la mozione Renzi a Sesto. Ma ha un passato nel Pci.
E il clamoroso cambio di rotta è piaciuto più agli avversari che al suo partito: “Finalmente – dice il sindaco Falchi – i democratici hanno fatto un passo avanti. Certo, gli restano ancora cento chilometri da recuperare, ma adesso sarà più facile lavorare. E chiedere, tanto per cominciare, che l’inceneritore sia stoppato”.
L’inceneritore
“Non è un dogma” per il dirigente locale che adesso imbarazza il sindaco renziano