Il Fatto Quotidiano

Modiano, mistero e inganno di vivere con la leggerezza

- » LUCA DE CAROLIS

Patrick Modiano è lo scrittore della nebbia. Una foschia che avvolge e trasfigura Parigi, le persone, le loro storie, i ricordi. E il suo ovvio sinonimo è la memoria, protagonis­ta di Da l l’oblio più lontano, libro del 1996 pubblicato ora da Einaudi.

Un testo che ha i temi e il passo classici del 72enne scrittore francese dalle evidenti origini italiane, premio Nobel nel 2014. La voce narrante è quella di un minorenne arrivato in qualche modo nella Parigi dei primi anni ’60, che prova ad arrangiars­i vendendo libri usati. Ma la protagonis­ta è Jacqueline, anche lei giovanissi­ma, con la “sua giacca di pelle troppo leggera”, le sue sigarette che la fanno tossire, drogata di etere. Ha un’ossessione, scappare a Maiorca, lasciandos­i dietro il freddo e le cicatrici. Si accompagna a un uomo “più basso di lei”, che racimola soldi nei casinò di provincia e circola con un cappotto troppo lungo.

UNA COPPIA in perenne fuga, che nella stanza di un misero albergo non ha disfatto neppure le valigie, perché scappare è sempre la prima opzione. Non si hanno molti altri dettagli, perché i personaggi di Modiano sono fantasmi dai contorni incerti, evocati con pochi tratti che raccontano debolezze e disegnano maschere. La memoria non può e non deve essere precisa, distorce le facce e i nomi, è una divinità che ama ingannare. E allora sembrano ectoplasmi distratti, gli uomini a cui Jacqueline si appoggia e si vende per poi abbandonar­li in un istante, lasciandos­i dietro tanti non detti. Il protagonis­ta se ne innamora, irretito da quel volto imper- turbabile alle menzogne. Ruba per lei, cercando in ogni modo di farsi scoprire, di espiare. E invece va tutto come nei piani. Sottrae una valigia con “due mazzette sottili di banconote” a uno strano dentista, uno dei clienti di Jacqueline. E con lei scappa a Londra, dove galleggian­o in un sottobosco di speculator­i immobiliar­i, sceneggiat­ori falliti e prostitute, tra giardini vittoriani e case bianche con i portici, spesso abbandonat­e. Ma non c'è dramma, non c’è sangue apparente. Anche il sesso è annunciato ma mai descritto, come un segreto che tutti sanno ma che non è opportuno svelare. I fatti, le emozioni, i volti scivolano su una lastra di ghiaccio, perché la memoria anestetizz­a. La tensione è sottotracc­ia, lava che scorre sotto la catena dei fatti, raccontati da Modiano con penna asciutta, filmica.

IL RAGAZZOche vendeva libri prova a scrivere, trova una possibile salvezza nella carta da lettere su cui racconta le sue storie incomplete. Jacqueline continua a ripetere quella parola come una chiave di salvezza, Maiorca. Ma una notte spa- risce con la sua promessa. Gli anni passano in poche righe, e si torna a Parigi, dove i ricordi troveranno una sponda nella realtà, per mano del caso. Però a regolare tutto è sempre lei, la nebbia, “tale che gli anni si confondono tra loro”. La luce è solo in un volto che riaffiora dentro il vagone del metrò o in qualche lettera che giaceva sepolta in una scatola.

Ancora una volta Modiano racconta il mistero e la fatica del vivere con una leggerezza che è solo apparente. Densa, come la foschia di certi inverni.

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